‘Samad’. La recensione del film di Marco Santarelli
Carcere, integrazione, religione, re - inserimento dei detenuti, sono solo alcune delle interessanti tematiche che il film solleva ed esamina, tenendo peraltro sulle corde lo spettatore durante gli inaspettati avvenimenti
Presentato come evento speciale, in anteprima mondiale al Bifest 2023, ‘Samad’, per la r Marco Santarelli, colpisce per intensità di recitazione e attualità delle tematiche.
Il film é arrivato nei cinama a maggio con Kavac Film e Kio Film.
Carcere, integrazione, religione, re – inserimento dei detenuti, sono solo alcune delle interessanti tematiche che il film solleva ed esamina, tenendo peraltro sulle corde lo spettatore durante gli inaspettati avvenimenti.
Il Mehdi Meskar, Roberto Citran, Marilena Anniballi.
The Film Club produce il film e si avvale del di Edoardo Morabito, la f di Andrea Locatelli, la s Luca Servino, i c di Fabio Cicolani, Silvia Cerpolini.
74 intensissimi minuti, calibrati sulla sceneggiatura di Giancarlo di Balmas, Mariano Di Nardo, Marco Santarelli che ne cura anche la regia, presentano la storia di un ex detenuto mussulmano. Egli torna in prigione per raccontare ai suoi ex compagni di carcere, la sua nuova vita lontana dal crimine. Qualcosa però va storto e per restare vivo, è costretto a giocare una partita molto pericolosa.
Girato nella casa circondariale di Piacenza, con il sostegno di Emilia Romagna Film Commission, ‘Samad’ colpisce gli spettatori e li tiene con il fiato sospeso per la tensione che tiene viva durante tutto lo svolgimento.
In un’epoca in cui i problemi si affastellano, in un paese italico che non li governa più, le carceri, l’affollamento che le contraddistingue, le risse che li abitano, rimangono ahimè in secondo piano, contribuendo a delegittimare i diritti basici civili che un paese sano dovrebbe garantire, anche a coloro che sono costretti a delinquere.
Di questo e molto altro come, l’identità culturale e religiosa, lo scambio di favori, la multietnicità, i pregiudizi oltre a un certo spettacolare racconto, nutrono bene questo film che, come un occhio esterno, senza giudizio come è giusto che sia, mette a nudo le tristi verità che imperversano dentro e fuori prigione, comunque ai margini della società.
Samad è un giovane uomo che ha sbagliato e che ha già pagato col carcere i suoi errori. Padre Agostino, suo amico e mentore, pensa che l’esperienza di Samad possa essere di ispirazione per i ragazzi che dietro le sbarre ci sono ancora. Per questo lo fa rientrare tra quelle mura a raccontarla. Ma è la giornata sbagliata, perché una rissa fa esplodere la rabbia e il risentimento dei detenuti, che decidono di barricarsi per protesta. È allora che Samad si troverà costretto a scegliere da che parte vuole stare: musulmano o cristiano, complice oppure ostaggio.
Abbiamo parlato del film Samad con il regista. A seguire Conversazione con Marco Santarelli, foto e trailer del film
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