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Chili Film

‘Divine – La fidanzata dell’Altro’ di Jan Schomburg

Matilda si fa suora a Roma mentre la sua fede incontra l’amore in una love story degli equivoci dimenticabile

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È disponibile su Chili la commedia romantica con protagonista Matilda De Angelis e CallumTurner, star di Animali Fantastici. Ambientato in un Roma primaverile, il film è una produzione italo-tedesca, scritta e diretta dal regista emergente  Jan Schomburg.

 

Girato prima della pandemia tra Roma e Colonia, prodotto da Rai Cinema e distribuito da 102 Distribution, ha nel suo parterre tecnico il direttore della fotografia candidato recentemente ai premi Oscar per Tàr, Florian Hoffmeister, e la band berlinese Bonaparte che ha curato la colonna sonora. Nel cast troviamo nomi del cinema italiano come SerraYilmaz e il caratterista Pino Ammendola.

Il Trailer

 

Morto un Papa se ne fa un altro

Maria sta per per diventare suora col parere contrario della madre. Il giornalista americano Gregory, apertamente ateo, è sbarcato a Roma per documentare l’elezione del nuovo Papa. Dopo che i due passano la notte insieme, l’anchorman viene preso di mira da una serie di sventure soprannaturali che quest’ultimo attribuisce alla gelosia di Dio per la sua love story con Maria. La ragazza, sconvolta dal comportamento inspiegabile di Gregory e profondamente colpita dal suicidio della sua Madre Superiora, decide di mollare tutto e andarsene in Vietnam. Ma il giornalista , durante la diretta tv per la proclamazione del prossimo pontefice, dichiara il proprio amore per Maria abbandonando la trasmissione e scappando da lei. Il ragazzo raggiunge Maria al Pincio coronando il loro sogno d’amore.

 

Un mash-up tra ‘Vacanze Romane’ e ‘Una settimana da Dio’

Il Papa è morto e il regista tedesco Schomburg mette in scena una storia d’amore piena di equivoci tentando di evidenziare il contrasto tra fede e ragione. Lo fa in una Roma che non sembra affatto traumatizzata dalla scomparsa del santo padre; anzi, assistiamo a un clima gioioso e sereno in cui la narrazione e i suoi interpreti vivono di pochissimi esterni in funzione dell’Hotel romano e del convento in cui si svolgono le dinamiche sentimentali dei due protagonisti. Divine- La fidanzata dell’Altro segue la scia del celebre capolavoro di William Wyler Vacanze Romane. Gregory, nei panni del suo alter-ego Joe Bradley, con la sua troupe, è in cerca dello scoop durante la settimana più importante per il mondo cattolico. Va in cerca di carcerati e malati desiderosi del loro ultimo gin fizz, così come brama il prossimo servizio che lo renderebbe virale. Fino all’incontro con Maria, con cui tenta di riproporre il giro in vespa tra la Roma popolare rieditando la celebre scena che fu di Audrey Hepburn.

Un film leggero in una commedia anonima

Uno dei problemi del film è proprio la rappresentazione di Roma da parte di Schomburg. La vastità della città eterna è racchiusa in pochi vicoli e in spazi stretti. La pellicola non respira affatto del lavoro di placetelling del noto cult con Gregory Peck, e se non fosse per la vista sulla cupola romana nella postazione della troupe dalla casa della madre di Maria, potremmo benissimo trovarci in un sottoborgo berlinese o newyorkese. Ma l’anchorman americano vive, attraverso questa esperienza mistica-sentimentale con Maria, la sua settimana da Dio nelle croci e nelle delizie che , nelle intenzioni, assume una natura derivativa fortemente tratta da “Una settimana da Dio”.

