Per celebrare il Giorno della Memoria, da oggi, 27 gennaio 2024, il film Terezin è disponibile su Paramount+. Diretto da Gabriele Guidi (opera prima del figlio d’arte di J. Dorelli e C. Spaak), il film ha debuttato al Miami Jewish Film Festival 2023. Si intitola Terezin il film con la coproduzione internazionale di Minerva Pictures con Rai Cinema, insieme a Three Brothers Production (Repubblica Ceca). In occasione della giornata della memoria si ripercorrono le atrocità del nazismo e le condizioni terribili in cui erano costretti a vivere gli ebrei all’interno dei campi di concentramento. Ma questo film si differenzia dagli altri perché mette al centro la musica, l’arte e la cultura e dimostra quanto siano importanti, anche e soprattutto in una situazione del genere.
Cos’altro sapere sul film
La sinossi del film Terezin
Antonio, clarinettista italiano e Martina, violinista cecoslovacca, si innamorano a Praga durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1942 vengono deportati a Terezin dove la loro storia si intreccia con le incredibili vicende dei tanti artisti e intellettuali rinchiusi nel ghetto. Eccellenze umane ed artistiche del centro Europa che, durante la guerra, realizzarono centinaia di produzioni musicali – ancora oggi rappresentate ed uniche al mondo – riuscendo a far divenire l’arte uno strumento di sopravvivenza per migliaia di persone segregate.
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Photo by Jan Schejbal
Il cast
Dietro la macchina da presa, Gabriele Guidi che, al suo esordio, dirige, tra gli altri, Mauro Conte (Una questione privata, Sulla mia pelle), l’attrice slovacca Dominika Moravkova, Alessio Boni, Cesare Bocci, Antonia Liskova, Jan Revai, Bořek Slezáček e Marián Mitaš.
La recensione
La storia inizia con la voce fuoricampo del protagonista che, dopo essersi presentato, introduce il periodo storico e la vicenda. Una carrellata iniziale è in grado di mostrare lo sfondo sul quale si svolge il film Terezin: dal vasto panorama al particolare, così come dalla globalità della guerra, che colpisce il mondo intero, si arriva a un campo di concentramento specifico.
La prima cosa che mi ha colpito quando sono arrivato a Praga è stata la luce.
Il concerto iniziale fa comprendere fin da subito la direzione verso la quale andrà l’intera narrazione, con la musica al centro, in quanto protagonista assoluta. E, oltre a questo, anche in netta contrapposizione con ciò che si vedrà successivamente.
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Una musica che accompagna lo spettatore e i personaggi nel momento in cui arrivano al campo di concentramento. Una musica positiva o comunque usata come unico appiglio al quale fare riferimento. La sua intensità, nel momento in cui accompagna la coppia protagonista e tutti gli altri, sembra stonare con quello che stiamo vedendo, come a sottolinearne l’importanza anche alla luce del fatto che i due protagonisti sono musicisti.
La cultura al centro del film Terezin
Un ruolo importantissimo in questo film lo gioca la cultura. La musica è la padrona indistinta e, accanto a lei, vengono citate anche altre arti.
Se vuoi privare un popolo della sua libertà e dignità cominci distruggendo la sua cultura
Questo è quello che viene detto ad Antonio non appena arriva al campo di concentramento.
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Photo by Jan Schejbal
La cultura e la musica sono al centro per rafforzare il loro ruolo. In quanto protagoniste assolute, fanno passare in secondo piano anche il fatto che ci siano delle incongruenze. In alcuni momenti si riesce a comprendere di essere all’interno di un campo di concentramento grazie all’ambiente in cui si trovano i personaggi, alla lingua utilizzata e a pochi altri elementi. La tremenda situazione vissuta veramente dai deportati è solo accennata. Non vengono mostrate barbarie, atrocità, violenze concrete, ma ci sono solo allusioni e riferimenti o racconti con voce fuori campo.
Io so che la musica è la cosa più importante che abbiamo e che qui dentro ci aiuta a restare in vita.
E questo proprio a sottolineare la centralità di qualcosa che può e deve essere considerato un mezzo di arrivare quasi a contrastare le peggiori atrocità. La cultura, e, in questo caso, la musica, è il mezzo che gli uomini e le donne di Terezin hanno per sopravvivere, almeno psicologicamente. Un conforto per l’anima. Così come lo è, in certi casi, il cinema stesso.
Terezin è un importante film per non dimenticare una delle pagine peggiori della storia dell’umanità, ma, al tempo stesso, è anche un modo per guardare quella vicenda con un occhio diverso. Nell’ottica di provare a vedere il mezzo che ci mostra la storia non solo come un filtro, ma anche e soprattutto come un ulteriore conforto. Anche a distanza di anni.