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In blu-ray The innocents e Mona Lisa and the blood moon

The innocents e Mona Lisa and the blood moon sono le novità in blu-ray di Midnight Factory.

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The innocents e Mona Lisa and the blood moon  sono i due nuovi titoli che si aggiungono alla collana Midnight Factory di Plaion pictures. Entrambi disponibili nello store FanFactory in limited edition blu-ray, sono corredati di trailer italiano quale contenuto extra e comprendono un booklet nella confezione.

 

The innocents (2021)

Il titolo richiama immediatamente alla memoria quello originale del Suspense diretto ad inizio anni Sessanta dal britannico Jack Clayton. Ma, a detta del norvegese Eskil Vogt, co-sceneggiatore del Thelma di Joachim Trier, il suo film non intende assolutamente omaggiare quel grande precursore di The others. Soprattutto perché l’ispirazione dichiara che gli è venuta guardando altre tipologie di lungometraggi e leggendo alcuni manga giapponesi. È così che ha messo in piedi un’operazione in fotogrammi mirata a parlare d’infanzia stando all’interno del mondo dei bambini. Quattro bambini, per la precisione, tra cui due sorelle biondine. Una autistica. Quattro bambini residenti in un comprensorio alla periferia di Oslo e che stringono amicizia durante le vacanze estive. Comprensorio sito ai margini di quelle foreste dove cominciano ad esplorare i poteri nascosti che scoprono improvvisamente di possedere. Man mano che il loro innocente gioco comincia a prendere una svolta oscura. In quanto, inevitabilmente, The innocents va a collocarsi nel filone dei titoli di paura a base di inquietanti infanti. Sebbene ci troviamo tutt’altro che dinanzi ad un racconto da schermo volto al facile intrattenimento da brivido. Un racconto da schermo del tutto distante anche da Il villaggio dei dannati, come potrebbe invece erroneamente suggerire in un primo momento. Qui, al di là di qualche breve situazione cruenta mai comunque troppo esplicita, non vi è spazio per effetti speciali e sensazionalismo. Il vero punto di forza delle quasi due ore di visione risiede nell’atmosfera che suggerisce a suo modo un clima di emarginazione e alienazione. Un clima cui giovano inevitabilmente sia gli esterni diurni spesso desolati che una colonna sonora piuttosto silenziosa. All’insegna di un horror psicologico che si evolve lentamente generando una tensione atta a spingere lo spettatore a chiedersi di continuo cosa dovrà accadere. Fino all’attesissimo epilogo.

 

Mona Lisa and the blood moon (2021)

Autrice del vampire movie A girl walks home alone at night, Ana Lily Amirpour parte stavolta da un manicomio americano. Il manicomio in cui, costretta in una camicia di forza, facciamo immediatamente conoscenza con la giovane protagonista interpretata da Jeon Jong-seo. Giovane che, in isolamento da oltre dieci anni, con la luna piena si risveglia dal suo stato catatonico e attua una violenta evasione. Mentre, prima ancora che si nasconda nel quartiere francese di New Orleans, apprendiamo che è dotata di particolari facoltà psichiche. Facoltà volutamente non specificate dallo script che le consentono di controllare i pensieri degli altri per spingerli a compiere azioni contro la loro volontà. Dal picchiarsi da soli al prelevare denaro dallo sportello del bancomat. Una solitaria figura femminile che non sembrerebbe aver mai capito quella società che, a sua volta, pare non aver mai capito lei. Una figura femminile priva di passato, del cui background non sappiamo nulla, e che incontra la propria strada con quella di una ballerina di pole-dance. Ballerina dal volto di un’ottima Kate Hudson mamma single che non esita ad accogliere la ragazza nella casa in cui vive con il figlio. Quel figlio che proprio insieme alla pseudo-strega si trova ad intraprendere una fuga dal poliziotto incarnato dal Craig Robinson del dittico Un tuffo nel passato. Con il già citato astro lunare che, sempre visibilissimo nel cielo, rientra nell’accattivante corredo scenografico di Mona Lisa and the blood moon. Un corredo scenografico quasi da pellicola underground made in USA degli anni Ottanta, complice in particolar modo un’estetica notturna evidentemente pop. Un’estetica resa grazie al contributo della bella fotografia di Pawel Pogorzelski, alternata tra toni bluastri e altri decisamente più caldi. Estetica cui fa oltretutto da efficace accompagnamento una ritmata colonna sonora annoverante, tra l’altro, una rilettura della Estate di Bruno Martino.