Disponibile su Chili e Prime The Woman King prende ispirazione da fatti e personaggi reali, andando a raccontare una storia piena di valori e di tradizione. Dietro la macchina da presa, la newyorchese Gina Prince-Bythewood (The Old Guard) realizza un’opera perfettamente in bilico tra blockbuster e film d’impegno.
Viola Davis ne interpreta la protagonista, affiancata da un nutrito gruppo di attrici – sulle quali spiccano Lashana Lynch e Thuso Mbedu – mentre la controparte maschile è affidata a John Boyega.
The Woman King | La trama del film
1823, Africa Occidentale. Guidato da Re Ghezo (Boyega), il Dahomey deve fronteggiare la minaccia rappresentata dall’impero Oyo. Per farlo, ha a disposizione un esercito composto da donne, le Agojie, guidate dall’inarrestabile Nanisca (Davis).
I visionari vedono ciò che gli altri ignorano.
Le Agojie hanno una precisa e solida struttura interna, che permette loro di non concedersi distrazioni, e di creare un legame indissolubile tra le componenti. Le rinunce e i sacrifici sono numerosi, ma anche i successi. Solo grazie alle loro imprese, viene posto un freno al traffico di schiavi.
Ribelle e anticonformista, la giovane Nawi (Mbedu) viene concessa all’esercito del Re, dal padre che vuole liberarsene. Dopo un lungo e difficile addestramento, sotto lo sguardo vigile di Izogie (Lynch), Nawi impara le arti delle Agojie e trova la sua strada.
La forza delle Agojie
Potendo contare su un base di verità storica, The Woman King ha il potere (e il merito) di condurre lo spettatore lì dove, probabilmente, non era mai stato prima. La storia e le vicende delle Agojie irrompono sullo schermo, con tutta la loro grinta, violenza, energia, mettendo in luce ciò che maggiormente le caratterizza.
Innanzitutto un coraggio fuori dal comune, una determinazione che le spinge a superare i propri limiti, una dedizione e un senso di appartenenza dal quale non si può prescindere. Tanti sono gli elementi che concorrono a fare di queste donne delle guerriere incredibilmente forti e decisive.
Noi lottiamo o moriamo.
Ma al di là degli aspetti più visibili, la grande arma in più va rintracciata nella loro unione. Le Agojie divengono una famiglia a tutti gli effetti e, in quanto tale, sono attraversate e mosse anche da dinamiche personali, quali la gelosia, l’affetto, l’istinto a proteggere, il rispetto e la riconoscenza.
Tra impegno e intrattenimento
La pellicola contiene il giusto mix tra temi importanti da raccontare e momenti dalle azioni spettacolari. L’intrattenimento fa, quindi, il paio con l’impegno, rendendo la fruizione sorprendentemente completa e godibile.
Le abilità registiche della Prince-Bythewood (anche co-sceneggiatrice, insieme a Dana Stevens) erano già evidenti nelle sue precedenti prove, trovando una notevole conferma con The Woman King. Le scene di battaglia appaiono delle vere e proprie coreografie, violente e sensuali, come fossero uno specchio delle donne da cui hanno origine.
Le oltre due ore di durata volano via, in un crescendo di emozioni semplici, lineari, ma ugualmente potenti. Tra i messaggi che emergono più nitidi e fondamentali, ce ne sono alcuni da tenere ben presenti. Oltre alla necessità di non lasciarsi abbattere dalle avversità della vita, trasformandole invece in punti di forza, c’è anche l’accento sull’importanza della risata, unico rimedio a qualsiasi orrore circostante.
Per essere una guerriera devi uccidere quelle lacrime.
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