Taxidrivers Magazine

“Dollars” & “The Silent Partner”

Tutto il cinema degli anni Settanta. Rubrica a cura di Paolo Gilli

Published

on

Come promesso, Double Bill ritorna sul genere degli heist o caper-movies, quello che da noi viene definito più banalmente film di rapina, e lo fa con due pellicole interessanti: $ (1971) e The Silent Partner (1978). 

Dollars aka The Heist (da noi Il genio della rapina), diretto e sceneggiato dal sottovalutato Richard Brooks (In Cold Blood, The Professionals) vede protagonisti Warren Beatty, nel ruolo di Joe Collins, responsabile della sicurezza di una banca tedesca, e Goldie Hawn, una prostituta dal cuore d’oro di nome Dawn Divine (gran nome per una pornoattrice), sua complice. I due mettono a segno un colpo in banca talmente geniale che nessuno se ne accorge, esclusi i proprietari di tre cassette di sicurezza, che per ragioni diverse non possono dichiarare il furto. Questi ben presto però riescono a mettersi sulle tracce della coppia ormai in fuga. Riusciranno i nostri a farla franca?

Se la prima parte di Dollars, a causa dell’introduzione dei personaggi e delle varie sottotrame, fatica un po’ a mettersi in moto, il colpo in banca e tutta la seconda parte, invece, collocano il film in una zona superiore del genere. In particolare l’ultima mezz’ora, in pratica un unico lungo inseguimento, denota le capacità registiche di Brooks. Beatty e la Hawn sono circondati da un cast adeguato, tra cui Gert Fröbe (l’indimenticabile Goldfinger), Robert Webber (da The Dirty Dozen e Bring me the Head of Alfredo Garcia al nostro Piedone ad Hong Kong) e Scott Brady (da Johnny Guitar a Gremlins).

Dollars, che all’epoca ebbe un buon successo di critica e di pubblico, oggi non se lo ricorda più nessuno, e forse l’elemento più longevo rimane la colonna sonora di Quincy Jones, specialmente il pezzo che prende il titolo dal film. Il che è un vero peccato, perché nell’insieme si tratta di un buon caper-movie, con più di qualche sorpresa, anche se paga un po’ il passare degli anni.

Per niente datato invece è il gioiello di Daryl Duke, The Silent Partner (da noi L’amico sconosciuto). Duke, che ha lavorato soprattutto per la televisione (ha diretto, tra gli altri, il famoso Uccelli di rovo), dimostra una mano sorprendentemente buona in cabina di regia, dosando suspense e azione alla perfezione. Una parte del merito è da attribuire anche alla sceneggiatura di Curtis Hanson (L.A. Confindential, 8 Miles), precisa come un orologio e dai molteplici twist assolutamente imprevedibili. Qui però ci si presenta un problema non indifferente. Non c’è modo di addentrarsi nella trama di The Silent Partner, senza spoilerare il film. Di conseguenza ci limitiamo al minimo indispensabile.

Due uomini, un ladro e un cassiere di banca si scontrano in una metaforica partita di scacchi, prima psicologica, poi sempre più fisica, in cui nulla e nessuno viene risparmiato. Un gioco al massacro tra gatto e topo, in cui i ruoli si capovolgono di continuo. Non ci sono “buoni” in The Silent Partner. Tutti i personaggi hanno a cuore soltanto il proprio interesse e, naturalmente, tutto gira intorno ai soldi e al potere. Un potere talmente ammagliante da riuscire a cambiare chiunque e far emergere il peggio in ogni individuo. Duke ha il coraggio di portare fino in fondo questo discorso, regalandoci un finale amorale memorabile.

A coronare il tutto ci sono le splendide interpretazioni di Christopher Plummer e Elliot Gould, da annoverare sicuramente tra le prove migliori nelle carriere di entrambi gli attori. Nel cast figurano anche la sempre affascinante Susannah York (premio Oscar per Non si uccidono così anche i cavalli? di Sidney Pollack), nonché l’indimenticato John Candy in una delle sue prime apparizioni sul grande schermo. Ad essere precisi, il film di Duke è sì un heist-movie, ma pesantemente contaminato dal thriller (con inaspettati flash di violenza), il che lo rende abbastanza unico nel genere. Un notevole successo di critica e pubblico dell’epoca, The Silent Partner è tra la manciata di pellicole canadesi degli anni Settanta da vedere assolutamente. Un gran film.

A questo punto rimane l’enorme curiosità di vedere il danese Think of a Number (Tænk på et tal, 1969) diretto da Palle Kjærulff-Schmidt basato sul libro di Anders Bodelsen, di cui The Silent Partner è un remake.

 

Paolo Gilli

Commenta
Exit mobile version