Don’t let go è un film thriller/d’azione con nuances sci-fi, prodotto dalla famosa Blumhouse productions insieme a Bobby Cohen (anch’egli noto per la partecipazione a svariati titoli di successo tra cui Memorie di una geisha, Jarhead e la trilogia di Now you see me) e all’attore David Oyelowo.
Il cast include grandi nomi della recente cinematografia: oltre a David Oyelowo (Selma, Lincoln, Interstellar, The Butler e tanti altri), la giovane e promettente Storm Reid (conosciuta ai più per Euphoria), il pluripremiato e affermatissimo Alfred Molina (commercialmente noto per Chocolat e la saga di Spider-Man), Mykelti Williamson (il tenero Bubba di Forrest Gump) e Bryan Tyree Henry (candidato all’Oscar per Causeway nel 2022).
Rilasciato nelle sale il 30 agosto 2019, il lavoro diretto da Jacob Aaron Estes è stato accolto piuttosto freddamente, finendo quarantaseiesimo al box office.
Tuttavia, una seconda chance non si nega a nessuno. Infatti, dopo essere stato rilanciato nel 2023 da Netflix, Don’t let go ha recuperato in grande stile, arrivando addirittura nella top 3 dei lavori più visti dagli utenti.
Il film è inoltre reperibile su altre piattaforme VOD, tra cui Amazon Prime Video, Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Now TV e Tim Vision.
Don’t let go La trama
Los Angeles. Jack Radcliff (David Oyelowo) è un detective del dipartimento omicidi che ha un fratello, Garrett (Bryan Tyree Henry), affetto da bipolarismo e coinvolto da tempo in svariati illeciti di droga. Ma il vero centro della storia è Ashley (Storm Reid), figlia di Garrett, che si rivolge a Jack ogni volta che ha bisogno di aiuto. Infatti, sarà proprio una sua chiamata diretta allo zio a far iniziare la storia: suo padre si è dimenticato di venire a prenderla dal cinema, sua mamma è ancora a lavoro, e dunque spera che Jack la riporti a casa sana e salva. Lo zio risponde immediatamente e, dopo aver compiuto la missione, fa una ramanzina al fratello per responsabilizzarlo nei confronti della figlia. Da questo momento tutto sembra prendere una piega positiva: Ashley riceve maggiori attenzioni dai genitori e Jack continua normalmente il suo lavoro.
Ma pochi giorni dopo, il detective riceve una chiamata confusa e terrificante dalla nipote. Corso immediatamente a casa di Garrett, Jack trova l’intera famiglia e il cane sterminati a colpi d’arma da fuoco. Il caso viene ben presto chiuso imputando la colpa di tutto al fratello bipolare e suicida. Nonostante le rassicurazioni del suo collega, e amico, Bobby (Mykelti Williamson), Jack rimane sconvolto dai sensi di colpa, credendosi il principale responsabile dell’accaduto. Ma scoprirà ben presto di non avere tempo per rimuginare: comincerà infatti a ricevere chiamate paranormali dalla defunta Ashley, nonostante la linea telefonica sia stata già staccata. Ed è qui che la cronologia lineare salta, dando inizio a una corsa tra due dimensioni interconnesse, e giungendo a rivelazioni scomode. Riuscirà Jack a cambiare il corso degli eventi e a salvare la piccola Ashley?
Un cast enorme per un film piccolo piccolo
La produzione ha impiegato sforzi enormi per questo film. Ne è la prova tangibile un cast indiscutibilmente forte, che però non è stato sfruttato al meglio. La recitazione resta qui un lavoro marginale, limitato a quella che è la funzionalità narrativa.
Spesso e volentieri, infatti, le reazioni dei personaggi agli eventi appaiono poco accurate, soprattutto se si pensa a come Jack reagisce al trauma che sta vivendo e a come decidono di comportarsi i suoi colleghi quando lo vedono arrivare quasi morente alla stazione di polizia. Ciò finisce per rendere molto flessibile, ma a tratti stravagante, quella stessa funzionalità narrativa a cui il lavoro attoriale si presta.
Il film gode certamente di una leggibilità e una scorrevolezza gradevoli, adeguati ad una trama accattivante, seppur siano visibilmente bassi i risultati ottenuti- almeno rispetto alle pretese commerciali e artistiche della sua produzione. Dunque, perché non impiegare maggiori risorse su questi fattori invece che coinvolgere un cast di eccezionale caratura e poi lasciarlo senza la possibilità di esprimersi? Cosa ci resta dei personaggi se non la sola vicenda che li ha tristemente coinvolti?
Parlare di marketing non basta. Bisognerebbe imparare a indirizzare meglio le proprie idee, alle volte puntando su un nome meno conosciuto, ma che possa favorire uno sviluppo artistico e narrativo qualitativamente superiore.
Alcune note registiche positive
Estes è sicuramente un regista di ottima formazione ed esperto del genere: adotta in questo caso uno stile molto dinamico, caratterizzato da numerose inquadrature con handycam e dolly.
Strumenti che rendono perfettamente la concitazione della trama, e che restituiscono in particolari momenti la morbosa sensazione che ad accompagnare Jack nelle sue disavventure ci sia un ospite inquietante, sempre pronto ad aggredirlo. A tal proposito, la sequenza in cui Jack sta esplorando per la prima volta la scena del crimine ricorda, a livello di tensione e molto lontanamente, la storica sequenza in casa della Dorothy Vallens di Velluto Blu, l’acclamatissima pellicola del maestro Lynch.
Un’altra peculiare e azzeccatissima scelta è quella delle soggettive di Jack: il nostro sguardo viene immerso a tratti e imprevedibilmente nell’azione, garantendoci la possibilità di costruire parallelamente al protagonista una nostra personalissima indagine.
Don’t let go è alla fine: un film spendibile ma poco approfondito
Un titolo curioso, con una trama catchy, una regia slanciata e un cast di ottimo, anzi eccessivo formato. Ma non è tutto, purtroppo.
Il film lascia poche vie d’uscita da una conclusione sì sperata, ma prevedibile- vi sfido a trovare il colpevole in meno tempo di me!
Don’t let go resta dunque un risultato troppo equilibrato, spiccio, che rischia di degenerare a meno che non lo si scelga per una visione distratta e spassionata.
Don't let go
Anno: 2019
Durata: 107 min
Distribuzione: OTL releasing
Genere: thriller/azione
Nazionalita: USA
Regia: Jacob Aaron Estes
Data di uscita: 30-August-2019
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