In un carcere in dismissione, alcuni agenti e pochi detenuti, gli ultimi rimasti, aspettano di essere trasferiti. A poco a poco, le regole, scritte e non, sembrano avere sempre meno senso, e quella degli uomini in attesa diventa una nuova, fragile, comunità.
Dialoghi secchi.
Aria malferma.
Facce perfette.
Grigio nei cieli. Nei volti. Nelle scene. Negli abiti.
Ad esempio narra la precarietà dell’essere umano. Oltre all’assurdità delle carceri. Chiudendo bene una triade intelligente di Leonardo Di Costanzo sulla criminalità organizzata con L’intervallo e sul mondo del volontariato con L’intrusa.
La ‘formazione’ di Uomini
Arzano. Bertone. Buonocore. Cacace. Fantaccini, Lagioia e Nuzzo. Sembra una formazione calcistica. L’affiatamento del campo qui non è vitale.
Anche i nomi sono quindi perfetti! Uno più potente dell’altro. E soprattutto in scambio ascolto tra loro. Oltre che ottimamente diretti dalla sapienza dell’intelligenza.
Tutto ristagna. E si riesce a dire molto, nonostante l’odore di morte. Cioè vi si afferma la completa e sublime desolazione dell’uomo rinchiuso, la solitudine dell’essere umano, con o senza mura, evidente anche in quelli liberi, perché equipara secondini a carcerati.
Tutti nella stessa melma esistenziale che è la vita. Ed è qui più che mai dove la ricerca di un accordo mediato e di un dialogo, si stendono glabri come gatti al sole.
Di Costanzo riesce a creare una tensione palpabile e spalmabile per tutta la durata del film. Come burro sulle fette biscottate.
Questo lascia sospesi, frastornati; tra la ricerca del dialogo, i ponti tra umani con la U maiuscola e la paura che la cattiveria prenda il sopravvento con la tragedia imminente, che spesso la accompagna.
Ci riesce bene Di Costanzo a narrare un incontro tra due mondi che vivono contrapposti. Quello della polizia penitenziaria e dei sorvegliati speciali che, ahimè, come due rette parallele, sono destinati, quasi sempre, a non incrociarsi mai. Eccetto che qui.
In Ariaferma appaiono infatti timidi tentativi di umanità da parte di un intelligente Servillo – capo guardie – che, per una volta, si fida di coloro che detiene e sorveglia.
I temi di ‘Aria Ferma’
Questo è poi un film sulla fiducia. Uno dei temi centrali, che qui, in questo contesto, è più importante persino di un pasto.
Inquadrature secche, dal basso, per far sentire ancora più impotenti questi dannati di un girone dantesco: i cosiddetti uomini – gli esseri umani che lo abitano e che, con tutta la loro umanità, fanno sentire a casa ed esattamente come si fosse uno di loro.
Imperdibile film per sentirsi più vivi.