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Berlinale

‘Superpower’ Sean Penn, Zelensky e l’Ucraina nel doc a Berlino

Un documentario sull'Ucraina nato al momento giusto nel posto sbagliato.

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Presentato fuori concorso alla Berlinale 2023 il documentario di Sean Penn dal titolo Superpower.

Sean Penn e il suo documentario Superpower

L’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina ha il suo primo documentario: firmato da Sean Penn, si intitola Superpower ed è il racconto di mesi di incontri ravvicinati, in persona e via Zoom, del due volte premio Oscar e del suo co-regista Aaron Kaufman con il presidente Volodymyr Zelensky.

La trama

Quando i registi Sean Penn e Aaron Kaufman iniziarono le riprese di Superpower all’inizio del 2021, un’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin era una minaccia incombente, anche se apparentemente lontana.

Penn e Kaufman si sono recati in Ucraina per saperne di più su Volodymyr Zelensky, l’attore e comico che ha interpretato un improbabile candidato alla presidenza in televisione prima di diventare l’effettivo Presidente dell’Ucraina, e che a quel punto era noto agli americani soprattutto per aver respinto i tentativi di coercizione nello scandalo Trump-Ucraina del 2019 che ha portato all’impeachment e alla successiva assoluzione del Presidente Donald Trump.

Ma il 24 febbraio 2022, mentre Penn e Kaufman stavano girando a Kiev, l’invasione di Putin fece il giro del mondo. Mentre le esplosioni scuotevano la città, divennero involontari testimoni in prima fila di questa storica lotta tra “Davide e Golia”. Penn ha condotto la prima di numerose interviste con Zelensky la notte dell’invasione e, profondamente colpito da ciò che ha visto a Kiev e durante il viaggio del team del film verso il confine, è diventato un ambasciatore non ufficiale dell’Ucraina e del suo improbabile leader. (Fonte: Berlinale)

Le parole del direttore artistico su Superpower di Sean Penn

È un documentario girato in circostanze difficilissime, ma è anche un film che racconta il ruolo dell’arte e dell’artista in tempi difficili.

ha detto il direttore artistico del festival Carlo Chatrian che ha organizzato, per commemorare l’anniversario dell’invasione, una serie di eventi che coinvolgono cineasti dall’Ucraina di cui verranno presentati, nel corso della rassegna, nove nuovi film. Penn, come registrato dalle cronache di un anno fa, si era trovato al posto giusto nel momento sbagliato o viceversa, a seconda delle prospettive. Nel suo primo incontro con Zelensky il presidente ucraino era in giacca e cravatta, come si addice a un capo di stato nel suo palazzo. Era il 23 febbraio, e fu questione di un attimo: il giorno dopo le bombe russe cominciarono a piovere sull’Ucraina, e Zelensky da allora indossa la tuta mimetica grigioverde.

La genesi dell’idea

L’idea iniziale di Penn e Kaufman era di raccontare l’inconsueta traiettoria di Zelensky, da attore, comico e producer nella parte di un professore di storia eletto presidente dell’Ucraina nella serie satirica Servitore del Popolo, a star politica eletto presidente nella vita reale nel 2019 e subito coinvolto nelle polemiche del processo di impeachment contro Donald Trump.

Quando ha deciso di entrare in politica la gente sapeva chi era e ha reagito emotivamente al personaggio che aveva creato.

ha detto Penn a Variety che lo ha intervistato in vista della prima.

L’attacco russo ha cambiato la trama:

Pensiamo a uno scontro tra David e Golia. David era agile, pronto a combattere in modi diversi.

ha detto Kaufman a Variety. E Penn ha aggiunto:

David gli Ucraini. Mentre Golia sono centinaia di migliaia di russi, e non stanno vincendo la guerra.

Sean Penne  Zelensky

Penn, che ha donato a Zelensky una delle sue statuette degli Oscar (penso quello per Mystic River. Glieli avrei dati tutti e due ma mi piace viaggiare leggero, ha detto a Variety) ha una Ngo, Core, nata dopo il terremoto a Haiti nel 2010, che da allora è sul terreno in Ucraina, Polonia e Romania, dando aiuti di emergenza a oltre 200 mila persone tra cui famiglie profughe e sfollate nel loro stesso paese. Sul suo impegno in Ucraina con Core, Penn ha detto a Variety che molti dei suoi donatori tradizionalmente di sinistra gli hanno chiesto:

«Come possiamo aiutare a mandare lì armi?». L’amicizia con Zelensky, nata da circostanze inaspettate e temprata dalla guerra, è diventata profonda nel corso dell’ultimo anno: «Non posso parlare per lui, ma certamente per me, ricordo di essere uscito dal mio secondo incontro con lui, il giorno dell’invasione, pensando: amo quest’uomo».

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