Credere o non Credere all’Amore

Gregory infatti veste i panni di un Jim Carrey che attraverso l’esperienza dell’amore subisce e sperimenta pregi e difetti del miracolo divino. Invertendo il potere di Bruce Nolan, il semplice desiderio carnale ed emotivo verso la fidanzata di Dio scatena un marasma di sventure nel segno delle più classica commedia degli equivoci. Subisce un furto, la sua camera viene sostituita con un piccolo stanzino, viene rapito da una squadra anti-mafia, e per ultimo gli viene diagnosticato un cancro al cervello che ha la forma della Sacra Sindone di Gesù Cristo.

Estetica pop dello stereotipo

Indubbiamente un’operazione che riesce al film è l’estrema velocità delle scene che in una produzione realmente italiana avremmo visto estremamente lenta nella presentazione dei personaggi e del loro mondo.  Schomburg si serve della colonna sonora alternative-rock dei Bonaparte per dare freschezza moderna e di ritmo a una pellicola che appare più adatta a un racconto seriale che filmico. In mezzo, assistiamo ad un valzer degli stereotipi. Gag sulla lingua latina riuscite malino e i classici amici gay nel bar tra luci fluorescenti, spogliarellisti con buona pace del Papa morto.

 

De Angelis acerba tra sacralità e profanazione romantica

Uno dei punti deboli, assieme alla costruzione di tutte le tappe della love story, è l’interpretazione di Matilda De Angelis, ben lontana da quelle conosciute. Problemi enormi di dizione, appare svogliata e poco immedesimata nelle sequenze dove ci si aspetterebbe una tensione da grande attrice ( il suicidio della Madre Superiora in primis). Manca tutti i confronti con il suo partner maschile, riprendendosi solo nel confronto con la madre anticlericale che mette in luce, in quei rari momenti in cui il film si rialza, il confronto antitetico tra spiritualità e razionalità.

L’opera di Schomburg vive dell’estrema semplicità del plot e della sua evoluzione, troppo veloce per far comprendere il confronto fede/ateismo e troppo sbrigativo per creare un legame sensato degno di una storia d’amore. Gestazione della trama amalgamata in maniera assai grossolana dove basta un asciugamano post-doccia della De Angelis per alzare il testosterone di Turner e una notte di sesso per farlo innamorare.

I meriti di Hoffmeister in una regia discreta

Notevole è il lavoro del direttore della fotografia attento a ogni dettaglio. Anche con profondità di campo così ridotte, ha cercato di riportarci perfette immagini da cartolina nel cuore periferico di Roma. Essenziale nel passaggio da colorazioni verdi e blu nella scena dell’addio al nubilato, ed eccezionale nel gestire i colori caldi delle lampade dell’Hotel, tanto che in certi punti sembra un novizio Vittorio Storaro.

La regia di Schomburg invece la potremmo definire impeccabile nel senso del senza macchia e senza lode. Non si può di certo dire che sia una messa in quadro entusiasmante, ma nemmeno completamente deficitaria. Meno primi piani sulla De Angelis, eliminando angolazioni inclinate senza senso, e qualche campo più largo sulla città, avrebbero giovato a un compitino senza alcun trasporto scenico.

 

 La leale opposizione ateista della rom-com

L’idea del film è mossa dalla curiosità di vedere cosa succede a Dio togliendogli una sua suora. La sua ira si scatena prima del passo dell’accettazione attraverso il processo romantico e di amorevole constatazione retorica che la fede è in tutti noi, cose, ambienti, e persone.

Dio è una specie di villain onnisciente che punisce e perdona, in un cortocircuito tra credenti e non  in cui l’amore vince su tutto anche sul destino calato dall’alto. Divine – La fidanzata dell’Altro equivoca su tutto, sulla fede, sull’amore e perfino su come una love story dovrebbe essere scritta.

  • Anno: 2020
  • Durata: 93
  • Distribuzione: Chili
  • Genere: commedia romantica
  • Nazionalita: Germania / Italia
  • Regia: Jan Schomburg
  • Data di uscita: 13-August-2020

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