‘Creed III’ Michael B. Jordan va a segno al primo colpo

Creed III è uscito a distanza di circa quattro anni dal precedente capitolo.

Dietro e davanti alla macchina da presa, Michael B. Jordan debutta alla regia con un film ben modellato su di lui, sulla sua fisicità e su un personaggio che ormai lo rappresenta in pieno. Al suo fianco, tornano Tessa Thompson, nei panni della compagna Bianca, e Wood Harris, in quelli dell’allenatore Duke.

Il film è ora disponibile su Prime Video.

Creed III | La trama

Sei anni dopo aver conquistato il titolo di campione del mondo di pesi massimi, Adonis Creed (Jordan) ha abbandonato il ring e rimesso a nuovo la Delphi Academy, assumendone la direzione. Lo scopo è quello di formare una nuova generazione di pugili, con l’aiuto del suo storico allenatore Duke (Harris) e l’immancabile supporto di Bianca (Thompson).

I due hanno ormai una vita serena e soddisfacente, sebbene non priva di sacrifici. Stare dietro le quinte e non sotto i riflettori, come hanno sempre sognato, è difficile ma non impossibile. Ciò che conta davvero è l’amore che li unisce e che dimostrano alla figlia Amara (Mila Davis-Kent), non udente e sin troppo appassionata di boxe.

Si fa fatica a ripensare al passato.

Il ritorno di un amico di lunga data, Damian “Dame” Anderson (Jonathan Majors), getta Adonis indietro nel tempo e lo costringe a fare i conti con sentimenti che pensava sepolti per sempre.

Al di là dell’intrattenimento

Tra sensi di colpa, rimorsi e rancore, Creed III mette in scena molto più di quanto si immagini, nonostante sia un’opera di intrattenimento a tutti gli effetti. Nel corso dei circa 120 minuti di durata, viene sollevata una serie di questioni rilevanti, che accomunano tante persone e che arricchiscono il progetto dal punto di vista narrativo.

Inoltre, permettono di conoscere meglio uno dei personaggi sportivi cinematografici più amati degli ultimi tempi. In fondo, e con le dovute differenze, Adonis Creed è il diretto discendente del mitico Rocky Balboa. E non sarà un caso se, in più di un’occasione, la pellicola sembra voler omaggiare il pugile reso celebre da Sylvester Stallone.

Tutti amano le favole sui perdenti.

Un grande debutto per Michael B. Jordan

In cabina di regia, Jordan appare sicuro e consapevole, in grado di distinguersi e di lasciare una sua personale impronta. Si percepisce la conoscenza – acquisita in questi anni – che ha della materia e la passione che lo guida nel presentarla sullo schermo. Ne è una dimostrazione lampante la scena finale sul ring, durante la quale emerge tutto ciò che attraversa, caratterizza e schiaccia le due personalità in lotta.

Photo credit: Eli Ade
© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved
CREED is a trademark of Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc. All Rights Reserved.

Distogliere lo sguardo da quel momento si rivela impossibile, catturati da sensazioni vibranti ed eterogenee. Da un lato, l’adrenalina crescente a ogni pugno che va a segno, a ogni goccia di sudore, a ogni movimento che somiglia a una danza tribale. Dall’altro, una riflessione a livello più profondo.

Creed III | La boxe come catarsi

In palio non c’è solo il titolo di campione, quanto piuttosto una presa di coscienza, un desiderio di rivalsa, un’affermazione di se stessi. Quando troppe cose rimangono in sospeso, la necessità di affrontarle e risolverle, in un qualsiasi modo, si fa impellente.

Se Adonis è cresciuto accantonando il passato, tenendolo nascosto anche a coloro che ama incondizionatamente, Dame ha covato rabbia, traendone la linfa per andare avanti e non mollare mai. In Creed III vengono simbolicamente vestiti uno di bianco e uno di nero, ma nella realtà dei fatti non esistono buoni e cattivi.

Photo credit: Eli Ade
© 2023 Metro-Goldwyn-Mayer Pictures Inc. All Rights Reserved
CREED is a trademark of Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc. All Rights Reserved.

Vittime innocenti di una società che non ha saputo render loro giustizia, hanno dovuto farsela da soli. Le scelte dettate dalla giovane età li hanno allontanati, ma la condivisione di momenti così difficili non si cancella e continua a intaccare gli animi. Ecco allora la boxe, che sopraggiunge a canalizzare tutte quelle emozioni e a diventare un’eccezionale espressione catartica.

Avrò lasciato la boxe, ma la boxe non ha lasciato me.

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.