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‘I migliori giorni’. La recensione del film

Un film a episodi sulle ipocrisie dei giorni di festa

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I migliori giorni (o i peggiori, come suggerisce il titolo bifronte) è il film diretto a quattro mani da Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo. Quattro sono anche gli episodi che lo compongono, a raccontare con ironia e un pizzico di cattiveria pregi e, soprattutto, difetti, del nostro Belpaese. Forse non tutti egualmente brillanti, ma comunque ciascuno ben scritto e ottimamente interpretato, con un cast stellare guidato da una sapiente mano registica.

‘I migliori giorni’ Una commedia per ridere e riflettere

I migliori giorni: un film a episodi sul significato delle feste

I migliori giorni mette sotto i riflettori le feste comandate, oggi la più alta espressione del consumismo che ha perso di vista i valori e il significato delle stesse. Natale, Capodanno, San Valentino, l’8 marzo. Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo dirigono gli episodi alternandosi e usando toni differenti. Se Leo dipinge quadri familiari molto attuali con ironia e leggerezza, sfumando i tratti amari, Bruno ci mette un pizzico di cattiveria in più, spingendo il coltello su temi più sociali.

La Vigilia di Natale nel film I migliori giorni

L’episodio più originale e meglio riuscito è il primo, La Vigilia. Diretto da Edoardo Leo, vede i due registi in scena a diretto confronto (letteralmente) insieme ad Anna Foglietta e Pietro De Silva. Il tema è attualissimo: a cena da Stefania (deputata in carriera) per la Vigilia di Natale, si scontrano le ideologie Vax-Novax incarnate dai suoi due fratelli, l’attore Alessandro e il discotecaro Luca. In un crescendo di battute e allusioni, vano sarà il tentativo di far accettare a ognuno la libera scelta dell’altro. Un quadro che ben rappresenta la crescente intolleranza che nell’ultimo anno e mezzo ha diviso l’Italia in due, spezzando amicizie e finanche legami familiari. Si aggiungono le divergenti scelte di vita dei tre fratelli che acuiranno il confronto reciproco. Riusciranno a ritrovare lo spirito del Natale e il valore della famiglia?

Capodanno, San Valentino e l’8 marzo

Negli altri episodi, Edoardo Leo e Massimiliano Bruno tornano nella sola veste di regista; in Capodanno diretto da Bruno, il ricco Max Tortora porta moglie e figlia alla cena solidale alla mensa dei poveri da lui patrocinata per rifarsi l’immagine pubblica. Ben presto il velo dell’ipocrisia si solleverà, amare verità saranno rese pubbliche, sino al finale col botto. Con San Valentino, Leo torna a un tema più frivolo e quasi banale. Luca Argentero, sposato da venticinque anni, tradisce la bella moglie con una giovane ragazza. Ma l’intreccio si fa intrigante con l’intesa della moglie di lui e della compagna di lei. Una doppia coppia mista da cui le donne escono con una marcia in più. Proprio alle donne è dedicato l’ultimo episodio, L’8 marzo (diretto da Bruno). Qui l’ipocrisia della festa si mescola alla descrizione di un misogino ambiente televisivo in cui anche le donne (nello specifico, Claudia Gerini in contrapposizione a un ottimo Stefano Fresi) per affermarsi devono avere ‘gli attributi’.

Una commedia amara sui nostri tempi

I migliori giorni è formalmente una commedia, ma assume i toni della satira sociale. Similmente al cult I nuovi mostri, dipinge un quadro di ordinaria (e straordinaria) mostruosità italiana. Lo fa a tratti bonariamente e con leggerezza (gli episodi di Leo), in altri con crudezza e spietata cattiveria (quelli di Bruno), come un Giano Bifronte che mostra i suoi due volti.

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