‘Hunters’ La seconda stagione promette un finale memorabile
Disponibile dal 13 gennaio 2023 su Prime Video, la seconda e ultima stagione di Hunters riporta in scena l'eccentrico e coraggioso gruppo a caccia di nazisti, stavolta sulle tracce di Adolf Hitler. Nel cast, Al Pacino, Logan Lerman e Jennifer Jason Leigh.
Il 2023 si inaugura con l’arrivo della seconda e ultima stagione di una delle serie più originali e avvincenti degli ultimi anni, Hunters. Protagonisti dello show, ispirato a eventi reali e creato da David Weil, sono Al Pacino e Logan Lerman. Al loro fianco un cast nutrito e affiatato, composto da Josh Radnor (How I Met Your Mother), Jerrika Hinton (Grey’s Anatomy, Servant), Tiffany Boone (The Midnight Sky), Carol Kane (Unbreakable Kimmy Schmidt) e la new entryJennifer Jason Leigh.
Hunters II è disponibile su Prime Video dal 13 gennaio. Produttore esecutivo della serie, il Jordan Peele di Get Out – Scappa, Noi e Nope, che lascia sempre il segno.
Hunters | La trama della seconda stagione
Sono passati circa due anni da quando i Cacciatori si sono separati, dopo aver in parte fallito i piani prefissatisi. Ognuno di loro è in una parte diversa del mondo, ignaro di cosa facciano gli altri e di come se la passino. Nella Parigi di fine anni Settanta, Jonah (Lerman) frequenta Clara (EmilyRudd), una studentessa dolce e intelligente, che forse nasconde più di quanto si vede. Il giovane non ha mai smesso di pensare al suo mentore, Meyer Offerman (Pacino), e al loro ultimo incontro.
Gli ebrei sono pieni di risorse.
Quando all’orizzonte si palesa la possibilità di ritrovare niente meno che Adolf Hitler – apparentemente vivo e vegeto in Sud America – Jonah non può far altro che mettersi sulle tracce del (suo) nemico numero uno. Per farlo, dovrà però ricorrere alle uniche risorse su cui può, e ha potuto sempre, contare: i Cacciatori. Ecco quindi che il gruppo si ricompone, tassello dopo tassello, non senza scontri e diffidenze.
A spasso nel tempo, a caccia di nazisti
La seconda stagione di Hunters fa qualcosa che di solito, al cinema o in televisione, avviene nei primi capitoli, ovvero presentare personaggi e storie. Ovviamente, la scelta si rivela funzionale a mostrare allo spettatore come e perché i Cacciatori tornino in azione. Se il passato gioca un ruolo fondamentale nell’esistenza di tutti loro, anche il pensiero al presente e a un ipotetico futuro interviene a guidarli nelle decisioni prese.
Il mondo ci dice chi odiare.
Giocando con i salti temporali, che ci portano dal 1972 al 1979, la serie immerge completamente in quello che è il clima dell’epoca. Costumi, acconciature, musiche – dove riconosciamo addirittura Beggin’ dei Maneskin – caratterizzano il contesto sin nei minimi dettagli, facendo sì che il coinvolgimento sia totale. Ma ad arricchire il progetto ci pensano poi i rimandi, simili a vere e proprie citazioni, degni di nota e disseminati nel corso della narrazione. Un esempio su tutti: Kate Mulvany, nei panni di Sorella Harriet, che fa rivivere la Maria Rainer di Tutti insieme appassionatamente. Con le dovute differenze.
Tra irriverenza e disfunzionalità, le caratteristiche dei Cacciatori
Sì, perché non vanno dimenticate le buone dosi di irriverenza, ferocia e colpi di scena, messe in campo da Hunters. A sostegno di un disegno artistico e narrativo così articolato e accattivante, ci pensano i reparti tecnici. A partire dal montaggio, che regala alcune perle in materia: il finale della seconda puntata è qualcosa di emozionante, nel senso più puro del termine. I parallelismi tra l’uno e l’altro personaggio, ciascuno impegnato in una differente ma ugualmente concitata lotta, mantengono il ritmo altissimo.
Al tempo stesso la fotografia restituisce, grazie a una serie di pantoni che cambiano e si alternano di scena in scena, il fascino ancestrale degli anni Settanta, nel quale si rispecchiano bene le varie personalità in gioco. Tutte, a loro modo, stra-ordinarie. I Cacciatori sono, in fondo, una famiglia disfunzionale e, come tale, possiedono una forza inarrestabile, che li definisce, li lega e li sostiene. Uniti nella ricerca di giustizia, nel desiderio di ridare voce (e memoria!) a coloro che sono stati costretti a tacere, ma anche nel senso di colpa che non svanisce mai.
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