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Il corsetto dell’imperatrice, dramma storico postmoderno

La storia dell'imperatrice d'Austria Sissi colta nel compimento dei quarant'anni, tra crisi esistenziale e dramma storico in una pellicola postmoderna

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Il corsetto dell’imperatrice di Marie Kreutzer racconta in chiave moderna le vicende dell’imperatrice Sissi. Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach era la duchessa di Baviera e sposando l’imperatore Francesco Giuseppe divenne imperatrice d’Austria, regina di Ungheria, Boemia e Croazia.

Il corsetto dell’imperatrice: la doppia simbologia

Colta nel compimento dei quarant’anni, l’imperatrice Sissi è insoddisfatta e perennemente al mantenimento di una certa immagine pubblica di sé. La ricerca della perfezione fisica e della figura elegante è visivamente illustrata dal suo corsetto mentre le domestiche personali, con grande fatica, stringono i lacci ogni giorno intorno al torace dell’imperatrice.

Ma il corsetto è soprattutto il simbolo della costrizione della personalità della donna, imprigionata, fino a soffocare, nel ruolo imposto dal marito, dalla corte, dai sudditi che la vogliono sempre impeccabile e, in quanto emblema della patria, rappresenta la potenza di un intero impero, quello austro-ungarico. Tanto più che l’inno cantato in ogni occasione ne assimila il nome e di conseguenza la depersonalizza.

L’attrice lussemburghese Vicky Krieps dà volto, corpo, voce e movenze all’imperatrice Sissi lavorando in alcune scene con una recitazione in sottrazione e in altre in over acting.

Esempi del primo modo li ammiriamo in tutte le scene in cui Sissi è costretta alle manifestazioni pubbliche oppure alle cene ufficiali e non, in cui ogni minimo gesto, sguardo, sorriso determina un giudizio sulla sovrana.

Al contrario, la Krieps dimostra la sua forza recitativa in scene drammatiche come, ad esempio, gli incontri sessuali con il marito oppure quando prende l’eroina su indicazione del medico di corte per curare la depressione.

Vicky Krieps: un’interpretazione mimetica e premiante

 

Un’interpretazione di grande spessore e controllo da parte dell’attrice lussemburghese che ha meritato il premio come miglior attrice nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2022.

Lontano dalla figura favolistica portata avanti dalla trilogia degli anni Cinquanta, in cui una giovane Romy Schneider dava un’interpretazione tra l’ingenuo e il candido, Marie Kreutzer la trasforma in una donna complessa e indipendente.

Insofferente della vita di corte, seguiamo Sissi nei suoi viaggi in Inghilterra dove ha un amante o in Baviera in cui è messo in scena l’equivoco rapporto con il cugino re Ludwig di Baviera, tra complicità e giochi erotici.

Il rapporto con il marito diventa sempre più complicato a causa dei continui tradimenti con ragazze molto più giovani. Questo non fa che aumentare l’insofferenza di Sissi alla vita regale.

Da un lato la porta a un tentativo di suicidio, dall’altro a cercare vie di fuga. Ecco che allora costringe una sua domestica a vestine i panni e il famigerato corsetto per essere libera di drogarsi e compiere una fuga nei sogni lisergici.

Oppure, quando coscientemente invita la giovane amante del marito e le comunica regole, tempi e modi per soddisfare le voglie dell’imperatore, dandole la sua autorizzazione. Un modo esplicito per controllare e liberarsi da obblighi che non sente più, piuttosto che subire ipocritamente.

Il corsetto dell’imperatrice: il salto nel postmoderno della regista austriaca

Il corsetto dell’imperatrice è il quinto lungometraggio della regista austriaca, con alle spalle una lunga carriera di sceneggiatrice e direzione sia in campo cinematografico sia televisivo. La Kreutzer ama focalizzare le sue storie su figure femminile forti sempre al centro di complessi legami emotivi, ma con una messa in scena spesso derivativa e poco originale. Ne è un esempio il suo lungometraggio precedente The Ground Beneath My Feet presentato al 69 Festival di Berlino.

Anche Il corsetto dell’imperatrice s’inserisce in una modalità in voga in questi ultimi anni di biografie di donne famose. Pensiamo al recentissimo Blonde di Andrew Dominik sulla figura di Marylin Monroe. Oppure a Spencer di Pablo Larrain su un episodio della vita di Diana principessa di Galles, con cui il film della Kreutzer ha più di un elemento in comune nella messa in scena e nelle inquadrature degli esterni e degli interni.

Una grammatica cinematografica che possiamo far risalire a La duchessa in cui si narrano le vicende amorose e sociali di Georgiana Spencer, interpretata da Keira Knightley, nella fine del XVIII secoli inglese.

Questo ultimo lavoro di Marie Kreutzer però si distingue in modo positivo da quelli passati essenzialmente per due motivi.

Il primo la mimesi interpretativa della Krieps, di cui abbiamo parlato, che la regista riesce a sfruttare al massimo della sua resa espressiva.

Il secondo è un gusto postmoderno della pellicola con inserti visivi contemporanei nella storia, ma soprattutto con un finale in cui l’imperatrice è spostata nel tempo e nello spazio con un chiaro omaggio a Jules e Jim di François Truffaut.

Antonio Pettierre

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Il corsetto dell'imperatrice

  • Anno: 2022
  • Durata: 114
  • Distribuzione: BIM
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Austria/ Lussemburgo/ Germania/ Francia
  • Regia: Marie Kreutzer
  • Data di uscita: 07-December-2022

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