Si è tenuta nell’accogliente sede romana di Netflix la conferenza stampa di Odio il Natale, alla presenza della protagonista, Pilar Fogliati. Al suo fianco, gli interpreti Nicolas Maupas e Marco Rossetti, le sceneggiatrici Elena Bucaccio e Silvia Leuzzi, il produttore della Lux Vide Luca Bernabei, i registi Davide Mardegan e Clemente De Muro.
A Roma la conferenza stampa di Odio il Natale
«Da tanto sognavo di fare una serie sul Natale, che trovo sia come un acceleratore di particelle. Per uno sceneggiatore è una delle sfide più belle di sempre.» Esordisce così la sceneggiatrice Elena Bucaccio, che sottolinea la riconoscenza nei confronti di Netflix, che ha permesso al team di lavorare bene e insieme al progetto. Oltre a lasciargli la libertà di adattare la storia a un contesto nostrano, senza troppi paletti.
Mi piace parlare tanto e a tante persone. – Elena Bucaccio
Odio il Natale è infatti un adattamento della serie Netflix norvegese, Natale con uno sconosciuto, di Per-Olav Sørensen.
Quando il microfono passa nelle mani di Pilar Fogliati, la simpatica attrice, in un abito longuette dall’alto “tasso natalizio”, fatto di pailettes rosse, racconta la scelta di far parlare il suo personaggio, Gianna, direttamente in camera. «È come fosse un audiodiario che serve anche a lei stessa, ne approfitta per capirsi. I momenti in cui parla al pubblico diventano un’occasione per empatizzare.»

I 30 anni sono diventati un giro di boa. – Pilar Fogliati
E prosegue: «In generale trovo curioso che Natale sia considerato un genere. La magia del Natale è diventata un genere artistico, forse perché senti che, in quel momento, otto miliardi di persone si stanno domandando chi sono, stanno facendo un bilancio della propria vita».
Generazioni a confronto
Marco Rossetti rivela, invece, cosa ha imparato dal suo Carlo: «Mi ha insegnato a saper accettare le sconfitte, a farne un valore e a uscirne a testa alta. Per me il Natale è famiglia, mangiare, bere. Un momento in cui ci si ferma tutti, con le persone a cui si vuol bene».
Mentre Nicolas Maupas ha apprezzato il «fatto che Davide (il suo personaggio nella serie, ndr.) sia poco vicino alla sua generazione ed è molto onesto. È stato un bel percorso, ci siamo fatti grandi risate con Pilar».
Per quanto riguarda il discorso generazionale, anche la Fogliati dice la sua.«Sono una millennial in un mondo in cui convivono tre generazioni. E Natale è il momento in cui si esprimono i vari modi di pensare: è una cosa che mi diverte molto.
Sono abituata a chiedere alle persone più grandi quali sono gli anni migliori della vita. – Pilar Fogliati
Odio il Natale | In conferenza stampa è tempo di bilanci
Ognuno è come è e deve trovare i suoi tempi e le sue progettualità. Mi sento di aver dato più voce a una parte di me che mi chiedeva di uscire. Sono fortunata e grata, perché passare da un genere a un altro è difficile».
«Anche io sono riconoscente e grato in questo periodo, durante il quale mi sto scoprendo. E sono contento di poter ancora sbagliare» – aggiunge Maupas.

Odio il Natale. (L to R) Nicolas Maupas as Davide, Pilar Fogliati as Gianna in episode 101 of Odio il Natale. Cr. Erika Kuenka/Netflix © 2022
Infine Rossetti, molto candidamente, svela di essere «confusissimo sul mio posto nel mondo. A 37 anni ho una consapevolezza che non avevo prima, è un momento più concreto, non dico saggio, ma sono un po’ più in pace con me stesso.»
Tra Social e scouting
E, passando poi al discorso sui Social e le App, sottolinea la necessità di «non fermarsi allo schermo, ma di incontrarsi. Sono a favore dell’utilizzo e dell’evoluzione delle App, ma forse servirebbe anche un’educazione.»

Odio il Natale. (L to R) Marco Rossetti as Carlo, Pilar Fogliati as Gianna in episode 102 of Odio il Natale. Cr. Erika Kuenka/Netflix © 2022
Simile, per certi versi, l’opinione di Maupas: «Sono poco pratico con i Social e alle App prediligo il rapporto umano e il conoscersi.»
Uno dei due registi, conosciuti come i CRIC, Clemente De Muro, parla del «lungo lavoro di scouting dei luoghi», che alla fine li ha condotti a Chioggia, un piccolo gioiello alla stregua di Venezia. La piccola cittadina, fatta di canali e ponti, è stata addirittura inserita tra i 50 luoghi da visitare, in una classifica del New York Times.
Si inserisce a questo punto Luca Bernabei: «Abbiamo anticipato di poco il NY Times. Continuiamo a scoprire l’Italia, che consideriamo il paese più bello del mondo. E vogliamo farlo scoprire ai nostri spettatori.»
- Foto in evidenza Cr. Erika Kuenka/Netflix © 2022
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