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‘The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point’ la recensione del film Netflix

Il film toglie forza alla sua indagine con una sceneggiatura forzata e didascalica

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Alla sua terza collaborazione con Christian Bale, con The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point  il regista Scott Cooper mette in scena un’indagine criminale ed esistenziale intorno a un mondo in bilico tra la vita e la morte. Buone le premesse, più discutibili gli esiti nonostante le ottime performance degli interpreti tra cui si distinguono i protagonisti Christian Bale e di Harry Melling  nei panni di Edgard Allan Poe.

The Pale Blue Eyes è il nuovo film Netflix di Scott Cooper.

The Pale Blue Eyes di Scott Cooper

Quello di Scott Cooper è da sempre un cinema sottovalutato. Il giudizio nei suoi confronti non è mai cambiato anche quando alcuni suoi lungometraggi sono stati oggetto di interesse per le grandi interpretazioni degli attori che vi hanno preso parte. Se sono in molti a ricordare quella di Jeff Bridges, vincitore dell’Oscar come migliore interprete maschile nella parte del cantante alcolista di Crazy Heart, meno fortuna hanno avuto, anche presso gli addetti ai lavori, le performance di Christian Bale, a dir poco superlativo in ben due film di Cooper, Out of Furnace e soprattutto Hostiles, ignorate dall’Academy anche in sede di nomination.

Troppo violento e con un’ipotesi di redenzione non così forte da poter compiacere i gusti dell’establishment hollywoodiano, il cinema di Cooper ha il torto di perseguire una classicità che, soprattutto nell’austerità della forma e nell’invisibilità della regia, non riesce a fare breccia tra il pubblico più giovane, quello a cui non può rinunciare qualsiasi progetto con ambizioni commerciali. Da qui la consapevolezza di trovarsi di fronte a un autore al quale si può semmai imputare la mancanza di uno scatto in avanti, capace di far uscire i suoi personaggi dall’ombra di un’esistenzialismo che concede poco o nulla al glamour da copertina.

Tormentati e in cerca di riscatto, gli uomini e le donne di Cooper trovano spesso nella vendetta il modo per mettere a tacere i propri demoni, pur sapendo che di lì a poco gli stessi torneranno a farsi vivi.

La recensione

The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point non fa eccezione, risultando quasi una variazione su temi e personaggi già presenti nel connubio lavorativo di Cooper e Bale, se è vero che anche il detective August Landor si porta dietro una reclusione esistenziale e una dolenza di sguardo frutto di un passato a cui la rivalsa sul male – qui rappresentati dall’assassinio di alcuni cadetti di West Point (siamo nel 1830) e dall’indagine che porterà alla scoperta del colpevole – servirà solo in parte a lenirne le ferite. In realtà The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point fa segnare un passo in avanti nella filmografia del suo autore in un’ottica tutta contemporanea, assemblando generi (dall’horror al thriller, dal dramma in costume al poliziesco) e presentandosi come una sorta di crossover tra cinema e letteratura per la presenza di un giovane Edgard Allan Poe, ancora lontano dalle sue grandi produzioni letterarie, ma già sufficientemente melanconico per figurare come coprotagonista in un racconto gotico come quello messo in piedi da Cooper.

Ragione e follia in The Pale Blue Eyes

Poggiando la progressione del racconto sugli esiti dell’indagine e sul conflitto tra ragione e follia, The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point moltiplica i misteri e le sorprese, favorito da un plot in cui la logica è chiamata a confrontarsi con il diabolico e l’occulto. Nel farlo Cooper lavora soprattutto sulla messa in scena, amplificando la dimensione spettrale e la convivenza tra vita e morte (enunciata da Poe in fase di  premessa) attraverso una fotografia a lume di candela, in cui il nero della notte è lo stesso degli interni, perennemente immersi in un’oscurità senza fine. A non tornare però è la qualità della scrittura e la precisione del meccanismo che, soprattutto nel genere in questione, avrebbe bisogno, almeno negli snodi decisivi, di arrivare alla svolta con prove probanti, laddove The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point rimane lasco nelle evidenze che tali non sono, provvisto com’è di deduzioni fuori campo di cui allo spettatore rimane solo l’esito finale. Laddove sarebbe chiamato ad affondare il colpo The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point resta sulla superficie dei fatti, riassunti con una serie di forzature il cui unico risultato è quello di far perdere potenza a un’idea di base che ben sviluppata poteva portare ad altri esisti.

Ciò detto The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point è un film che si guarda fino in fondo anche per merito delle interpretazioni di Bale e, nella parte del celebre scrittore, di un ottimo Harry Melling, bravi nell’assecondare l’idea di un’esplorazione esistenziale attorno ai rispettivi personaggi.

Dopo l’uscita tecnica in poche e selezionate sale, dal 6 gennaio The Pale Blue Eyes – I delitti di West Point è visibile su Netflix.

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