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‘Lolita’: Adrian Lyne si confronta stoicamente con la prima versione di Kubrick

All'apice del proprio successo di regista di maliziose produzioni commerciali con ambizioni autoriali, il britannico Adrian Lyne si tuffa con coraggio nel remake di un film culto come Lolita. Paragonarsi a Kubrick significa farsi male, ma questo secondo adattamento si fa notare positivamente per la fedeltà al romanzo e per la bravura del cast.

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Dal 20 gennaio è disponibile in streaming su MUBI, il film Lolita, di Adrian Lyne.

Un progetto coraggioso in cui il celebre regista di successi straordinari come Flashdance (1983), Nove settimane e mezzo (1986) e Attrazione Fatale (1987), si misura con il non facile adattamento dell’omonimo romanzo di Vladimir Nabokov.

Un progetto peraltro piuttosto nelle corde del noto cineasta ottantunenne britannico, che tuttavia non può evitare di essere raffrontato con il primo, famosissimo ed ineguagliato adattamento a cura di Stanley Kubrick, datato 1962.

Nel film spiccano le interpretazioni convincenti di Jeremy Irons nei panni del professore protagonista Humbert Humbert (nel film di Kubrick interpretato da James Mason), e Frank Langella, nei panni del lascivo Clare Quilty (che nel primo adattamento veniva interpretato da Peter Sellers.

La mitica “lolita” protagonista, Sue Lyon, lascia il posto alla non meno perturbante Dominique Swain, mentre la madre di costei è interpretata da Melanie Griffith (ex Shelley Winters).

Lolita: L’azzimato professore e la ninfetta inquieta

Nell’estate del 1947, Humbert Humbert, un mite professore di letteratura francese, alle prese con la stesura del suo romanzo, decide di trascorrere i mesi che precedono il suo nuovo incarico universitario, presso una residenza del New England, alloggiando presso la casa di una giovane vedova.

La figlia dodicenne di costei, Dolores, detta Lolita, gli appare subito di una bellezza abbacinante, e l’atteggiamento aperto e disinibito della fanciulla finiscono per stregarlo.

Divenuto il nuovo marito della vedova, Humbert finirà per essere smascherato dalla nuova moglie, riguardo ai suoi sentimenti per la ragazzina, annotati diligentemente su un taccuino nascosto in un cassetto, causando un epilogo tragico al proprio non certo idilliaco matrimonio.

Divenuto ufficialmente l’unico parente di Lolita, Humbert partirà con lei per un viaggio lungo gli States, durante il quale il professore se la vedrà soffiare via dal vizioso e mellifluo Clare Quilty.

lolita

Devastato dalla scomparsa, il professore riuscirà a rimettersi in contatto tre anni dopo con la ragazza, incinta di un suo giovane convivente, trasformandosi nell’assassino di colui che riteneva, erroneamente, potesse essere il carceriere della figliastra, e finendo i suoi giorni in prigione.

Un adattamento che non può certo reggere il confronto con il superbo originale, ma tutt’altro che indegno.

Il progetto di adattare nuovamente il romanzo scandaloso del russo Vladimir Nabokov, dopo la mirabile, indimenticata versione tutta scandalo e scalpore a cura di Stanley Kubrick, pareva già prima di affrontare il film nella sua versione cinematografica del 1997, una scommessa autolesionista persa in partenza.

Lyne in quel fine anni ’90 era reduce da una serie di maliziosi ed ammiccanti successi commerciali incredibili, e da un cult ancor oggi venerato dai cinefili come Allucinazione perversa (1990), da molti considerato il capolavoro del cineasta britannico.

La fama di regista della passione e dell’amore impossibile, alimentato da successi come Nove settimane e mezzo, Attrazione fatale e Proposta indecente (1993), rendevano Lyne effettivamente un cineasta coerente per affrontare una impegnativa operazione di riadattamento.

Ma impegnarsi nel remake di un capolavoro indiscusso di un maestro assoluto, non è per nulla una scommessa facile da vincere.

Lolita – la recensione

Il film fece un certo scalpore soprattutto prima della sua uscita, ma venne piuttosto snobbato dalla critica dell’epoca, che lo lapidò come remake patinato e di mera illustrazione.

Al contrario, i conoscitori del romanzo originale hanno sempre apprezzato la più marcata aderenza del lavoro di Adrian Lyne, rispetto alla versione più libera e genialoide di Kubrick.

Di fatto questo secondo Lolita si fa notare soprattutto per la straordinaria interpretazione di due solidi interpreti come Jeremy Irons e Frank Langella, intenti a rendere palesi due stili differentemente malsani di coltivare la propria passione per la ninfa dei loro sogni.

Il film, girato con eleganza e padronanza di mano, si avvale della preziosa colonna sonora di Ennio Morricone, che riesce a conferire alla produzione un ulteriore segno distintivo.

 

Lolita

  • Anno: 1997
  • Durata: 132
  • Genere: Drammatico/Erotico
  • Nazionalita: Usa/Francia

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