Tutti coloro che si sono appassionati alle indagini di John Luther, il poliziotto londinese interpretato da Idris Elba, non potranno che gioire per la comparsa nel catalogo Netflixdi Luther – Verso l’inferno, il film diretto da Jamie Payne tratto dalla celebre serie televisiva.
Luther – Verso l’inferno. La trama
Nel film di Payne, regista specializzato in serie Tv, qui al suo primo vero lungometraggio per il grande schermo, ritroviamo l’ispettore capo Luther, un poliziotto dai modi poco ortodossi ma assai efficace nel risolvere casi di delitti efferati.
Nello specifico John Luther è alle prese con David Robey, un serial killer psicopatico (Andy Serkis) che rapisce le sue vittime per poi ucciderle in maniera atroce, trasmettendone la loro agonia in rete, in una sorta di snuff movie destinati a un pubblico di orridi maniaci.
Tuttavia, caduto in disgrazia e condannato a una lunga pena detentiva per le sue svariate e infamanti accuse, Luther, roso dai sensi di colpa per non esser riuscito a mantenere la promessa fatta alla madre di uno dei rapiti di ritrovare vivo il figlio, continua a seguire, dalla galera, il caso.
Evaso dalla prigione, Luther, con l’aiuto del suo vecchio capo ormai in pensione Martin Schenk (Dermot Crowley) e dell’ispettrice Odette Rayne (Cynthia Erivo), la poliziotta che lo ha sostituito una volta condannato, inizierà una caccia all’uomo che lo condurrà in una vera e propria immersione nell’inferno del male, varcando frontiere dolorose e inimmaginabili in cui il sole non riesce a penetrare e a dare sollievo.
Dalla serie al film
In operazioni come quella realizzata da Jamie Payne, quando, cioè, vengono girati lungometraggi sulla scia di serie televisive di più stagioni e di grande successo, è normale e doveroso fare un confronto fra i due prodotti.
Così è successo per l’altrettanto amata serie statunitense Breaking Bad, a partire dalla quale era stato realizzato un film sequel dal titolo El Camino – Il film di Breaking Bad e dal cui confronto ne era uscito decisamente perdente.
Ma, se in quel caso, la sconfitta del lungometraggio era avvenuta per knock out, nel caso di Luther il confronto appare molto più equilibrato. E se la sconfitta del film alla fine viene comunque decretata, non si può parlare di una débâcle. Continuando a usare un gergo pugilistico, la si potrebbe definire una onorevole sconfitta ai punti.
Infatti il film di Payne, se scorporato dal contesto nel quale è nato, può essere considerato un buon prodotto di genere, in cui la vicenda della caccia all’uomo da parte del poliziotto di colore è supportata da una buona sceneggiatura che evita cedimenti, riuscendo a mantenere sempre costante l’attenzione dello spettatore.
A questo va aggiunto che l’ambientazione spesso notturna nella quale la vicenda si sviluppa, nonché la violenza che non viene di certo lesinata, contribuiscono a indurre uno stato di tensione fondamentale per la riuscita del film.
Cosa manca in Luther il film
Tuttavia, proprio l’aver voluto premere l’acceleratore sull’azione e sulla violenza, alla fine, porta Luther il film a uscire sconfitto dal confronto con la serie televisiva.
Ciò che manca è, soprattutto, un’indagine più approfondita della psicologia dei personaggi. Da quella di David Robey, il killer, la cui vendetta nei confronti dal mondo deriva da un passato appena abbozzato nel film; a quella di Odette, la poliziotta che ha sostituito Luther nell’indagine e che, dapprima, ne rifiuta l’aiuto, per poi affidarsi a lui per salvare la figlia adolescente caduta nelle mani criminali di Robey.
In ogni caso Luther – Verso l’inferno è un film godibile per gli appassionati del genere, che permette di ritrovare il personaggio molto amato di John Luther, sempre bene intrepretato dal bravo Idris Elba.