Camilla Filippi è Giulietta Masina nella docuserie Io e lei la cui seconda stagione è disponibile su Sky Arte dal 14 febbraio con un nuovo episodio a settimana (a eccezione dei primi due, usciti insieme). L’attrice è la protagonista del secondo episodio. L’episodio è incentrato, appunto, su Giulietta Masina, interpretata da una Camilla Filippi che introduce lo spettatore anche nel modus operandi della costruzione del personaggio. A lei abbiamo chiesto com’è stata questa esperienza.
Il difficile compito di Camilla Filippi come Giulietta Masina
Cosa hai pensato appena hai saputo di dover studiare e interpretare il personaggio di Giulietta Masina?
Ho pensato subito che si trattava di una grande occasione perché avrei potuto rivedere i suoi grandi film e le sue grandi interpretazioni. Li avevo visti anni fa, ma poi è difficile, anche considerando tutti i film che escono continuamente, che si ritorni a vederli. Rivedere quei film da grande è stata un’opportunità meravigliosa perché li ho visti con occhi diversi, quindi c’è stata sicuramente tanta gioia.
Si tratta indubbiamente di un personaggio ambito. Da una parte tutti vorrebbero portarlo sullo schermo, vista la sua importanza soprattutto nel cinema, ma dall’altra è anche un personaggio temuto per il fatto di doversi confrontare con una figura del genere. Come hai lavorato? Qual è stato il tuo approccio?
La fortuna di questo tipo di progetto è che già dal nome ti metti in una posizione di tranquillità: Io e Lei. Quindi non io che sono lei, ma io e lei insieme in un incontro, in una fusione.
Quello che abbiamo deciso di fare è stato rivedere tutti i suoi film, ho cercato di vedere tutte le interviste che si potevano trovare e ho letto una biografia, l’unica che c’è su di lei, non troppo autorizzata (ride, ndr). Poi con Massimo Ferrari, il regista, abbiamo semplicemente iniziato a parlare di quelle che erano le emozioni che lei mi provocava e insieme siamo andati a cercare di capire quali erano le affinità tra me e lei, quali erano le cose che di lei mi piacevano.
Poi l’ho conosciuta meglio anche attraverso la voce di chi realmente l’ha conosciuta, come sua nipote, la nipote di Federico Fellini e un’insegnante che era figlia di un caro amico del padre di Giulietta. Giulietta era molto legata alla sua terra e quindi, attraverso i loro racconti, ci siamo fatti un’idea. Poi, mentre la stavamo cercando, ho capito che Pax Paloscia, un’artista, aveva un animo e un cuore molto simile al mio e a quello di Giulietta ed era la persona giusta che avrebbe potuto dare un altro sguardo artistico.
Un lavoro di squadra
Quindi è nato tutto insieme, è stato un lavoro comunitario?
Esatto, la base del lavoro è stata una ricerca insieme. Poi ovviamente sulla base delle considerazioni, di quello che usciva e dello sguardo, il regista scriveva il copione. Però è stato proprio un lavoro di squadra.
Anche la selezione delle scene di finzione è stata fatta insieme.
Sono state scene nate da chiacchiere tra me e Massimo. Ci sono alcuni pezzi in cui iniziamo a parlare di Giulietta, ci sono dei ragionamenti. Poi naturalmente sono state estrapolate delle piccole parti. Secondo me è proprio un grande lavoro di squadra, come un grande spettacolo teatrale. C’è un testo e una base, ma poi si cerca, si prova.
Camilla Filippi per Giulietta Masina: attrice e autrice
Cosa vuol dire recitare in una docuserie? Tu sei attrice, ma in questo contesto ti sei messa indirettamente dall’altra parte facendo domande alle nipoti, mostrando il procedimento che ha portato alla realizzazione dell’episodio.
Sono stata un po’ autrice da un certo punto di vista.
Le domande erano proprio mie perché era la mia curiosità. Quando si interpreta un personaggio quello che si fa è esplorare quel personaggio. Devi farti tante domande per capire chi è il personaggio che devi andare a interpretare. E questo fare le domande è vero che è un ruolo in cui difficilmente mi trovo, ma, in realtà, difficilmente mi trovo davanti alla macchina da presa perché nell’intimità, quando preparo un personaggio, io mi faccio delle domande alle quali rispondo da sola (o confrontandomi con il regista di turno). Più informazioni si hanno su un personaggio più si è solidi nel momento in cui si va a interpretarlo. Almeno per me è così.
La trasformazione degli attori
A un certo punto affermi lei è potuta diventare tante volte un’altra. In teoria è quello che capita a ogni attore e attrice, ma è davvero così? Ti sei trovata a diventare tante volte un’altra? O c’è sempre stata Camilla Filippi dietro a quello che interpretavi?
Io ho interpretato dei personaggi che a volte erano più tematici e a volte erano meno tematici. A volte avevano delle caratteristiche che mi corrispondevano di più e allora andavo a scavare in una direzione di sentimenti che in qualche modo conoscevo, ma cercandogli una sfumatura diversa. Altre volte, invece, sono andata nella direzione opposta alla mia perché quel personaggio era totalmente diverso da me. Quindi il mio lavoro è stato quello di lavorare sulle differenze. A volte ci sono personaggi che ti portano in mondi sconosciuti. Però ogni volta che interpreti un personaggio, anche quello che ti assomiglia di più ti permette di scoprire qualcosa di nuovo di te stesso.
Che è la cosa più stimolante.
Esatto. Infatti io cerco sempre di mettermi in discussione e di spingermi a fare cose che magari non ho fatto perché altrimenti diventa una cosa come le altre, sempre uguale. E spesso alle donne accade che chiedano loro di fare sempre le stesse persone.
