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Love Film Festival

‘Il primo giorno della mia vita’ Il film più maturo di Paolo Genovese

Una storia surreale, ma con tutti gli elementi della realtà, nella riscoperta consapevole del senso dell’esistenza. Da vedere Sabato 17 Giugno a Perugia al Love film festival

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Al Love Film Festival di Perugia,  in collegamento da Shangai, Paolo Genovese presenta il suo ultimo film, Il primo giorno della mia vita, tratto dal suo romanzo con lo stesso titolo, con un cast straordinario formato da Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serrraiocco, e il simpaticissimo ragazzino, Gabriele Cristini. E ancora Thomas Trabacchi, Giorgio Tirabassi, Lino Guanciale, Elena Lietti, Vittoria Puccini.

Prodotto da Raffaella Leone e Andrea Leone (Lotus Production-Leone Film Group, Medusa Film) e distribuito da Medusa, il film verrá presentato Sabato 17 giugno 2023 alle 20.30 presso la Sala dei Notari di Perugia.

Di che cosa parla Il primo giorno della mia vita presentato alla nona edizione di Love film festival

Un uomo misterioso si presenta a quattro persone che hanno toccato il fondo e vogliono farla finita per proporre loro un patto: una settimana di tempo per farle innamorare ancora della vita. Il suo intento è quello di offrire la possibilità di scoprire come potrebbe essere il mondo senza di loro e aiutarle a trovare un nuovo senso alle loro esistenze. Una storia sulla forza di ricominciare quando tutto intorno sembra crollare. (Trama ufficiale del film).

Paolo Genovese sa stemperare la tragedia, aggiungendo tanta dolcezza al racconto, e benevolenza, senza perdere d’intensità.

Il primo giorno della mia vita: Dramma o Commedia?

Un titolo che sa di new age e di soluzioni facili. Ma le soluzioni facili non piacciono a Paolo Genovese, che altre volte, fin dagli esordi, ha iniziato le sue storie da un paradosso, o da una situazione surreale. La piccola Assunta parla improvvisamente con l’accento milanese in Mistero Napoletano; i quarantenni di Immaturi si scoprono a dover rifare gli esami di maturità; in The  Place un uomo misterioso propone sfide pesantissime ai convenuti di un ristorante, se vogliono realizzare i loro desideri.

Anche Il primo giorno della mia vita possiede un presupposto alquante stravagante: la possibilità, nientemeno, di azzerare il proprio suicidio. Il profondo malessere che ha condotto al gesto, però, fa sì che il racconto abbia più del dramma che della commedia e le svolte narrative non possono che commuovere. Evocano i punti più dolenti della vita di ciascuno dei quattro personaggi, e nell’ipotesi di un ritorno alla vita, vanno per forza rivisitati, riattraversati.

Il primo giorno della mia vita

I personaggi piangono e noi con loro, e i toni leggeri, quando ci sono, non fanno ridere. Tutt’al più, provocano il sorriso del sollievo. Perché poter vedere il nostro funerale e come vivono gli altri senza di noi sarebbe decisamente poco allegro.

Vedere la vita senza di noi è doloroso, sempre.

E non perché è bella o brutta.

Ma perché va avanti. Va avanti comunque

La presentazione dei personaggi

Nel romanzo, i personaggi vengono presentati fin da subito con i loro tormenti. Il più sofferente è Napoleone (Valerio Mastandrea): vittima di “un invecchiamento morbido, graduale, di quelli che non lasciano segni profondi, ma solo una grande, grave perdita: il sorriso”.

Invidia i suoi compagni di viaggio afflitti per un motivo concreto. Arianna (Margherita Buy) che ha perso la figlia sedicenne ed è diventata “dalla poliziotta buona che era, una poliziotta cattiva”; Emilia (Sara Serracchiani), sulla sedia a rotelle per un incidente che ha interrotto la sua carriera da ginnasta e ha “la malinconia di chi ha visto passare troppa acqua senza bagnarsi”.

Daniel entra nel gruppo solo dopo: un certo pudore impedisce a Genovese scrittore e regista (oltre che sceneggiatore insieme a Isabelle Aguilar, Paolo Costella e Rolando Ravello) di equipararlo agli adulti nel parlare del suo suicidio, almeno all’inizio. “Ma come, anche un bambino?”, chiede la donna senza nome (Vittoria Puccini) collega dell’uomo senza nome (Toni Servillo). Reclutatrice, anche lei, di persone che si sono uccise, per farle ricredere della loro decisione.

