Dal 27 gennaio, sbarca su Netflix Lockwood & Co. la nuova serie tra teen drama e soprannaturale, che racconta le vicende di un trio a caccia di fantasmi e di indizi per risolvere misteri.
Dal 27 gennaio 2023 su Netflix, Lockwood & Co. è una serie composta da 8 episodi e basata sull’omonima saga letteraria scritta da Jonathan Stroud. Dietro la creazione del progetto televisivo, il nome di Joe Cornish, regista del sorprendente Attack the Block e sceneggiatore di Ant-Man.
Al centro delle vicende c’è un trio di adolescenti, a caccia di presenze soprannaturali, in una Londra non ben identificata. Il bel mix di generi, tra mystery, teen drama, racconto d’avventura e di formazione, rende la serie piuttosto accattivante.
Lockwood & Co. | La trama
Lucy Carlyle (Ruby Stokes) ha un dono, che la rende una vera e propria sensitiva, in grado di presagire l’arrivo di una presenza soprannaturale. All’età di tredici anni, e in seguito all’abbandono del padre, la madre decide di “venderla” a un’associazione che si occupa di addestrare giovani dotati. Sono infatti questi ultimi a proteggere l’umanità da manifestazioni pericolose, quali fantasmi e simili.
Non costringermi a vivere nella paura.
Inaspettatamente, Lucy trova, all’interno dell’istituto, qualcosa che somiglia alla famiglia che non ha mai avuto, ma che ha sempre desiderato. Man mano che sale di livello, si fa più reale il sogno di emanciparsi e andarsene a Londra con la sua migliore amica. Un incidente le porta però via tutto quanto, costringendola a fuggire, da sola e senza alcuna aspettativa.
Dopo vari annunci e altrettanti “provini” falliti, Lucy si imbatte in Anthony Lockwood (Cameron Chapman), un ragazzo che è riuscito a costruire un’impresa sua, in compagnia del solo amico George (Ali Hadji-Heshmati). Lucy entra così a far parte della Lockwood & Co. e può finalmente impiegare i suoi poteri come meglio crede.
Un racconto di formazione spaziando tra i generi
Lockwood & Co. è un prodotto sicuramente indirizzato e adatto ai più giovani, che però ha una sua personalità da non banalizzare. Il genere di appartenenza gli permette di sfruttare appieno tante interessanti e godibili suggestioni, tutte virate in chiave teen.
Viene così affrontato il rapporto genitori-figli: quando i primi non riescono a gestire i bisogni dei secondi, a dar loro il giusto amore, i figli sono costretti a crescere più in fretta del previsto. Ma le ferite rimangono, scavano, portano a intraprendere strade impervie. Quasi tutti gli adulti vengono descritti in maniera negativa, complici della delusione, dell’insicurezza e della sensazione di inadeguatezza dei ragazzi.
Gli adulti sono superflui.
I protagonisti della serie, da Lucy ad Anthony, attraversano momenti di crisi e li risolvono trovando in loro stessi le risorse necessarie. Uniti da una solitudine ingombrante, stringono legami imprevedibili ma fondamentali. La famiglia assume quindi nuove forme e sembianze, mantenendo però forte il senso vero di ciò che vuol dire esserne un membro.
Uno stile fantasmagorico
Se narrativamente Lockwood & Co. alterna tematiche adolescenziali piuttosto comuni a racconti dell’orrore noti all’immaginario pubblico, stilisticamente mostra di che pasta è fatto il progetto. Una scena su tutte, che resta impressa e rimanda inevitabilmente alla Carrie di Stephen King, ma anche al suo IT, è la trappola nella stanza rossa. Inutile spiegare a cosa si riferisca l’aggettivo.
Se le case infestate sono la punta di diamante, anche perché sono ciò che permette ai protagonisti di lavorare e mantenersi, la resa delle presenze sovrannaturali appare maestosa, terrificante e incantevole. Motivo per cui ogni episodio scorre via in un battito di ciglia ma, rigorosamente, ad occhi (e bocca) spalancati.
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