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Focus Italia

‘Good Morning Tel Aviv ‘ Le contraddizioni di una città

Un documentario lucido e delicato che non cerca scalpore, ma che riflette con semplicità

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Good Morning Tel Aviv

È al cinema dal 16 gennaio Good Morning Tel Aviv, scritto e diretto da Giovanna Gagliardo. Nato da un’idea della regista e realizzato con la collaborazione di Fabiana Magrì, il documentario è prodotto è distribuito da Luce Cinecittà.

Un mosaico variopinto che tratteggia le luci e le ombre di una città unica.

Good Morning Tel Aviv è un documentario fatto da varie voci che raccontano la vita della città che sorge sulle dune del deserto. Un luogo straordinario, che riesce ad essere metropoli e villaggio. Giovanna Gagliardo, regista e sceneggiatrice, con alle spalle una lunga carriera come redattrice, ci porta nel cuore di Tel Aviv, raccontando il suo fascino e le sue contraddizioni.

La trama di Good Morning Tel Aviv

Tel Aviv è la capitale del Gay Pride e del business, della creatività e della finanza, dell’innovazione scientifica, del culto della tradizione. Il suo dinamismo riesce a coniugare la memoria del passato con l’inarrestabile ambizione di offrirsi ogni giorno al cambiamento, alla scommessa, al futuro. Tel Aviv è l’avanguardia di Israele che verrà, o è soltanto una piccola isola all’interno di un paese in perenne conflitto con i propri vicini?

La città che non dorme mai

Raccontare Israele e il Medio Oriente non è mai cosa semplice. Il rischio di vedere stravolto il proprio pensiero o peggio ancora essere trascinati in provocatori dibattiti, accecati dall’ideologia, è altissimo. Good Morning Tel Aviv riesce ad evitare tutto ciò e restituisce un ritratto dettagliato della città israeliana.

Il documentario non può che iniziare con le immagini che raccontano l’intensa, ma ordinata movida. Tel Aviv, con i suoi locali notturni, diventati cult per la comunità LGBTQ e non solo.

La città che non dorme mai”.

Ma non solo divertimenti: qui esiste anche un’economia florida, creata dalla più alta concentrazione di strartup al mondo, che scommettono sulla città, progettando una metropoli futuristica.

La collina della primavera

Una superstrada sospesa nel cielo popolato da droni che trasportano persone è solo una delle tante idee in cantiere. Ma Tel Aviv è soprattutto una città aperta al mondo, cosmopolita, libera e laica, come sottolinea Ron Hulday, il sindaco della città.

Alle parole del primo cittadino fanno eco quelle di Ofri Ilany, storico delle idee e della sessualità. Il suo contributo a Good Morning Tel Aviv è una vera e propria panoramica sulla città, con i suoi pregi e difetti, tra cui il caro vita.

Tel Aviv (collina della primavera, il suo significato) è una città relativamente giovane. Fondata all’inizio del Novecento, le sue origini risalgono al kibbutz ebraico di matrice socialista. Nel 1913, sessanta famiglie iniziarono a scavare nel deserto; divisero poi il territorio in diversi lotti, dove costruirono le loro case.

L’arte in Good Morning Tel Aviv

La città si è poi evoluta, assumendo la fisionomia di una metropoli occidentale, una città che si affaccia sul mare, che guarda all’Europa. La sua architettura, patrimonio dell’umanità dal 2003, è il trionfo del Bauhaus, nato dall’ingegno di architetti ebrei, giunti da ogni parte del mondo. E dunque tra le strade di Tel Aviv si può trovare un po’ di Londra, Mosca, Parigi, Roma e tanto altro.

Un panorama dominato da grattacieli che ricordano New York, ma che non opprimono l’orizzonte; anzi sembrano farsi da parte per dare spazio alla gente. È quanto racconta Tania Gilboa, architetto nata a Milano e poi partita, insieme ai genitori, per raggiungere lo Stato di Israele.

È questa casa mia. Non ho altre case”.

Con le parole di Nitzan Mintz, Good Morning Tel Aviv racconta la fervida vita artistica della città. La poetessa visuale ci porta nel cuore della città vecchia, dove tutto ebbe origine.

Il suo compagno, invece, il graffit artist Dede Bandaind, che non mostra mai il volto, ci spiega il significato delle sue opere. Enormi cerotti dipinti sui muri della città, a ricordare la traumatica esperienza nell’esercito di Israele.

Il fardello delle tradizioni

E con il coreografo Ohad Naharin Good Morning Tel Aviv affronta le vere contraddizioni della città, proiettata verso il futuro, ma con il fardello e il fascino delle tradizioni di un intero Stato.

Era il 1998 e si festeggiavano i cinquant’anni d’Israele. Il coreografo aveva realizzato uno spettacolo di danza sulle note di una tradizionale canzone che celebrava la Pasqua ebraica.

Ohad Naharin ricorda le pressioni del governo per convincerlo a cambiare il finale dello spettacolo, con i ballerini in mutande sul palco, che avrebbe potuto la religione. È questa solo una delle tante ombre sulla città.

Giovanna Gagliardo, poi, non poteva non trattare il problema della convivenza – sfociata in guerra – tra Ebrei e Palestinesi.

Il regista Ari Folman vede a Tel Aviv un apartheid ai danni dei Palestinesi, che non hanno più la forza di fare la rivoluzione e sognano, per i loro figli, un futuro sicuro lontano da quella terra.

C’è, però, chi riesce a unire la cultura e il destino ebraico con quello palestinese, come l’artista Raida Adon, che si sente portatrice degli ideali di pace di entrambi i popoli.

Nonostante il dolore e la sensazione di non appartenenza, sento il piacere di vagare. Il nomadismo nutre l’anima”.

Good Morning Tel Aviv di Giovanna Gagliardo è un documentario lucido e delicato, che non cerca scalpore, ma che riflette e lo fa con semplicità, come lo potrebbe fare un gruppo di amici durante una cena, sorseggiando del buon vino.

‘Good Morning Tel Aviv’ in sala il documentario di Giovanna Gagliardo – Taxidrivers.it

Good morning Tel Aviv – TRAILER – YouTube

Good Morning Tel Aviv

  • Anno: 2023
  • Durata: 1h 30min
  • Distribuzione: Luce Cinecittà
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giovanna Gagliardo
  • Data di uscita: 16-January-2023

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