Per vari motivi Emanuele Crialese, nato a Roma il 27 maggio 1965 ma siciliano d’origine (il legame con le sue radici è ben presente in ogni suo film), non è un regista particolarmente prolifico. Infatti, in venticinque anni di attività, ha realizzato solo cinque lungometraggi e un paio di cortometraggi. Tuttavia le sue opere, di valore e in grado di analizzare le mancanze e i limiti della nostra società, gli hanno permesso di diventare uno fra i maggiori registi italiani in attività. Consentendogli, oltretutto, di ottenere numerosi e importanti riconoscimenti in vari festival, fra cui due Leoni d’argento nel 2006 e nel 2011, rispettivamente per Nuovomondo e Terraferma.
La XXI edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme ha deciso di conferire al regista romanoil Premio alla Carriera dedicandogli, inoltre, una retrospettiva.
Le prime opere
In una recente intervista Crialese ha affermato di aver sempre fatto film sulle migrazioni e sulle transizioni in generale, adottando il punto di vista di persone, per un motivo o per un altro, poste ai margini della società.
Così è stato sin dalla sua opera prima Once We Were Strangers, un film del 1996 che narra la storia di due immigrati, l’italiano Antonio (Vincenzo Amato e l’indiano Apu, che tentano inutilmente di integrarsi in una New York fortemente respingente. Crialese punta molto sul tentativo di omologarsi ai canoni americani dei due protagonisti. Ma questo loro tentativo di uniformarsi, rendendosi, di fatto, invisibili agli occhi della società, gli fa perdere la loro identità aumentandone il disagio e il senso di sradicamento nei confronti delle proprie origini.
Sono temi che Crialese svilupperà in maniera molto più approfondita nei seguenti film. A partire dal suo secondo lungometraggio Respiro(2002), ambientato a Lampedusa.
Il tredicenne Pasquale, a capo di una banda di ragazzini che passano il tempo a cacciare uccelli e a scontrarsi con le bande rivali ha un padre violento e autoritario, Pietro (Vincenzo Amato) e una madre, Grazia (Valeria Golino), considerata dagli abitanti del paese stravagante, se non propriamente pazza. Semplicemente Grazia è una donna che mal sopporta le consuetudini e la chiusura mentale dei suoi compaesani e, per questo, mal vista dagli abitanti dell’isola e fonte di vergogna per i familiari. Il marito vorrebbe farla ricoverare in una clinica di Milano per curarla da quella che considera pazzia, mentre Pasquale, dal canto suo, pur provando imbarazzo per la madre, la aiuterà nel suo tentativo di fuga, sottraendosi al giudizio moraleggiante degli abitanti dell’isola.
Con RespiroCrialese raggiunge la notorietà presso il grande pubblico, tratteggiando il ritratto di una donna borderline che tenta inutilmente di poter esprimere la propria personalità al di fuori degli schemi precostituiti, Di poter, cioè, affermare il proprio diritto a respirare liberamente senza venir soffocata da una società chiusa e soffocante.
Nuovomondo
Nel 2006, quattro anni dopo Respiro, Crialese realizza quello che, sino ad oggi, è il suo film più riuscito. Nuovomondo, vincitore del Leone d’Argento “Rivelazione” alla Mostra del Cinema di Venezia è la storia di un viaggio in nave. Quello che, agli inizi del Novecento, compie la famiglia Mancuso: Salvatore (ancora Vincenzo Amato, vero e proprio attore feticcio del regista) con i figli Angelo e Pietro – sordomuto – e la madre di Salvatore Fortunata, dalla Sicilia verso l’America. Ai Mancuso si aggrega Lucy, una giovane e misteriosa donna inglese (Charlotte Gainsbourg) che, una volta giunti a Ellis Island, chiede a Salvatore di sposarla per poter ottenere il visto per poter entrare negli Stati Uniti.
Crialese con Nuovomondo combina sapientemente immagini arcaiche con scene oniriche e con sequenze molto più realistiche e di denuncia. Alle prime appartengono le sequenze iniziali, dove assistiamo al pellegrinaggio Salvatore compie prima di partire, recandosi dalla Madonna portando in bocca una pietra macchiata di sangue per chiedere un segno per poter prendere la giusta decisione. Retaggio di antiche tradizioni della Sicilia profonda.
