Tutto in un giorno, dell’attore argentino Juan Diego Botto qui alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, esce nelle sale italiane distribuito da BIM Distribuzione dopo essere stato presentato all’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia.
il trailer del film con Penelope Cruz
Tutto in un giorno. Un’opera che affronta con coraggio il drammatico problema degli sfratti nella Spagna odierna
Si tratta di un’opera che affronta con realismo un problema particolarmente sentito in Spagna (il film è ambientato a Madrid): quello degli innumerevoli sfratti che ogni anno vengono eseguiti nel paese iberico a causa dell’impossibilità di continuare a pagare il mutuo da parte dei proprietari, a fronte del continuo aumento dei tassi di interesse.
Il titolo originale, En los márgenes, rende meglio l’idea, rispetto a quello della versione italiana, delle intenzioni di Botto nel descrivere, attraverso le vicende di alcuni personaggi, un’intera classe sociale marginalizzata, messa in ginocchio da una crisi dura che pare essere senza possibilità di soluzione.
A intersecarsi fra loro nel racconto, scritto dallo stesso regista insieme a Olga Rodriguez, le storie di tre donne. Innanzi tutto quella di Azucena (Penélope Cruz), madre di un bambino in età scolare, intenzionata a non lasciarsi cacciare dalla casa acquistata con grande sacrificio e in procinto di esserle sottratta dalla banca creditrice. Non sorretta dal marito Manuel (lo stesso Juan Diego Botto), che vive di lavori precari e che ormai si dà per vinto, Azucena trae la forza e il coraggio di lottare nella solidarietà espressa da un gruppo di uomini e donne colpiti dal medesimo problema.
Badia (Somaya Taoufiki), invece, è un’immigrata maghrebina che, con l’accusa di negligenza, rischia di perdere l’affido della figlioletta, trovata dalla polizia sola in casa, mentre la madre lavora duramente come donna delle pulizie in vari locali.
Infine, c’è Teodora (Adelfa Calvo), un’anziana donna che si vede recapitare l’ingiunzione di sfratto per morosità poiché è impossibilitata a far fronte ai propri debiti, dopo essere stata la garante per un investimento fallito da parte del figlio Germán (Font García) il quale si rifiuta, per vergogna, di rispondere agli innumerevoli tentativi di riavvicinamento da parte della madre.
Punto di raccordo delle tre storie è Rafa (Luis Tosar), un avvocato idealista, impegnato notte e giorno a difendere i diritti dei più deboli a costo di perdere di vista quelli che sono gli impegni con i suoi cari: la compagna incinta Helena (Aixa Villagrán) e il figlioccio adolescente Raúl (Christian Checa).
Film dal forte impegno sociale
Tutto in un giorno è un film dal profondo impegno sociale, girato con un ritmo frenetico che restituisce in pieno allo spettatore il profondo senso di paura e ansia dei personaggi. Il regista usa la macchina da presa per seguirli da vicino, standogli addosso quasi a volerli spronare nella loro febbrile corsa contro il tempo. Una cifra stilistica caratterizzante questa prima prova registica di Botto – argentino trasferitosi sin da bambino in Spagna – che rende alla perfezione il dramma che stanno vivendo i personaggi, esaltandone allo stesso tempo la voglia di lottare.
Un film che, per temi e personaggi, può essere facilmente accostato non solo alle pellicole di Ken Loach, ma anche a quelle del francese Stéphan Brizé, e che il regista non si fa sfuggire di mano. Botto, infatti, è bravo a non scadere nel retorico e a far emergere la profonda solitudine delle varie figure umane descritte, attenuata dal senso di solidarietà che si sviluppa fra loro.
Alcuni momenti sono particolarmente toccanti. Ad esempio, la cena solitaria di Teodora in cui, per mitigare la tristezza, apparecchia la tavola per tre, posizionando sulla tovaglia le fotografie del defunto marito e del figlio che la rifugge. Oppure l’abbraccio liberatorio fra uno stremato e affranto Rafa e il figliastro Raul o lo sguardo perso di Helena, lasciata sola dal compagno ad affrontare un esame particolarmente invasivo come può essere un’amniocentesi.
Un film che si sviluppa lungo il corso di un’intera, cruciale giornata, dove i protagonisti non possono permettersi il lusso di fermarsi. Una lotta contro il tempo che Botto utilizza per descrivere il degrado irreversibile di un paese in cui la perdita del diritto alla casa è una realtà sempre più drammatica.
Infine, dopo che la macchina da presa si è soffermata sull’intenso e determinato volto di Azucena, una scritta prima dei titoli di coda ci avverte come nel paese iberico si eseguono oltre cento sfratti al giorno, che rappresenta, senza ombra di dubbio, una cifra spaventosa!
Tutto in un giorno, prodotto dalla stessa Penélope Cruz e da Alvaro Longoria, è un film sulla famiglia, sull’amore e sulla solidarietà e si colloca, a pieno diritto, nel filone di quel cinema di impegno civile del quale i vari Loach, Brizé, Dardenne, Guédiguian sono i maggiori esponenti e che non possiamo, in nessun modo, permetterci di ignorare.