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Raiplay

‘Falcon Lake’. Quando un ragazzino dice alla sua amata “Non sei sola”

In esclusiva su Raiplay, un perturbante racconto di formazione, una delicata storia di amore e morte nella natura lacustre del Québec.

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Vi riproponiamo la recensione di Falcon Lake, primo lungometraggio di Charlotte Le Bon. Uno splendido, per certi versi atipico, racconto di formazione, che gioca sottilmente col genere horror.

Coprodotto da CINÉFRANCE STUDIOS, METAFILMS e ONZECINQ, è in esclusiva su Raiplay.

Falcon Lake Bellezza e mistero in 16 mm

Girato su pellicola 16 mm, una scelta “vecchio stile” in linea con

un’estetica più sottile e sorprendente rispetto al digitale (che tende a equalizzare, perfino opacizzare tutto),

resta anche registicamente sospeso fra acerba sensualità e fuori campo. Interni intimi (la camera da letto condivisa dai giovani protagonisti) ed esterni di una bellezza misteriosa e inquietante. Si muove, in definitiva, fra ciò che è in germe e quanto è già sbocciato, sul confine fra adolescenza e giovinezza. Infine fra visibile e ultraterreno.

Falcon Lake: L’estate ‘infinta’ dell’adolescenza

Basato sulla graphic novel Une sœur di Bastien Vivès, e sceneggiato dalla stessa regista, la storia si apre – forse – su un corpo femminile che affiora, inerte, dalle acque di un lago. Inaspettatamente il corpo prende vita e più avanti si intuisce essere quello della ruvida e apparentemente sfrontata sedicenne Chloé (Sara Montpetit) , che vive sola con l’avvenente ed estroversa madre. Bastien (14 anni a breve, interpretato da Joseph Engel), il fratellino Titi e i genitori saranno infatti loro ospiti per un’estate… infinita sul lago Falcon, da qualche parte in Québec. Più propriamente Bastien e Titi vivranno nella stanza dell’inavvicinabile Chloé: altera e scorbutica, rientra la notte dalla finestra e, una volta risvegliatasi al mattino, si limita a gettare rari sguardi rabbiosi sugli ospiti per lei indesiderati.

Sarà un gesto delicatissimo di Bastien a scalfire la ritrosia di cui è ammantata questa bella e penetrante figura femminile: mentre lei è sdraiata in riva a lago, il ragazzino le avvicina una lattina di Cola, specificando che non è tenuta a berla.

falcon lake

Fra giovane amore e morte

L’inquadratura del lago, fermo, eppure semi-vivo, punteggia l’intero film, di cui è a pieno titolo un protagonista, insieme ai ragazzi e alla natura tutta, di una bellezza misteriosa e perturbante. Su esso aleggia la macabra storia della morte per annegamento di un ragazzino e, insieme a questa leggenda, sono molti gli indizi mortiferi che da subito rendono sottilmente inquietante un coming of age nero e al tempo stesso delicatissimo.

Chloé si fa ritrarre da Bastien come fosse un cadavere steso per terra, ma nella foto ‘non sembra abbastanza morta’. Il ragazzino, in uno dei momenti di doloroso allontanamento da lei (a cui se ne intrecciano altri, gioiosissimi, di intenso avvicinamento), incrocia un cerbiatto morto. Titi gioca con una Barbie annegata in una bacinella, che riproduce il corpo femminile affiorante nel lago dell’incipit. Ci si mette alla prova se davvero sia impossibile mordersi una mano fino a farla sanguinare. Bastien stesso appare più volte, nel film, variamente travestito da fantasma sia per vincere la timidezza a una festa sia per far sorridere o impaurire l’amata Chloé, anche quando tenerissimamente accoglie l’invito di lei ad addormentarsi al suo fianco dopo un gioco d’innocente e germinale erotismo.

Pericolo in agguato e gioia di trovarcisi

Costante è infatti la sensazione di pericolo incessantemente e sottilmente in agguato, come le cime di due alberi gemelli che tornano più volte a punteggiare il film con le loro sommità spettinate da un vento incongruo rispetto all’aria immota del lago e dalla musica cupa di Shida Shahabi. Del resto la regista afferma

Sono un’appassionata di film horror

[… e ricorda l’infanzia in Québec dove, ndr],

con alcune amiche, amavo guardare Scream o Shining, tornandone spaventata a morte, ma felice di esserlo.

Soggettive senza sguardo

Commuove lo sguardo silenzioso e innamorato di Bastien su Chloé, bellissima soprattutto perché irriverente e silenziosa, affascinante nella sua nera solitudine, che scoppia in ingenue e inaspettate risate da bambina quale ancora è, finalmente avvicinata da un suo pari. Ma quasi già uomo, che la ama davvero, anche se commette un tragico errore, giocando a fare il grande. Di chi è, dunque, il punto di vista senza sguardo che, presenza fantasmatica, conduce la macchina da presa? A chi appartengono quelle misteriose malinconiche soggettive senza origine?

“Non sei sola, avrai sempre il tuo fantasma”.

In un film in cui i grandi ci sono, ma quasi mai a figura intera, intenti a pronunciare parole prive di reale significato, quasi fossero le indistinte voci fuori campo delle animazioni dei Peanuts, solo dei rumori di fondo come in ogni adolescenza che si rispetti,  Chloé ha l’ardire di concretizzare la paura più grande dell’amico Bastien (masturbarsi  – quasi – di fronte ai genitori), mentre Bastien risponde a quella di lei (“sentirmi sola per tutta la vita”) come solo lui può fare: “Non sei sola, avrai sempre il tuo fantasma”.

Chiusura tonda e perfetta di un cerchio.

Falcon Lake

  • Anno: 2022
  • Durata: 100'
  • Distribuzione: TANDEM/SPHERE FILMS
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia/Canada
  • Regia: Charlotte Le Bon
  • Data di uscita: 18-May-2022

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