La dimensione onirica viene invece raggiunta quando il regista inserisce durante il viaggio in nave alcune, ripetute sequenze con piogge di denari che cadono sul volto di Salvatore o enormi ortaggi, metafora di quella ricchezza che i Mancuso sperano e mitizzano di trovare in America, galleggiano in un mare lattiginoso nel quale nuota Salvatore insieme a Lucy, la donna della quale è rimasto affascinato.
Ma a essere la colonna portante del film sono le scene maggiormente realistiche. Quelle della partenza, quando la nave si stacca dal molo e si avvia verso il mare aperto e, soprattutto, quelle della seconda parte del film, allorché i viaggiatori giunti finalmente a New York vengono rinchiusi nel centro di accoglienza di Ellis Island, dove per poter essere ammessi sul suolo americano, devono sottostare – e superare – umilianti test sia fisici sia mentali, vera e propria azione di selezione volta a impedire l’ingresso ai più fragili.
Con Nuovomondo il regista romano realizza un’opera forte senza concedere nulla alla spettacolarizzazione e, proprio per questo, estremamente incisiva.
Terraferma
Il tema dei migranti viene ripreso da Crialese nel successivo Terraferma(2011). In questo caso non si tratta più di italiani che cercano fortuna nel nuovo mondo agli albori del XX secolo, bensì di uomini e donne del sud del mondo che tentano di raggiungere sui barconi le coste italiane per sfuggire a fame, guerre e povertà.
Ambientato ai giorni nostri in un’isola siciliana nel Mediterraneo che vive di pesca e turismo gli abitanti si trovano a dover decidere se rispettare l’antico codice del mare che impone il salvataggio dei naufraghi o se abiurarlo per rispettare la legge dello Stato che lo vieta.
È il dilemma che si pongono il vecchio pescatore Ernesto (Mimmo Cuticchio) e il suo giovane nipote Filippo (Filippo Pucillo) quando, durante un’uscita in mare, incrociano una zattera piena di migranti provenienti dall’Africa. Disobbedendo all’ordine della Guardia Costiera di non raccogliere nessun migrante a bordo della loro barca, Ernesto aiuta alcuni migranti caduti in mare a salire sulla loro imbarcazione, portandoli sulla terra ferma e nascondendo presso la sua dimora una donna incinta che, poco dopo, partorirà.
Terraferma è un film dai forti accenti di denuncia che obbliga lo spettatore a schierarsi e che regala sequenze difficili da dimenticare, come quella in cui un gruppo di migranti in acqua nuota verso la barca sulla quale si trovano Filippo e una turista con cui si era appartato, tentando di salirvi a bordo, come in una sorta di attacco di morti viventi.
L’immensità
Ultima fatica di Emanuele Crialese, L’immensità(2022), che torna a girare un lungometraggio dopo undici anni. Un film dal forte sapore autobiografico ambientato nella Roma degli anni Settanta e che ha, come protagonisti, Clara (Penélope Cruz), moglie spagnola del siciliano Felice (Vincenzo Amato) e i loro tre figli: la dodicenne Adriana (Luana Giuliani), Gino (Patrizio Francioni) e Diana (Maria Chiara Goretti).
Il film è incentrato sul rapporto in crisi fra Clara e Felice e, in particolare, sulla figura della dodicenne Adriana, la quale subisce pesantemente le tensioni fra i genitori, crede di provenire da un lontano pianeta e comincia a mettere in dubbio la propria identità di genere, iniziando a farsi chiamare Andrea.
Un film su una famiglia tradizionale che deve affrontare, impreparata, il travaglio della figlia: quando Adriana dirà alla madre: “Io non sono Adriana”, lei le risponderà: “Non sei nemmeno Andrea”, sancendo di fatto l’indefinibilità dell’identità sessuale della figlia. Anche se, poi, è nella madre che Adriana/Andrea troverà rifugio.
Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers