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Berlinale

‘Ingeborg Bachmann – Reise in die Wüste’ un viaggio nel deserto a Berlino

Per la sesta volta a Berlino torna in concorso la regista Margarethe von Trotta

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Ingeborg Bachmann Reise in die Wüste

Presentato il concorso alla Berlinale 2023 il film Ingeborg Bachmann – Reise in die Wüste di Margarethe von Trotta.

Ingeborg Bachmann – Reise in die Wüste: la sinossi

Lei è austriaca, lui svizzero; lei è una poetessa, lui un drammaturgo; lei è temeraria ma vulnerabile, lui è avventuroso ma un po’ conservatore. Quando Ingeborg Bachmann e Max Frisch si incontrano per la prima volta a Parigi nell’estate del 1958, sono già celebrità internazionali del mondo letterario. Nei quattro anni che seguono, si dilettano nel grande amore e in una relazione aperta tra la città natale di lui, Zurigo, e la Roma adottiva di lei. Frisch invidia la fama di lei; Bachmann trova fastidioso il rumore della sua macchina da scrivere e la sua gelosia. Lei è emancipata, sperimenta un’esistenza liberata, è mobile e produttiva; a Berlino scrive il famoso discorso: La verità è sopportabile per l’umanità. Si rende conto solo in seguito di soffrire, e di quanto, con Adolf Opel nel deserto e con Hans Werner Henze in Italia. (Fonte: Berlinale)

Cos’altro sapere sul film

Margarethe von Trotta intreccia i tempi prima e dopo la catastrofe. La sua regia è schietta, sobria ed elegante. Ronald Zehrfeld nel ruolo del corpulento Frisch, fumatore di pipa, e Vicky Krieps (nel ruolo di un’altra figura di culto dopo l’imperatrice Sissi) sono la coppia perfetta. Questo film non parla della fine fatale della Bachmann, ma delle sue speranze di amore e rispetto, nella letteratura e nella vita.

La regista di Ingeborg Bachmann – Reise in die Wüste

Nata a Berlino, in Germania, nel 1942, ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni ’60 come attrice in film di Rainer Werner Fassbinder e Volker Schlöndorff. Ben presto si dedica alla scrittura di sceneggiature e passa alla regia. Nel 1975 scrive e dirige Die verlorene Ehre der Katharina Blum in collaborazione con Volker Schlöndorff. Nel 1977 debutta come regista solista con Das zweite Erwachen der Christa Klages. Tra i protagonisti del cinema d’autore tedesco, il suo lavoro è stato presentato sei volte alla Berlinale. Nel 2022 ha ricevuto il premio European Cinema Lifetime Achievement Award.

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