In questo senso la serie calza a pennello e anche Giulietta Masina si presta bene a questa idea. Soprattutto quando afferma che lei ha sempre voluto essere chiamata Giulietta Masina e non Giulietta Fellini.
Lei era una donna molto indipendente pur avendo il focolare come centro, pur credendo molto nella famiglia. Ma la sua indipendenza l’ha sempre difesa. Però nel 2021 è stato il centenario della nascita, ma non è stata celebrata come avrebbe dovuto esserlo. Questo perché si tende sempre a togliere qualcosa quando si è la moglie di.
La fisicità per Camilla Filippi e per Giulietta Masina
Rimanendo sul discorso del lavoro fatto sul personaggio parli anche di fisicità e del fatto che hai dovuto fare un lavoro in questo senso per avvicinarti a lei. Ti ritrovi nella definizione di attrice fisica nel senso di attrice che mette completamente il proprio corpo, la propria fisicità e gestualità a servizio del personaggio, del prodotto e/o della regia?
Io sono ossessionata dal corpo. Sono dell’idea che noi siamo un insieme di cose. Per esempio una persona molto pigra difficilmente avrà un fisico atletico, una persona molto triste tendenzialmente non ha una postura eretta, la timidezza non è eretta, la gioia ti porta in apertura. Ci sono miliardi di questi esempi che mostrano come lo stato d’animo ti porta a essere in un determinato modo. Ecco perché per me la fisicità è imprescindibile. Tutto è legato.
A un certo punto parli del trucco e di come anche questo sia necessario per caratterizzare qualcuno. Quindi anche il dettaglio a cui una persona, in questo contesto, attribuisce meno peso in realtà contribuisce a questo.
Sì, per esempio le sopracciglia cambiano completamente lo sguardo di una persona che diventa irriconoscibile. Ed è molto divertente lavorare su quella parte lì.
Il rapporto tra le due
Cosa pensavi di Giulietta Masina prima di questo lavoro? E cosa pensi adesso? Com’è cambiato (se è cambiato) il tuo rapporto con lei?
È cambiato totalmente. Quelli sono film che ho visto quando avevo vent’anni più o meno e sono la base della cinematografia italiana che devi conoscere soprattutto se vuoi fare l’attrice. Invece, vedendoli da adulta, li ho visti non solo come attrice, ma anche come donna.
C’è un altro personaggio che avresti voluto interpretare tra quelli proposti negli altri episodi?
Onestamente non so rispondere a questa domanda. Anzi quando vidi la prima stagione dissi se dovessero fare un episodio su Giulietta Masina mi piacerebbe farla. Anche perché in qualche modo abbiamo un’estetica simile. Ho sempre pensato a lei, ma anche loro hanno pensato a me. Mi hanno proprio detto quando si è parlato di Giulietta abbiamo pensato subito e solo a te.
Il teatro
A breve sarai impegnata a teatro in uno spettacolo dove viene messa nuovamente al centro la figura femminile. Ti ha influenzato in qualche modo l’episodio di Io e lei?
Innanzitutto devo dire che per me è fondamentale trattare personaggi, esseri umani, storie che permettono di riflettere, anche ridendo. Nello spettacolo, per esempio, ci sono dei personaggi che fanno ridere, ma ridi e c’è un pensiero dietro alla risata.
Penso che in questo periodo storico, con quello che succede in Iran e nel resto del mondo in cui alle donne continuano a togliere diritti, ci sia la necessità di scegliere di raccontare storie di donne che hanno lottato e fatto la differenza per la nostra indipendenza e che fanno pensare a che responsabilità abbiamo rispetto alle persone che si sono sacrificate, ma anche verso le generazioni future. Ed è una battaglia ancora da fare.
È uno spettacolo che vorrei portare nelle scuole per risvegliare l’identità delle donne perché ci mettono nella condizione di autolimitarci: a volte, per come è la società, noi stesse ci limitiamo. Questo spettacolo è importante perché racconto sei donne che hanno cambiato veramente la narrazione delle donne. E non è questione di femminismo, ma di un’identità. La parità intellettuale è parità intellettuale. E infatti la regia è di Susy Laude, che è appunto una donna.
Un film con Giulietta Masina
Nell’episodio su Giulietta Masini vengono citati alcuni titoli di film. Hai un film del cuore con Giulietta Masina?
Le notti di Cabiria forse è l’interpretazione che ho amato di più perché lì lei aveva una verità incredibile, per emozioni e significato. Più che La strada, dove è stata bravissima, così come in tutte le altre interpretazioni.
Infatti Le notti di Cabiria viene citato più volte nell’episodio.
Sì, per forza. Ha dei ritmi diversi da quelli a cui siamo abituati, ma non è invecchiato affatto male.
Riferimenti e progetti futuri
C’è un’attrice o un/un’artista che hai come riferimento o che prendi come esempio?
Tutti, chi fa belle e grandi interpretazioni. Più vedi e più ti nutri. Più incontri persone, più conosci, più sei curioso e più ti nutri. Per me qualsiasi interpretazione è importante per andare a costruire il mio lavoro.
Adesso sei concentrata sul teatro, ma ci sono anche nuovi progetti cinematografici o televisivi all’orizzonte?
Sì, sarò a teatro dal 21 febbraio. Poi, in concomitanza con lo spettacolo, inizio a girare un film di cui però non posso dire niente.
Posso, però, anticipare che fra qualche mese uscirà Christian, una serie per Sky che è adesso alla seconda stagione e io, insieme a Laura Morante, entro come nuovo personaggio.
Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli