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Sky Film

‘Mon Crime – La colpevole sono io’ di François Ozon Recensione-ora su Sky

Cosa non si farebbe per farsi vedere, per apparire! Anche rivendicare la responsabilità di un omicidio! Fascino e glamour in questa commedia di Ozon che diverte, nella sua varietà di spunti. Su Sky

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Mon Crime, la commedia poliziesca di François Ozon,  più briosa e spassosa del solito, ha aperto la XIII edizione di Rendez-vous – Nuovo cinema francese a Roma il 29 marzo 2023. Il regista e Nadia Tereszkiewicz hanno partecipato alla presentazione del film, in anteprima italiana (Cinema Nuovo Sacher).

Un cast spumeggiante: Nadia Tereszkiewicz (la protagonista), Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon e André Dussollier.

 Mon Crime arriva in prima TV il 20 marzo 2024 su Sky Cinema 1, in streaming su Now e disponibile On Demand. Il film è distribuito da BIM Distribuzioni

Mon Crime La trama

Negli anni ’30, a Parigi, Madeleine Verdier, avvenente giovane attrice squattrinata e senza talento, viene accusata dell’omicidio di un famoso produttore. Con l’aiuto della sua migliore amica, Pauline, giovane avvocatessa disoccupata, viene assolta per legittima difesa. Inizia così una nuova vita, fatta di gloria e di successo…..(sinossi ufficiale del film).

Mon Crime Il personaggio di Madeleine

Mon crime

Nadia Tereszkiewicz è Madeleine al centro della scena. Foto ufficiale del film

Mon Crime è ispirato all’omonima pièce del 1934 di Georges Berr & Louis Verneuil. Non conosciamo la Madeleine di allora, ma è certo che la resa di questo personaggio da parte di Ozon è a dir poco intrigante.

Nadia Tereszkiewicz si ritrova nel ruolo di una giovane attrice dopo Forever Young (Les Amandiers) di Valeria Bruni Tedeschi. Lì eravamo negli anni Ottanta e Stella, superato l’esame di ammissione alla scuola di teatro di Nanterre, è al centro di un gruppo di giovani artisti. Se la recitazione è il cuore di questo gradevolissimo film, nel ricordo autobiografico della regista, in Mon Crime si fa integrazione e sostituzione del teatro stesso.

Madeleleine recita sul palcoscenico della vita ed è impareggiabile nella costruzione di una donna che alterna ingenuità e malizia, colpevolezza e innocenza, melodramma e finta sobrietà, nella rivendicazione dell’omicidio che, dal precedente anonimato, la proietta sotto la luce dei riflettori.

È volubile oltre ogni dire, mentre leggera e festante corre al cinema, con la sua amica Paoline e lì  si diverte, si emoziona, pochi minuti dopo aver platealmente inscenato il suicidio e, forse, commesso poche ore prima un assassinio. L’amore che redime di Billy Wilder è il film che scorre sullo schermo, ma la redenzione di Madeleine ha completamente un altro sapore:

Il successo è il vero ritorno della gioia”!

Madeleine e l’intreccio di Mon Crime

Gli umori altalenanti di Madeleine si adattano agli eventi e li provocano nell’esuberante recitazione di Nadia Tereszkiewicz che si adegua di volta in volta alle situazioni da lei provocate, o artificialmente subite. Una simpatica dissimulatrice che non perde mai di vista l’obiettivo di occupare il centro della scena.

Nel dipanarsi coinvolgente del racconto, non incide tanto chi sia la vera colpevole, quanto il senso di un omicidio ripulito da ogni giudizio morale. Prima di tutto perché il produttore ucciso era un porco e meritava di morire (si ripropone così senza filtri un’appassionante logica Me-too), e poi perché la vera giustizia diventa anche per noi quella di Madeleine. Finalmente la meritata notorietà e non importa con quali mezzi!

