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Incontro con Alessandro Piva, regista di “Henry”

Sabato 17 Marzo, all’Auditorium Stensen di Firenze, c’è stata la proiezione di “Henry”, alla presenza del regista Alessandro Piva e di Alfonso Santagata

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Sabato 17 Marzo, all’Auditorium Stensen di Firenze, c’è stata la proiezione di Henry, alla presenza del regista Alessandro Piva e di Alfonso Santagata, grande attore teatrale qui in una delle sue rare e preziose interpretazioni cinematografiche. Il film, uscito purtroppo in poche sale il 2 Marzo, era ancora inedito a Firenze, ma grazie all’attenta programmazione dello Stensen è arrivato in città, seppur per una sola serata.

Presentato al Torino Film Festival nel 2010, dove ha ottenuto il Premio del Pubblico, Henry ha avuto una difficile e travagliata gestazione distributiva che ha reso difficile, se non quasi impossibile, la sua visione sul territorio nazionale. Si tratta di un noir, contaminato da influenze tarantiniane e dal nostro cinema di genere anni ’70, ambientato in una Roma inedita rispetto a quella vista il più delle volte sul grande schermo. A livello stilistico il film si avvicina più a LaCapa Gira, folgorante e coraggioso esordio di Piva nel lungometraggio, che a Mio Cognato, il suo secondo film interpretato da Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio. In entrambi i film si parla di malviventi di poco conto, ripresi con uno sguardo attento al territorio in cui si ritrovano ad agire e alle connotazioni sociali che esso comporta. Non mancano i toni comici e grotteschi nel cinema di Piva e nelle storie di microcriminalità di cui ci parla, aiutato e ben supportato da un cast azzeccato composto da attori come Paolo Sassanelli , Dino Abbrescia (presenti sia in Henry che ne LaCapa Gira),  Alfonso Santagata e Pietro De Silva.

Al termine della pellicola, il regista si è trattenuto a lungo col pubblico e ha raccontato di come sia stato difficile riuscire a portare nelle sale Henry, dei rifiuti a cui è andato incontro da parte dei vari distributori e di come il costo di produzione sia lievitato arrivando quasi ad un milione e mezzo di euro. Una cifra troppo alta per i tempi che corrono, difficile da sostenere per un piccolo film indipendente come questo. Alfonso Santagata, visto al cinema per la prima volta in Palombella Rossa di Moretti e in seguito in pellicole come Gomorra e Noi Credevamo, ha sottolineato la grande libertà concessa da Piva agli attori e di quanto ciò sia importante per un interprete d’estrazione teatrale come lui abituato a lavorare con una certa autonomia artistica. Simpatico il suo racconto sulla disastrosa prova a teatro in veste d’attore da parte di Nanni Moretti, impacciato e a disagio perché non abituato a calcare il palcoscenico. Non sono poi mancati gli aneddoti e le curiosità su alcune scene tagliate in fase di montaggio ed altre modificate sul set in corso d’opera. Una serata piacevole e interessante in compagnia di un film invisibile al grande pubblico, sorte che condivide con le altre (rare) produzioni  nostrane distanti dalle solite commedie italiane prodotte a getto continuo negli ultimi anni. 

Boris Shumacher

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