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‘Io tu noi, Lucio’ L’imperdibile biopic su Lucio Battisti

La storia, la musica, la passione di Lucio Battisti

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Io tu noi, Lucio il biopic di Giorgio Verdelli è disponibile su Netflix.

Io tu noi, Lucio è un viaggio nell’universo di Lucio Battisti, dagli esordi come chitarrista nei dancing ai trionfi con Mogol, sino agli ultimi dischi con i testi della moglie, in arte Velezia, e del poeta Pasquale Panella.
Musicisti, amici e collaboratori raccontano l’artista inimitabile, l’uomo di rottura che ha abbattuto tutti gli schemi della nostra musica, rivelandoci tutti i segreti di come incideva i suoi capolavori.

Una personalità complessa che si celava dietro l’apparente semplicità musicale. Battisti era in realtà un produttore meticoloso che non lasciava nulla al caso, con soluzioni musicali e una scrittura internazionale che sorprendono ancora oggi, svelando la modernità della sua composizione capace di conquistare anche le giovani generazioni.

Prodotto da Alessandro Lostia per IndigoStories, il film è scritto e diretto da Giorgio Verdelli.

Guarda il biopic su Netflix

io tu noi lucio

Un gioiello musicale è il biopic di Giorgio Verdelli, impreziosito da importanti video degli anni Settanta e dalle interviste del regista ai più importanti collaboratori e conoscitori di Battisti.

Il docufilm è imperdibile non solo per chi ama la musica, ma anche per chi vuole saperne di più sul grande cantante.
Verdelli, che ci aveva già convinti con Paolo Conte, via con me, realizza il biopic per celebrare gli 80 anni dell’artista. Mediante l’utilizzo di video e di interviste a grandi personaggi della musica e dello spettacolo, e grazie a uno stile sobrio, il regista anche questa volta porta a termine un interessante lavoro. La sua è infatti una vera e propria indagine che consente di conoscere Battisti prima dell’attività da solista. In questo modo lo spettatore scopre il grande studio dietro ogni canzone e ogni suono. Battisti, prima della fama, era già un grande musicista. Esperto conoscitore di musica mondiale, fece di queste nozioni la base da cui partire per essere un artista di successo.

Io tu noi, Lucio : La storia

Lucio Battisti amava visceralmente la musica. La sua storia inizia da una grande preparazione musicale, in particolare dello strumento della chitarra. I primi passi infatti furono proprio come chitarrista nel gruppo I campioni con cui, per circa quattro anni, realizzò diversi successi. Ne I campioni c’era anche Roby Matano che, notandone la bravura, lo convinse a diventare un solista introducendolo nel mondo delle etichette discografiche.
Matano confessa alla macchina da presa che in Lucio vi era qualcosa di diverso. Un approccio allo strumento che gli consentiva di andare oltre alla semplice esibizione. E così, firmato un contratto annuale con una casa discografica, Lucio incontrò colui con cui stringerà un sodalizio artistico, e umano, che cambierà la musica italiana -e mondiale- per sempre: Mogol.

La Libertà

Mogol spiega a Verdelli che Lucio, entrando nel mondo delle etichette, ebbe l’opportunità di incontrare numerosi musicisti. Questi incontri divennero man mano dei veri e propri scambi che culminarono in collaborazioni e produzioni. Battisti era solito far imparare a memoria gli spartiti delle sue canzoni ai musicisti che suonavano con lui. In questo modo, avevano libertà espressiva e, non essendo legati al pentagramma, erano liberi di improvvisare. Le sue prove divenivano delle jam session a cui tutti volevano partecipare. Eugenio Finardi, Franco Mussida, Matano, Tony Cicco, Alberto Radius e gli altri che hanno potuto condividere quelle ore di libertà trascorse con Battisti descrivono una persona incredibile. Seria, appassionata e coinvolgente. Una personalità tanto aperta alla musica quanto chiusa davanti a domande personali o scomode.

«Io propongo delle cose. Vi emozionano? Vi piacciono?» – Lucio Battisti

Rispondeva così Battisti a chi negli anni Settanta in una delle tante trasmissioni a cui partecipava, chiedeva chi fosse Lucio Battisti. Mogol spiega che non si trattava di presunzione o arroganza. Quando si entrava nel privato, Lucio diveniva spesso intrattabile, ma più per timidezza. Emblematica l’accusa di fascismo con l’uscita di Il mio canto libero. La copertina del disco, sfondo bianco con mani al cielo, ricordava a critici fantasiosi il saluto fascista. Alle accuse però il cantante non rispose mai. E Mogol precisa che il suo silenzio era la sua risposta. A Lucio non interessava professare la sua ideologia politica. Interessava parlare e cantare solo di amore.

io tu noi, lucio

Io tu noi, Lucio: il 1971 

Una delle tappe fondamentali della storia è quella del 1971. Mogol realizza il programma Tutti insieme, uno spazio autogestito completamente da musicisti che, senza scaletta e senza alcun presentatore, eseguivano brani dal vivo. Una grande jam session in cui si affacciavano i nuovi volti della musica italiana, tra cui una giovanissima Mia Martini, o gli amici di sempre del paroliere. Tra loro, ovviamente, il trascinatore era Battisti che, in quel clima di gruppo, portò il suo estro creativo a un livello straordinario.
Sebbene non amasse esibirsi dal vivo in concerti per la poca cura con cui venivano trattati gli strumenti, Lucio componeva musiche intense e strumentalmente complicate. Collaborare con lui una fortuna, essergli amico un onore.
Come in tanti sottolineano nel corso del biopic, agli strumenti e alle parole Lucio Battisti univa la sua voce con cui toccava corde emotive sconosciute ai più. La sua personalità emergeva proprio in quei momenti, quando lo struggimento delle parole arrivava alla massima espressione grazie alla sua voce.

«Nell’Italia c’è un prima e dopo Battisti» sancisce Io tu noi, Lucio e dopo questa visione, non possiamo che essere d’accordo.

Lucio Battisti al cinema. Colonne sonore, videoclip, immagini

  • Anno: 2020
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: Indigo
  • Genere: Biopic
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giorgio Verdelli

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