Dal 13 gennaio 2023 su Netflix, la terza stagione di Sky Rojo conclude la storia cominciata un paio di anni fa e ideata da Álex Pina ed Esther Martínez Lobato. Al centro ci sono sempre loro, le inarrestabili e tostissime Coral (Verónica Sánchez), Wendy (Lali Espósito) e Gina (Yany Prado).
Punto di forza di un progetto che fa dell’eccesso il suo tratto distintivo, queste donne rappresentano un modo di intendere la libertà oltre la concezione comune. Tra gli ingredienti principali del progetto, la violenza e la sensualità sono sicuramente ai primi posti.
Il format dei 25-30 minuti di durata permette di convogliare tutta la tensione in ogni episodio, sfruttando al meglio le potenzialità della trama e l’attenzione del pubblico.
Dopo aver seppellito il fratello nel deserto, Moises (Miguel Angel Silvestre) torna al fianco di Romeo (Asier Etxeandia), come se nulla fosse. Il senso di colpa continua ad attanagliarlo, ma cerca di nasconderlo dietro una faccciata di calma apparente.
Se nessuno sa che sei morto, nessuno fa domande.
Nel frattempo, Coral, Wendy e Gina sembrano aver finalmente raggiunto la terra promessa, dove iniziare una nuova vita e nuove relazioni. Tutto quello che hanno passato deve rimanere in un angolo buio della loro mente, sia per una loro personale pace, sia per non spaventare chi gli sta intorno.
Wendy e Gina sono fortunate nell’incontrare due persone con le quali pensano di poter ricominciare, ma Coral ricade nel vortice delle droghe e della dipendenza. Poco male, dal momento che presto dovranno imbracciare di nuovo le armi e affrontare Moises e Romeo, messi sulle loro tracce da una disattenzione.
Una serie esemplare
Sky Rojo mette ben in evidenza quale sia la strada da percorrere nel campo della serialità, per far sì che questa funzioni al meglio. Scegliendo una storia come quella di Coral, Wendy e Gina, risulta chiaro che non poteva andare troppo per le lunghe. E l’attaccamento ai personaggi così diventa ancora più forte, dal momento che è tutto più concentrato.
In tal senso, molto buono anche il lavoro promozionale, che ha spinto – e continua a spingere – sui Social, da Instagram a TikTok, andando a spianare la strada alla creazione di un vero e proprio fenomeno. D’altronde, lo sappiamo bene, dopo La casa di carta, Pina sarà diventato un esperto in materia e saprà come far girare un prodotto. E Sky Rojo ne dà conferma, con i responsi positivi da parte della critica e del pubblico.
Pulp & love
Dal punto di vista dell’intrattenimento, la terza stagione di Sky Rojo prosegue sul suo cammino, che sembra in qualche modo spianato dalle lezioni di Tarantino & Co.
Il pulp trova una nuova ubicazione, sostenuto dalle incredibili peripezie dei protagonisti. Con una placidità disturbante, si alternano scene cruente e colorate che, al tempo stesso, catturano lo sguardo e costringono a distoglierlo. Tante suggestioni provengono anche dall’impianto scenico costruito intorno alla trama: il club in cui lavoravano le ragazze, la spiaggia nella quale si rifugiano, il deserto che riflette l’aridità dei sentimenti – troppo a lungo raggirati.
In amore non ti serve provare. Basta la persona giusta.
Ed è esattamente con le emozioni che la serie gioca, dall’amore all’odio, attraversando tutte le sfumature nel mezzo. Dopo 3 stagioni e ben 24 episodi, i nodi vengono al pettine. Ciò che è stato seminato, viene raccolto. Tra chi affronta la perdita di un fratello e chi i demoni del passato, chi osa sperare in un futuro migliore e chi insegue la libertà a qualunque costo.