I fatti si susseguono e si aggrovigliano, prima di  sciogliersi e confluire verso un finale di verità, quella di Madeleine, ovviamente, e della sua scaltrezza, che si fa nostra, pur non convincendoci affatto. Il ritmo non rallenta quasi mai, le situazioni paradossali si sommano, e stanno felicemente insieme in un’allegra struttura che tiene.

Le donne: un film femminista

Con l’eccentrica Madeleine, l’amica Paoline condivide sogni e bisogni, in un rapporto di intensa sorellanza, in un processo di emancipazione vissuto insieme, dalla povertà e dai ruoli in cui gli uomini (che qui non fanno davvero una bella figura!) vorrebbero confinarle.

Pauline (Rebecca Marder) è un’avvocatessa che non ha vita facile nel 1935, ma per le donne le libere professioni tanto libere non sono, neanche a Parigi; sì, un secolo fa, ma ben cinquant’anni dopo l’esempio della  nostra Lidia Poët. Eppure, anche Pauline ha il coraggio di salire sul palco, del tribunale nel suo caso, difendendo Madeleine a nome di tutte le donne. Viene suggerita anche una sua attrazione per l’amica, ma molto delicatamente, come a dire che fosse vera nulla toglierebbe alla gratuità del suo affetto.

Mon crime

Foto ufficiale

Buffa e sopra le righe la comparizione di Odette Chaumette (Isabelle Huppert), un’attrice del muto che non ha imparato a modulare la voce, e sa parlare solo alzandola, e che, nelle sue mise eccessive, si presenta a voler ribaltare le poche certezze della trama.

Gli uomini e Fabrice Luchini

Gli uomini, ahinoi, sono un po’ tontoloni, soprattutto i rappresentanti della legge, dal poliziotto, al commissario, dal giudice, al pubblico ministero. Spiazzante l’interpretazione insolita di Fabrice Luchini che abbiamo sempre amato per la sobrietà, per la resa delle emozioni trattenute (un’accennata piegatura delle labbra, lo sguardo stupito sulle cose) e gli exploit inattesi come i suoi balletti improvvisi in Confidenze troppo intime o Le donne del sesto piano.

Mon crime

Foto ufficiale del film

Qui lo ritroviamo quasi irriconoscibile, ridicolo nei suoi baffetti hitleriani; la voce, come quella della Huppert, alterata. Come se Ozon che lo ha già diretto (Potiche, Nella casa), si fosse ora divertito a dirci chiaramente che, se persino Luchini è così sciocco e fuori di sé, per Madeleine e Pauline il gioco dell’intelligenza e della seduzione è persino troppo facile.

Del resto, François Ozon, anche sceneggiatore in questo film,  ha affermato che  “può essere considerato il capitolo finale di una trilogia che comprende Otto donne e un mistero e Potiche-La bella statuina, tre film che esplorano la condizione femminile con humor e glamour”.  Fascino e  umorismo, nei film di Ozon, sono sempre assicurati.

Si ride con Mon Crime

Senza scadere nella farsa, ma avvicinandosi quel tanto da divertire, con Mon Crime la sala ride e sorride, trascinata dagli intrecci, dai paradossi, dall’ironia intelligente che sembra non prendere nulla sul serio, nonostante i temi di fondo siano ben chiari, avvolti però da una gradevolissima leggerezza.

Anche le ambientazioni sanno coinvolgere, sia come spazi estremamente mimetici che per i loro contrasti. La Parigi degli anni Trenta è resa con una notevole dovizia di particolari nei colori, nelle luci, negli esterni e negli interni. Ma con un che di moderno, quasi pop, che sembra volerci ricordare quanto la commedia sulle astuzie femminili per trovare un posto dignitoso nel mondo sia ancora e sempre attuale. Purtroppo!

I due registi Fabio e Damiano D’Innocenzo raccontano della loro nuova miniserie ‘Dostoevskij’

Mon crime - La colpevole sono io

  • Anno: 2023
  • Durata: 102 minuti
  • Distribuzione: BIM Distribuzioni
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: François Ozon,
  • Data di uscita: 25-April-2023

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