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‘Per niente al mondo’ il declino di uno chef di successo nella poco inclusiva provincia del nord-est

Su Chili il film di Ciro D’Emilio che racconta la parabola di un uomo accusato ingiustamente di un crimine che non ha commesso

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Per niente al mondo

Distribuito da Vision Distribution e prodotto da Lungta Film e Rai Cinema, arriva sulla piattaforma Chili, Per niente al mondo. Il lungometraggio di Ciro D’Emilio segue la caduta di un imprenditore del nord-est che dopo un’ingiusta carcerazione prova a riprendersi tutto quello che gli è stato tolto.

Bernardo Bordin è uno chef molto apprezzato; il suo ristorante sta per prendere la stella Michelin. Osannato da tutti come cuoco unico, dalle doti sopraffine, con passione e capacità al limite dell’umano. Il successo sta arrivando, il suo talento è indiscutibile, non sbaglia un colpo e un sogno si sta per realizzare. In una giornata di sole però bussano alla sua porta, sono le forze dell’ordine che lo dichiarano in arresto. Da quel momento, convinto della sua innocenza, la sua vita cambierà per sempre.

Per niente al mondo

Ciro D’Emilio, giovane regista campano al suo secondo lungometraggio, si cimenta con l’ardua prova di raccontare la provincia, per di più di una terra lontana dalle sue origini, quella del Nord-Est. Segue le vicende di un imprenditore del posto. Siamo in Veneto probabilmente, anche se non è esplicitamente dichiarato. Una provincia che si divide tra campagna e zone industriali, fatta di piccoli centri, dove le voci corrono in fretta e la reputazione viene subito messa in discussione.

Se dovessimo dare una collocazione su stili e generi di questo film, la mente andrebbe subito al compianto Carlo Mazzacurati, un cineasta che sapeva e amava raccontare un certo Nord-Est e le sue contraddizioni. Ciro D’Emilio, regista campano che coraggiosamente si allontana dalle sue terre di origine, sembra quasi seguire le sue orme, la sua poetica, nel raccontare la provincia di un piccolo centro del Nord con questo Per niente al mondo.

Per niente al mondo I pregiudizi, la chiusura, l’emarginazione

Nella scala sociale si sale e si scende molto in fretta, ancor di più nei piccoli centri del Nord. La pellicola di D’Emilio riflette bene su alcuni elementi dei rapporti umani della piccola e media borghesia provinciale, i legami solidi solo in apparenza: la fiducia si sgretola in un baleno e gli amici di sempre voltano le spalle. Quella che va in scena è la storia di un luogo tranquillo, “per bene”, dove l’apparenza e la performance, però, sembrano essere le uniche cose che conta.

Quali sono i legami veri e autentici? Gli amici di sempre sono davvero nostri amici fino a prova contraria? O sono solo legami fondati sul successo e sulla fama? Ci leghiamo a una persona per lo status che rappresenta, per quello che possiede o per ciò che è veramente?

Per niente al mondo

Per niente al mondo La parabola di un uomo di successo che perde tutto

Il racconto adopera l’intreccio su più assi temporali, con un efficace montaggio “alternato” che va avanti e indietro nel tempo, in luoghi diversi, e in modo funzionale ci aiuta a mettere a confronto il bene e il male di Bernardo, prima, durante e dopo l’errore giudiziario che lo ha incastrato. Una scelta narrativa azzeccata che mette alla prova lo spettatore nel crescendo del thrilling.

Con questa tensione narrativa fra i due poli, osserviamo l’evoluzione della storia e del suo personaggio principale. Possiamo prima trovare i legami sviluppatisi ai tempi del successo, come con gli amici Sergio e Stefano, e il legame nato dal periodo di abbandono in galera. Un legame, quest’ultimo, attraverso cui Bernardo troverà un appiglio ma anche la sua perdizione. Perché quella società che racconta Ciro D’Emilio sembra davvero incapace di includere, di dargli una seconda chance.

L’escalation della perdizione in una provincia che nel momento delle difficoltà lascia soli

Nel film troviamo un cast in grande spolvero, più che mai convincente. Guido Caprino interpreta Bernardo e si misura molto bene nei panni di un imprenditore del nord-est; molto credibile e serio il nostro interprete del commissario Manara che con la cadenza veneta non è davvero niente male se si considera la sua sicilianità.

Convince Guido Caprino ma convincono anche i comprimari: Boris Isakovic, nei panni del suo compagno di cella, con cui lega. Il rapporto che si costruisce fra i due è uno degli elementi del racconto che più entusiasma; vivido e centrale come il legame con la figlia, interpretata in modo più che convincente dalla giovane e talentuosa Irene Casagrande. Poi gli “amici di facciata” che purtroppo abbandonano e deludono Bernardo,  Sergio e Stefano, interpretati da attori di grande spessore come Antonio Zavatteri e Diego Ribon.

Per niente al mondo

Un cast in grande forma, un plot accattivante ma qualche imprecisione narrativa

Se il cast e lo spaccato sociale evidenziano dei tratti riusciti del lungometraggio, da un altro lato alcuni passaggi della storia palesano qualche buco narrativo, qualche risoluzione poco plausibile. La trama in più di un tratto salta. Il film probabilmente per scelta non vuole spiegarci molte cose, non vuole essere didascalico, per porre il focus su altri elementi, ma lo stesso palesa più di qualche criticità nella logica degli accadimenti.

Questo non riguarda la ricostruzione dell’intreccio che tocca allo spettatore, per fare chiarezza e per provare a capire chi è Bernardo: lì tuttavia funziona. Il film all’inizio ci interroga proprio con lo sguardo in campo del suo protagonista: scelta audace ed efficace che stabilisce subito l’interazione verso chi guarda. Piuttosto, la credibilità di alcune sequenze.

Nel film viene un po’ meno la dimensione psicologica per lasciare spazio alle azioni che si sviluppano troppo repentinamente, senza approfondire alcuni passaggi e il crescendo dei personaggi; questo non giova alla verosimiglianza della storia. Non ha aiutato un’opera che per i “carichi” che aveva messo in gioco poteva offrirci una completezza ed una soluzione più rappresentative. Il tema dell’errore giudiziario poteva essere un ulteriore chiave nell’”economia” narrativa del film, se fosse stata approfondita o dispiegata soprattutto in funzione della drammaturgia dell’opera.

Visti tali elementi si poteva ambire a un lungometraggio di più rilevante spessore. Considerando i temi e i luoghi che porta in scena e anche uno spaccato particolarmente intrigante. Tuttavia ci accontentiamo, pensando ai rimandi a un cinema che un po’ ci mancava e all’operazione che si è voluta offrire con questo progetto, alle contraddizioni che emergono e che caratterizzano un vissuto non troppo lontano da ognuno di noi. Perché Per niente al mondo si presenta come una piccola produzione impegnata che merita attenzione e suscita interessare.

‘Per niente al mondo’ è un film sulla fiducia e sulla sua mancanza. Conversazione con Ciro D’Emilio

Per niente al mondo

  • Anno: 2022
  • Durata: 105'
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Genere: Drammatico / Thriller
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Ciro D'Emilio
  • Data di uscita: 15-September-2022

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