Un film con tante curiosità La città incantata di Hayao Miyazaki.
La Città Incantata è un film del 2001 di Hayao Miyazaki. Nel 2003 ha vinto l’Oscar come miglior film di animazione.
Il titolo originale è Sen to Chihiro no Kamikakushi. Il termine “Kamikakushi” è traducibile con la frase “sparizione per opera di un kami”, cioè per opera di una divinità. Il kami è tipico della cultura giapponese per cui è stato difficile tradurlo in altre lingue.
In inglese, ad esempio, il nome è divenuto Spirited Away, mentre la versione italiana si è discostata molto dal significato originale.
Prima delle curiosità, la trama de La città incantata
Il film parla di una bambina di dieci anni, Chihiro, costretta a trasferirsi dalla sua città natale, che si ritrova insieme ai suoi genitori in un mondo fantastico da cui non sa come uscire. È una storia che vuole essere di formazione. Questo già si vede metaforicamente nel tunnel che Chihiro e i suoi genitori attraversano per entrare nella Città Incantata: all’inizio è fatto di carta pesta, come la personalità della bambina, ancora fumosa, e alla fine invece diventa di roccia, mostrando il suo cambiamento.
È anche un film ricco di luoghi di transito: Chihiro non sta mai ferma. La si vede in treno, in ascensore, in auto, nei corridoi. Questa vuole essere un’altra metafora del mutamento incessante che sta avvenendo all’interno della protagonista.
Fuoco, aria e acqua all’interno de La Città Incantata
L’aria è l’elemento che fin dal principio sospinge i personaggi all’azione. Quando Chihiro si ritrova in bilico tra varcare la soglia del nuovo mondo e del vecchio è il vento a spingerla in avanti. Vuole essere metafora del cambiamento e dell’agire.
L’acqua è ciò che divide e crea confini. Anch’esso è un agente di cambiamento nell’intimo della persona e, in questo caso, di rinnovamento. Piove quando Chihiro inizia a impegnarsi nel lavoro ed è l’acqua ciò che impedisce alla bambina di andarsene dalla Città Incantata.
Il fuoco, invece, viene visto in due modi diversi: da un lato, c’è il fuoco della strega Yubaba (la direttrice delle terme in cui lavorerà Chihiro) che serve esclusivamente per il lavoro. È un fuoco utile, che viene sfruttato e non serve per il proprio piacere personale. Dall’altra parte c’è il fuoco della strega Zeniba (sorella gemella di Yubaba): in questo caso il fuoco viene usato per riscaldare e per ritrovare la strada di casa. Fa da guida e dona il suo calore.
Il ruolo del lavoro
Tutto il film ruota intorno al tema del lavoro. Chihiro non ha mai lavorato in vita sua, ma quando inizia a diventare trasparente, l’unico modo per salvarsi è lavorare. Per fare ciò nessuno può accompagnarla, deve fare da sola, ma soprattutto deve essere testarda e imporsi. Così incontra Kamaji, uno dei lavoratori al servizio di Yubaba, e lui le pone la prima sfida: lei non può semplicemente aiutare a lavorare, ma deve trovare il suo ruolo e svolgerlo fino in fondo.
Così Chihiro fa e, di conseguenza, può passare alla seconda prova: riuscire a farsi firmare un contratto da Yubaba. Yubaba è una strega molto potente che tiene tutto sotto controllo e ruba il nome a Chihiro, ma non può cacciarla se lei vuole davvero lavorare. Cerca di dissuaderla in ogni modo, ma Chihiro non si tira indietro e così entra davvero nel mondo del lavoro.
Le curiosità de La città incantata: il significato dei nomi
La scelta dei nomi non è casuale. Il nome della protagonista significa letteralmente “un migliaio”, “essere alla ricerca”, “fare domande”. Quando viene assunta è costretta a rinunciare a parte del suo nome diventando “sen” che vuol dire “un migliaio”. L’importante, però, è che non si dimentichi il suo vero nome o non potrà mai tornare a casa: infatti perdere una parte del nome significa anche perdere una parte di se stessi.
Altri nomi significativi sono ad esempio Bo, il bebè di Yubaba, che significa “ragazzino”, “figlio”. Kamaji, lo spirito che per primo accetta l’ingresso di Chihiro nel lavoro, sta a significare “vecchio uomo delle caldaie”. Yubaba invece “Donna dei bagni pubblici” e Zeniba “strega” e questo si vede anche nel modo in cui utilizza i suoi poteri.
Chi è veramente Senza-volto?
Senza-volto è un personaggio che alcuni identificano come somigliante ai bachi da seta. Nel film nessuno vuole farlo entrare all’interno delle terme, eccetto Chihiro che, ingenuamente, lo invita.
Una volta all’interno, crea il caos: inizia a offrire oro alle persone che lo accettano volentieri dandogli in cambio cibo che Senza-volto mangia. Continua a ingoiare il cibo fino ad arrivare poi alle persone.
Vuole essere metafora del consumismo: continua a mangiare anche se non ha più fame solo nel tentativo di colmare il vuoto che sente. I beni materiali, infatti, non possono risolvere il suo problema. L’unica cosa di cui necessita realmente è l’amicizia e Chihiro gliela offre senza pretese.
La bambina, infatti, è l’unica che non ha mai avuto bisogno che Senza-volto gli desse qualcosa in cambio. Gli voleva bene in ogni caso.
Purificazione dello spirito del cattivo odore
Un giorno alle terme arriva uno spirito che è da tutti definito “del cattivo odore”. A Chihiro viene dato l’ingrato compito di ripulirlo e lei, nel farlo, scopre cosa si nasconde sotto lo sporco.
Questo personaggio è tratto da una reale esperienza del regista:
“C’è un fiume vicino a dove vivo, in campagna. Quando decisero di ripulirlo, fummo in grado di vedere cosa celava il suo letto ed era veramente putrido. Nel fiume c’era una bicicletta, con la sua ruota sporgente sopra la superficie dell’acqua, quindi pensarono che sarebbe stato facile estrarlo. Tuttavia si rivelò difficile, perché la carcassa della bicicletta era diventata così pesante a causa di tutto lo sporco che aveva raccolto nel corso degli anni”
Omaggio alla Pixar
All’interno del film c’è anche un omaggio alla Pixar. Si vede, infatti, saltellare, in casa di Zeniba, una lampada che rimanda alla lampada simbolo del logo della Pixar.