Il primo giorno della mia vita

Toni Servillo e Vittoria Puccini sono l’uomo e la donna senza nome. Foto ufficiale del film

Roma anziché New York

Lo sfondo del loro girovagare è una Roma il più delle volte sotto la pioggia torrenziale. Grigia e fosca, ad amplificare gli stati d’animo di queste anime senza anima, così le definisce Genovese nel suo romanzo. Che è ambientato a New York, dove si voleva girare anche il film, ma le difficoltà della pandemia hanno privilegiato una collocazione più nostrana.

In una scena importante, il drive in è sostituito da un cinema dismesso, dove si possono comunque avere popcorn fumanti, perché ciò che conta sono i piccoli miracoli di cui è intrisa la narrazione. Spesso le riprese sono al buio, come nella scena in cui l’uomo senza nome riesce ad accendere da lontano le luci alle finestre di chi è veramente felice in quel momento. Quante persone possono dire di essere davvero felici, ora?

Il primo giorno della mia vita Tra la vita e la morte

Riusciranno i nostri eroi a riprendersi la loro esistenza, a vederla sotto un’altra prospettiva, come pontificava Napoleone nelle sue affollatissime sessioni di motivatore? Soprattutto, ci riuscirà lui, che di mestiere cambiava il corso delle esistenze altrui, ma non era capace di salvare se stesso? Napoleone è il più recalcitrante a fidarsi e affidarsi a quell’angelo arrivato da chissà dove e chissà perché.

La parola angelo spaventa più della parola diavolo,

perché al diavolo non vuoi crederci, agli angeli sì.

Di storie in cui i protagonisti sostano sul confine tra la vita e la morte ne sono state costruite tante. Nel cinema, Momenti di trascurabile felicità, per esempio, in cui Francesco Piccolo (sceneggiatore insieme a Daniele Luchetti, regista) doveva dare una cornice ai frammenti del suo libro. Un’ora e trentadue minuti per fare i conti con i momenti significativi della propria esistenza.

Un consiglio di lettura: Il settimo giorno del cinese Yu Hua. Anche qui sette giorni, guarda caso gli stessi della creazione, per trovare una sepoltura, sono quelli che bastano per scoprire gli orrori dell’umanità, ma insieme, l’amore che scalda il cuore.

Napoleone, Arianna, Margherita, Emilia e Daniele, le anime senz’anima di Genovese, vagheranno nel Purgatorio della loro città e della loro mente, senza la promessa del Paradiso. Solo quella di una vita normale, fatta di gioie e dolori, ma con il gusto d’inseguire la felicità terrena.

Il primo giorno della mia vita

Una scena del film. Le anime senz’anima e la loro guida. Foto ufficiale del film

Accompagnati da un Virgilio che alterna mistero e benevolenza.

La musica nel film

La bellissima colonna sonora è firmata da Maurizio Filardo, compositore di altri lavori  per Paolo Genovese. Maurizio Filardo ha composto  anche la canzone The first day of my life insieme a Giorgia, che la canta nel film.

In generale,  c’è molta musica ne Il primo giorno della mia vita. Anche nel libro, scritto da Genovese  con un ritmo incalzante, stemperato dai brani musicali proposti dall’uomo senza nome.

Ringraziamo il regista per averci risparmiato la canzoncina intonata insieme dai personaggi, che è sempre ormai insopportabilmente presente nella commedia italiana a sottolineare il momento più volutamente intenso nelle storie. C’è, sì, la voce di Julio Iglesias, ma provoca sorrisi e intese nel gruppo, ormai pacificato, che per fortuna non canta Se mi lasci non vale, né in modo sommesso, né, come il più delle volte accade, a squarciagola e con le stonature.

Perché, se pure l’idea di fondo del film non è originale, la messa in scena lo è in maniera molto convincente e apprezzabile, in tutti i suoi passaggi. Al punto di farci ritenere l’ultimo film di Paolo Genovese come il suo traguardo più maturo.

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Il primo giorno della mia vita

  • Anno: 2023
  • Durata: 121 minuti
  • Distribuzione: Medusa Film
  • Genere: Commedia drammatica
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Paolo Genovese
  • Data di uscita: 26-January-2023