Si è tenuta via Zoom la conferenza stampa de L’uomo sulla strada, alla presenza del regista, Gianluca Mangiasciutti, e dei due protagonisti, Aurora Giovinazzo e Lorenzo Richelmy.
La pellicola, presentata con successo ad Alice nella città 2022, è distribuita d Eagle Pictures ed esce in sala il 7 dicembre 2022.
L’uomo sulla strada | Lorenzo Richelmy apre la conferenza stampa
Il primo a prendere parola è Richelmy, che apre la conferenza esprimendo la sua riconoscenza nei confronti del personaggio e del progetto. «Forse per la prima volta riesco a fare un uomo, e non un ragazzo. E sono molto contento del mio personaggio.
C’era molta fiducia verso gli attori e ciò ha fatto sì che l’evoluzione dei personaggi venisse proprio da loro.
Il senso di colpa è lo strato più superficiale.
La psicologia ha insegnato che tutti ne abbiamo. Il film è interessante nella misura in cui il senso di colpa non basta per la redenzione. Non basta chiedere scusa, nè identificare la vittima e il carnefice. Il film serve a depotenziare totalmente il senso di colpa».
Aurora Giovinazzo parla del senso di colpa
A tal proposito, si inserisce la Giovinazzo: «Per me il senso di colpa è una sensazione universale. Bisogna a volte conviverci, non è facile. Può condizionarti, ma bisogna saper andare oltre.»
Quindi prosegue, spiegando come è arrivata a una simile sintonia sullo schermo con il collega. «Grazie alla acting coach (Stefania De Santis, ndr.) che ci ha seguito, tutto è venuto naturale.»
«È abbastanza singolare che in un paese come l’Italia non si prenda sempre in considerazione almeno una settimana di prove. – si sfoga Richelmy – «Tutte le volte che dovevamo fare determinate scene, anche pesanti, o trovare un incontro intimo, ho rintracciato in Aurora una grandissima complice.»
Non è scontato incontrare una persona come lei, che ha una grande etica professionale.
In conferenza si parla del tema della vendetta ne L’uomo sulla strada
Interviene a questo punto il regista, secondo il quale «la voglia di vendetta è radicata nel personaggio di Irene. C’è una sofferenza molto tangibile».
«La vendetta fa più rumore nel mio personaggio – spiega la Giovinazzo – ma ha bisogno di andare avanti. Perciò deve accettare. Il suo senso di vendetta va preso con le pinze, perché convive con il dolore».
Richelmy si sofferma ancora di più sul concetto, riflettendo anche sulla società moderna. «Dal punto di vista letterario, sono affezionato ai concetti di vendetta e perdono. Viviamo però in un periodo storico in cui siamo tutti molto sedati.
Il compito è convivere con le follie di ognuno, rispettando tutti.
Nel film i temi vengono toccato ma non in maniera troppo netta, perché nel mezzo c’è il senso di giustizia. E il film si concentra giustamente sulla via di mezzo».
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