Su Chili in streaming, il biopic celebrativo su Whitney Houston, la Voce più bella della sua generazione: Whitney, una voce diventata leggenda.
Whitney – una voce diventata leggenda: il cerchio della vita
Come viene detto in Avatar 2, la nostra vita inizia e finisce nell’acqua; e così, tragicamente, nell’acqua si conclude – troppo presto – la vita di Whitney Houston, annegata accidentalmente nella vasca da bagno di un hotel di Beverly Hills nel febbraio 2012. Ma il grande pregio di Whitney una voce diventata leggenda è di mettere la Donna e la Cantante al centro del film, mostrando i punti fondamentali della sua vita e della sua carriera con rispetto e delicatezza. Il suo difficile rapporto con le droghe e con il marito Bobby Brown, finanche la sua stessa morte, vengono infatti intuiti più che descritti minuziosamente, per dare piuttosto spazio alla sua Musica.
Whitney – una voce diventata leggenda: I Wanna dance with somebody
Non a caso il titolo originale del biopic è I Wanna dance with somebody, dal titolo di una delle più famose hit della cantante, che racchiude in sé l’essenza di Nippy, come viene chiamata affettuosamente dai propri cari, la ragazza di periferia che voleva solo cantare ed essere amata. Ed amata lo è stata, e tanto, dal pubblico di tutto il mondo; più travagliata la vita privata, dal difficile rapporto con la madre Cissy Houston al deleterio – per il suo equilibrio – matrimonio con il ‘ragazzaccio dell’R&B degli anni Novanta’ Bobby Brown. Spesso purtroppo noi donne troviamo nel nostro compagno un clone del padre; così Whitney (interpretata dalla bravissima Naomi Ackie), che mai ha accettato la separazione dei propri genitori (dovuta anche all’infedeltà paterna)
ha scelto un ragazzo che non è stato capace di amarla davvero, facendole vivere tradimenti continui e violenze fisiche e psicologiche (che nel film vengono appena accennate, lasciando lo spettatore libero di intuirne l’entità).
Una relazione tossica, diremmo oggi; quasi un gioco di parole, visto che era una relazione fatta anche di abuso di sostanze stupefacenti. Mentre la cosa più bella di un matrimonio nato già sotto una cattiva stella (l’ex di Bobby era incinta quando lui chiese a Whitney di sposarla) è la figlia Bobbi Kristina che, insieme alla madre ed all’amica (ed ex amore) Robyn Crawford, le è sempre rimasta accanto (finendo tragicamente nello stesso modo della madre solo tre anni dopo la sua scomparsa).
Luce dei suoi occhi
In Whitney una voce diventata leggenda viene ben raccontato invece il rapporto con le persone fondamentali, in positivo, per la sua vita e la sua carriera. La madre Cissy, cantante essa stessa, che pur nella sua durezza è stata colei che ha dato alla figlia le ali per volare: la tecnica vocale innanzitutto, ma anche l’opportunità di brillare quando un famoso produttore si è presentato al suo concerto. Lo stesso produttore discografico Clive Davis (interpretato dallo straordinario Stanley Tucci) che non solo ha creduto in lei e nella sua Voce ma le è stato accanto con affetto e consigli. Ed infine Robyn, l’amica della prima giovinezza e primo vero amore di Whitney, un amore osteggiato ed impossibile da vivere apertamente e da rivelare al mondo. Amante, amica e poi direttore creativo della cantante, l’ha protetta da se stessa e dalla pressione circostante anche dopo la fine del rapporto sentimentale, fallendo solo nel confronto con Bobby.
Altro amico cui si accenna in Whitney è il coprotagonista di The Bodyguard, Kevin Costner; si racconta infatti che non solo fu lui a volerla nel film, ma che suggerì la hit che ha fatto poi vincere alla Houston innumerevoli premi. I will always love you, cover dell’omonimo brano di Dolly Parton, struggente ballad a tutt’oggi indimenticabile nella calda interpretazione di Whitney.
La Voce, come la definì Ophrah
Il film, come in un cerchio perfetto, si apre e si chiude con l’esibizione all’American Music Award del 1994. La sua performance, il medley di I Loves You, Porgy, And I Am Telling You I’m Not Going e I Have Nothing, è forse, dal punto di vista musicale, la più iconica della cantante che, grazie alla sua estensione vocale, ha giocato con le note conquistando definitivamente il pubblico dell’AMA e del mondo. Ma un altro momento iconico mostrato nel film è quando, nel 1991, Whitney apre la venticinquesima edizione del Super Bowl sulle note dell’inno americano The Star-Spangled Banner.
Nota fondamentale: nel film, diretto da Kasi Lemmons, scritto dal candidato all’Oscar Anthony McCartenn e coprodotto dallo stesso Clive Davis, ormai novantenne, la musica è originale. La Voce inconfondibile di Whitney Houston risuona potente nella sala, commuovendo chi, come la sottoscritta, con quelle canzoni è cresciuta e diventata donna.
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