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‘Furies’ la recensione del film Netflix Original

Un revenge/gongfu movie appassionante, degno del confronto con gli altri prodotti dello stesso filone

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La recensione di Furies.

Furies è il titolo del gongfu movie vietnamita scritto, diretto e interpretato da Veronica Ngo.

Prequel ideale di Furie, il film è stato prodotto dalla casa britannica Studio 68 e distribuito dalla piattaforma VOD Netflix il 23 marzo 2023.

Oltre a Veronica Ngo, nei panni di Jacqueline, fa parte del cast anche la giovane e promettente Đồng Ánh Quỳnh nel ruolo della protagonista Bi.

Prima della recensione la trama di Furies

Anni ’90, periferia di Saigon. La giovane e scapestrata Bi cerca di superare il trauma di uno stupro e del conseguente omicidio della madre dedicandosi a piccoli furti e dormendo per strada. L’esistenza di un’adolescente come lei è dura, e molte sue coetanee finiscono vittime del traffico illecito di umani o nei peggiori bordelli criminali della città. Non sembra esserci via d’uscita: è la vita che sceglie quale destino ti attende. Si possono fare soltanto scelte sbagliate.

Ma proprio quando un gruppo di teppisti tenta nuovamente di stuprarla, Bi viene salvata da Jacqueline, una misteriosa supereroina dedita a contrastare la criminalità del posto e a recuperare dalla strada ragazze come lei.

Bi si ritrova allora a vivere e addestrarsi in una casa comune con Jacqueline e altre due ragazze, Hong e Thahn. Presto il destino riserverà a questo eclettico trio una pericolosa missione: sconfiggere Hai Cane pazzo e la sua banda criminale, principali responsabili della triste sorte di molte giovani donne.

V per Vietnam (e per vendetta)

Furies si presenta come un solido ed eccitante revenge movie, che nulla ha da invidiare a molti altri prodotti del genere, sia asiatici che occidentali, soprattutto per l’originalità dell’ambientazione. Infatti, il lavoro della Ngo ci mostra una Saigon sconosciuta, che rinnova con i suoi neon e una fotografia esplosiva temi già ampiamente visti e discussi nei precedenti lavori del filone gongfu/girls with guns (la criminalità organizzata, la prostituzione, la vendetta privata e il ruolo delle donne). Un paesaggio tematico ed estetico che ricorda quello messo in scena a Bangkok da Nicolas Winding Refn in Only God forgives.

Al dinamismo e al corpo slanciato di maestri d’arti marziali come Bruce Lee, Jackie Chan e Chuck Norris si sostituisce qui la performance bilanciata e accorta di un moderno e avvenente gruppo di donne, che si mostrano capacissime di tenere testa agli uomini e al loro tradizionale predominio, se non addirittura di superarli.

Il vero protagonista del film è proprio la coreografia: il frutto di uno stile di combattimento versatile, manieristico, che mischia armonicamente le skills più tradizionali ad acrobazie innovative e spettacolari (e senza rinunciare ad armi bianche/da fuoco quando necessario).

Ad amplificare tutto c’è inoltre la seducente e onnipotente regia della Ngo, capace di superare egregiamente le lacune di alcuni effetti speciali: piani sequenza e movimenti di macchina roboanti, imprevedibili, firmano una sceneggiatura sicuramente rivedibile e a tratti esagerata, ma che si presta perfettamente a un’indagine stilistica approfondita e sperimentale.

Un’eredità che pesa

Una delle sfide principali era sicuramente quella di reggere il confronto con altri storici personaggi femminili del genere: da quelli di Michelle Yeoh e Cynthia Rothrock a Nikita e alle Charlie’s Angels.

Il risultato finale è apprezzabile, nonostante le scelte di scrittura abbiano penalizzato il racconto del percorso affettivo, che porta le tre giovani combattenti a unirsi nella lotta al crimine, specialmente se si pensa a quelli che sono i traumi pregressi che le legano tra loro.

Poteva nascere un trio iconico? Non sarebbe stato sicuramente facile raggiungere le alte vette storiche del sottogenere Girls with guns, ma dargli una possibilità era un’opzione più che valida. Ora che l’estetica e lo stile orientali dilagano in Occidente, il momento sembra propizio per rinnovare non solo il cinema di genere, ma anche i suoi principali emblemi.

Invece, la necessità di rendere questa pellicola un prequel (scelta quanto mai pessima), ha troncato ogni speranza. Si potrà risolvere la questione in qualche progetto futuro? Difficile a dirsi, ma non impossibile. Staremo a vedere!

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