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FESTIVAL DI CINEMA

‘Peafowl’ di Byun Sung-bin, dal waacking alle danze popolari nell’universo transgender

Un film evento che mescola quanto di più lontano possa esistere tra la cultura tradizionale coreana e l’emancipazione di una protagonista transgender

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Peafowl di Byun Sung-bin, già tra i vincitori del Busan International Film Festival, varca in questi giorni le porte dei cinema al Seoul Independent Film Festival.

Un film dai colori molteplici e dai ritmi persistenti, Peafowl è intrattenimento musicale e visivo in una favola queer coinvolgente.

Haejun e Kim Woo-kyum

Peafowl, la trama 

Shinmyung (Hae-jun) è una ballerina professionista di waacking, transgender, che sta considerando un intervento chirurgico di transizione. Un po’ per evitare la naja obbligatoria, un po’ per facilitare il proprio riconoscimento al mondo. Purtroppo fallisce una competizione internazionale e quindi perde il premio in denaro in palio. Contestualmente, viene richiamata al paesino natale per la morte del padre, unico famigliare rimastole.

Malgrado il genitore l’abbia sempre contrastata e rifiutata nella sua scelta, Shinmyung torna al paese per partecipare al funerale e qui già iniziano gli scontri con i parenti.

Nuova sorpresa arriva quando l’amico Woo-ji (Kim Woo-kyum) le rivela che il padre le ha lasciato un’eredità nel caso lei si unisca alla troupe di danzatori Nongak, una danza tradizionale, talvolta anche acrobatica, che mescola dimensione spirituale e animistica ed è inserita nel Patrimonio Intangibile dell’Umanità dall’UNESCO.

Il padre di Shinmyung, a cui lei si rivolge rigorosamente per nome, era un maestro di questa danza. Per il suo funerale è previsto un rito speciale, per il quale lui ha richiesto, sul letto di morte, la presenza della figlia rinnegata.

A Shinmyung e ai parenti spetta un viaggio di crescita importante, che agli spettatori verrà servito in un mix di waacking e danze Nongak, appunto.

Una favola musicale

Shinmyung è un portento dietro quella maschera di trucco perfetta, che la rende scenicamente unica, con i suoi outfit puntualmente eccessivi per qualunque contesto. Esplode di energia anche senza necessariamente strillare. Non a caso, il nome stesso del personaggio, significa eccitazione in coreano.

Hae-jun, che veste i panni di questo pavone dalle piume blu, è nella realtà un personaggio speciale del jet set coreano, che ha rappresentato e rappresenta l’affermazione dell’identità non strutturata del movimento LGBTQI+. Il suo talento nel ballo ha dato l’opportunità al regista Byun Sung-bin di scrivere il personaggio di Peafowl esattamente per lei. I due, tra l’altro, avevano già collaborato precedentemente in un cortometraggio dalle stesse tematiche, God’s Daughter Dances.

Nongak

Find your own colors

È il motto che attraversa tutto il film. Infatti, non si tratta solo di un’opera dedicata ad una assopita società coreana, per favorire il risveglio dei sensi su questo tema. Se l’hallyu ci ha confermato quanto la Corea macini chilometri a velocità supersonica su certi aspetti, ancora decisamente sulla questione della parità di genere, qualunque sia il genere in discussione, zoppica. Peafowl è un invito a trovare davvero la propria identità, e al contempo è un omaggio a coloro che per farlo hanno dovuto sopportare umiliazioni, ingiustizie, offese.

Byun Sung-bin offre una sceneggiatura sensibile, che, strutturata con profusione di primi piani, e addolcita dalla voce  sensuale di Hea-jin e dalle sue mani che tutto descrivono, scioglie i cuori.

Da questa favola musicale con un pizzico di surreale, si gioca un vivace riscatto familiare per cui il pubblico incita i concorrenti. Il coming out a ritmo waacker e danze Nongak nel paesino agricolo della provincia di Jeolla, è il più bel set per un film queer di energia, fiduciosa del suo effetto contagioso.

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Peafowl

  • Anno: 2022
  • Durata: 115 minuti
  • Genere: Musicale
  • Nazionalita: Corea del Sud
  • Regia: Byun Sung-bin
  • Data di uscita: 08-October-2022

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