Su Chili è disponibile un singolare thriller intitolato Fuga nella notte, opera d’esordio, originale ma controversa, dello sceneggiatore del serial Homecoming, Eli Horowitz, e che si avvale di un cast interessante.
Un parterre di nomi spesso noti, tra cui spicca la diva degli anni ’90 Winona Ryder, da anni uscita un po’ tanto fuori scena rispetto alle produzioni che la coinvolgevano a vent’anni da giovane promettente in carriera. La affiancano attori già noti come Dermot Mulroney, pure lui assai attivo nei ’90, o già notati altrove, come John Gallagher Jr. e Owen Teague, nel ruolo di due rivali in amore e custodi ognuno di un proprio scomodo segreto.
Un tranquillo weekend di mistero
Per fuggire dallo stress di una vita di coppia un po’ alla deriva, due fidanzati si convincono a trascorrere un weekend in montagna e per questo affittano una baita nel bosco.
Arrivati quando ormai è già buio, si accorgono che la casa è già occupata da un’altra coppia, probabilmente a causa di un errore nella prenotazione.
Nonostante qualche diffidenza, i due che occupano già la casetta nel bosco si offrono di ospitare i due, in attesa di chiarire il problema il giorno successivo.
Ma la mattina, Kath, la ragazza sopraggiunta per ultima col fidanzato, si accorge che il lui è sparito, ufficialmente in fuga con la fidanzata dell’altro ragazzo.
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Tornata a casa, scoraggiata, prova a mettersi sulle tracce del proprietario della baita, per cercare di scoprire qualcosa in più su quella sparizione misteriosa.
Kath sulle prime di legherà all’uomo, colpita dalla sua strana situazione solitudine.
Ma la situazione finirà per prendere una piega addirittura diabolica, quando la donna scoprirà, poco per volta, la fitta trama che si cela dietro la fuga apparentemente innocua di un weekend.
Fuga nella notte – la recensione
Singolare quanto bislacco questo thriller che riporta una delle star più lanciate e contese dai grandi registi in tutto il decennio ’90, in un ruolo da protagonista, dopo anni di oblio o di ruoli di contorno non proprio indimenticabili.
Se un merito esiste in questo controverso ed enigmatico thriller, probabilmente risiede nella scelta, azzardata ma originale, di osare una narrazione per nulla lineare, che racconta la storia prima dal punto di vista della ignara protagonista; poi, tramite particolari stacchi narrativi, pone lo spettatore di fronte a una verità che nasce da un complotto.
Per finire, il film tenta la virata risolutiva con un ulteriore colpo di scena che risulta così assurdo da rendersi impossibile da decifrare, anche da parte dello spettatore più attento e smaliziato.
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Certo la storia è a dir poco assurda, oltre che improbabile e diabolica.
Ma a stupire sono, in particolare, i dettagli che emergono dalle singole personalità coinvolte. Una protagonista che fa l’improbabile mestiere della impollinatrice di specie vegetali. Un fidanzato più giovane di lei che trama a sua insaputa finendo per mettersi veramente nei pasticci secondo un’ esilarante serie di vicissitudini. Ma è il personaggio folle e indecifrabile di Mulroney quello che lascia veramente più interdetti.
Vedere per credere, in un film che ha il coraggio e l’indolenza di osare oltre ogni ragionevole senso del limite (a tratti del ridicolo, probabilmente). Ma che, nella follia generale del suo script fuori controllo nel cesellare personaggi davvero lontani da ogni credibilità, non si può davvero disprezzare. Proprio grazie a questa sua struttura completamente fuori da ogni schema logico.
Il film ha comunque il merito di riportarci Winona Ryder in un ruolo da protagonista, qui dai contorni un po’ poco credibili, ma sostenendo la sua parte con lodevole impegno.