Sul canale streaming di Sky, noto come Nowtv, è disponibile il toccante Una preghiera prima dell’alba, opera terza del regista francese Jean-Stéphane Sauvaire, con protagonista il valido giovane attore britannico Joe Cole.
Il film ottenne un buon riscontro di pubblico e critica al Festival di Cannes 2017 nella sezione del Fuori Concorso, e figurò in seguito nella Sezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma in quello stesso anno.
Lottare per sopravvivere e potersi redimere
Un giovane pugile inglese senza legami né famiglia, si trova in Thailandia costretto a guadagnarsi da vivere combattendo come pugile per competizioni secondarie. É dipendente dalla droga, e quando, in seguito a un raid, viene trovato pieno di stupefacenti, è arrestato immediatamente e sbattuto in un carcere di massima sicurezza.
In quell’inferno, dapprima soccombe, poi cerca di reinserirsi, di guadagnarsi la fiducia di una trans che gli anticipa la moneta corrente in quel posto, ovvero le sigarette, per permettergli di venir ammesso nella squadra di pugili dell’Istituto, con una chance in più di sopravvivere e di farsi valere.
Una preghiera prima dell’alba
La cine-biografia del vero William Moore trova, in questo molto realistico adattamento molto realistico del francese Jean-Stéphane Sauvaire, una valida e potente carica espressiva, seguendo una storia drammatica che, se pure reale, non appare in effetti nuova a quanto si è già visto sul grande schermo: la situazione carceraria disumana e crudele non può non ricordare Fuga di mezzanotte, e la dinamica del prison movie nel cinema dell’Est ha avuto già meravigliosi precedenti, per quanto decisamente meno realistici di questo.
Infatti il film, nella crudezza senza speranza nel raccontare un percorso agli inferi di una umanità che si stenta a riconoscere, entro quelle mura devastate dall’imbarbarimento, appare valido e il piglio conferito alla vicenda, che mai esalta situazioni improbabili, anche a costo di ricorrere a rischi di anti-spettacolarità, si dimostra il più assennato, il più veritiero e onesto nel rendere le drammatiche vicissitudini del nostro uomo.
Ad interpretare il muscoloso protagonista, troviamo un attore in quegli anni emergente, apprezzato già altrove in altri lavori: Joe Cole, pallido ed efficiente come una macchina che ha perso ogni sentimento, salvo sfoderarlo quando la necessità aguzza l’ingegno o quando ci si accorge che la riconoscenza e la risposta del cuore sono le uniche soluzioni possibili, anche nel posto più distante dall’apparire umano e vivibile.