Gli Artigli dell’Aquila(Blades in the darkness), action horror di Alex Visani che vede nel cast una quasi irriconoscibile Manuela Arcuri è stato presentato in questi giorni al Bloody Festival di Roma.
Il Bloody Festival, nato dalle ceneri dell’Italian Horror Fest di Nettuno, ha portato la IV edizione nel cuore della Capitale, a due passi dall’Isola Tiberina. La location di Borgo Ripa, seicentesca dimora dei Pamphili, è la cornice perfetta per un festival che fa del thriller e della paura il proprio fulcro: circondato dal Giardino delle Delizie, l’antico palazzo immerso nella penombra dona suggestioni uniche agli avventori, immergendoli sin da subito nel mood horror.
Gli Artigli dell’Aquila in un vecchio bunker albanese
Da una location unica all’altra, Gli artigli dell’Aquila è stato girato a Tirana, all’interno della rete di bunker sotterranei fatti costruire dal dittatore albanese Enver Oxha. Quella dell’ambientazione in un bunker non è una novità in Italia: diversi film di genere sono stati girati infatti nel bunker di Monte Soratte, da Antropophagus II a The Bunker Game. La scelta del bunker albanese fatto costruire da Oxha trova la propria ragion d’essere nello stesso plot del film, che prende spunto dal caos successivo alla caduta del regime comunista, e vede i nostalgici ricreare il loro mondo nei tunnel del vecchio bunker mentre fuori si rafforza il consumismo occidentale.
La trama
Siamo nel 1997; un bambino fugge da alcuni coetanei che lo bullizzano per proteggere la sua unica ricchezza: un albo a fumetti di un supereroe dalle ali d’angelo. Riparatosi nel bunker, scoprirà ben altri orrori. Venticinque anni dopo, nel 2022, gli italiani Davide e Giulia seguono gli albanesi Nua e Adrian a Tirana per dare una svolta al proprio futuro: l’idea è quella di aprire un locale nel vecchio bunker abbandonato. Basterebbe questo per costruire un classico horror splatter, ma Visani aggiunge un tocco di action che dona a Gli artigli dell’aquila ritmo ed originalità. Adrian infatti si sta servendo dei suoi amici per saldare un conto con dei pericolosi criminali: soldi e droga si intessono cosi alla trama, insieme al sexy cugino di Adrian, Ilir, interpretato dal bel tenebroso Arnold Damazzeti, che sfiderà il mostro a suon di pugni ed arti marziali.
Gli orrori del comunismo creano mostri
Gli artigli dell’aquila sono sia quelli metaforici del vecchio regime comunista che quelli, reali, indossati dal bambino diventato mostro proprio a causa dell’orrore subito dal Comandante fedele alla dittatura caduta; mentre la trasformazione del bambino in un supereroe distorto e malvagio ha un sapore retrò di fumetti Marvel ambientati negli anni della Guerra Fredda, quando i “super soldati” sovietici, capitanati dal Guardiano Rosso erano acerrrimi nemici dei Vendicatori.
Un action movie originale ed inquietante
Con Gli artigli dell’AquilaVisani mescola nelle giuste dosi azione, thriller, splatter e colpi di scena, aggiungendo tre ingredienti speciali: l’ambientazione, da una tetra immagine dell’Albania ai tunnel del bunker; un interessante sfondo politico e sociale, che critica da una parte il vecchio comunismo creatore di mostri e dall’altra il capitalismo fautore di un eccessivo consumismo; ed infine il Supereroe da fumetto nella sua doppia personificazione buono/cattivo, che apre e chiude il cerchio della storia fino alla redenzione della morte.