Un sogno durato 30 anni. Con una pausa, quella del Covid, che ha tenuto Luciano Ligabue lontano dal palco per ben 3 anni. Il suo film 30 anni in un giorno – Campovolo 2022 celebra il ritorno live del rocker di Correggio e la sua lunga e fortunata carriera. Il film, diretto da Marco Salom, sarà nelle sale dal 20 al 22 marzo, grazie a Vision Distribution.
Tra palco e realtà
È palpabile l’emozione con cui Luciano Ligabue entra in sala al Barberini e si siede tra la stampa, per vedere, per la prima volta in assoluto, 30 anni in un giorno – Campovolo 2022. Trent’anni in un film in cui il regista Marco Salom, autore di numerosi videoclip, ha cercato di ricostruire la storia musicale e personale di Ligabue.
Una storia fatta di successi, di incontri, di amicizia. E soprattutto di concerti. La storia del rocker è tutta lì, sul palco del suo Campovolo.
Ed è da quel palco che Salom inizia a raccontare l’avventura di una delle voci più amate in Italia, regalandoci frammenti di un concerto memorabile, quello del “ritorno sulla scena” del Liga, il 4 giugno 2022, dopo la pausa forzata della pandemia.
Trent’anni in un giorno non ci possono stare, ma sia quel concerto che questo film restituiscono parecchia della mia storia – spiega il cantautore
Sempre “sospeso tra palco e realtà”, come dice uno dei suoi brani più memorabili, il cantante ha voluto rendere omaggio a Campovolo, alle band che lo hanno accompagnato in questo lungo viaggio professionale e umano, agli artisti con cui ha collaborato negli anni, alla sua più grande passione, la musica, e la sua vera linfa vitale, i suoi fan.
Salom ha intervistato i musicisti delle sue quattro band, tra cui la new entry Ora Zero, tutte riunite in occasione del concerto del 2022, i suoi più fidati collaboratori come Maioli che ha reso possibile il sogno di trasformare Campovolo nella Rcf Arena, suo fratello Marco e tanti personaggi del panorama musicale italiano.
Da Elisa a Loredana Berté, da De Gregori a Gazzelle, da Finardi a Mauro Pagani: tanti gli artisti che hanno condiviso con Ligabue quel magico palco e che hanno interpretato le sue canzoni.
Ognuno di loro svela un aspetto diverso del “Liga” ma tutti gli riconoscono una generosità fuori dal comune e l’innegabile dote di saper “trovare le parole”, quelle che non ha mai perso, contrariamente a quello che canta in un suo famoso pezzo, e di saperle mettere in musica, farle arrivare, puntando dritto al cuore di chi ascolta.
Una vita nel segno della musica
Dal 1987, Luciano non si è mai fermato; un successo, il suo, esploso con l’album Buon Compleanno Elvis (1995) che ha lanciato il suo pezzo forse più celebre, Certe notti. La musica del rocker, a cui non interessa identificarsi in un genere, ha raccontato l’amore in tutte le sue forme, in primis, per la vita, “i sogni di rock’n’ roll” di migliaia di giovani, attraversando le generazioni, il nostro Paese.
Ligabue non è solo un interprete dalla voce immediatamente riconoscibile ma un musicista appassionato di chitarre vintage, un cantautore, un animale da palcoscenico, un artista che spazia dalla letteratura al cinema. Un uomo che imputa il suo successo, un po’ al caso un po’ alla magia, a quel numero fortunato che lo accompagna in ogni circostanza, il sette, alle credenze popolari della nonna, ai prodigi della sua terra.
Da Piccola stella senza cielo a Balliamo sul mondo, da L’amore conta a Buonanotte all’Italia, il film di Salom propone i momenti più emozionanti del live e, attraverso quei brani, Luciano, sempre un po’ schivo e riservato, tira le fila di una vita che “non cambierebbe con nessun’altra”.
