‘The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft’ il terrore insito nella meraviglia
The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft, documentario di Werner Herzog, è un omaggio ai due vulcanologi francesi e alle immagini che hanno raccolto, tra creazione e distruzione
Lo splendore e il segreto più intimo di The Fire Within si manifestano sin dalle prime immagini che scorrono sullo schermo, quelle di Katia Krafft al cospetto di una eruzione vulcanica. Una cascata di lava, ascendente e discendente al tempo stesso, che si erge tutto attorno a lei, occupando e coprendo quasi interamente l’inquadratura. Dominandola. Lei è lì a pochi passi di distanza, e, quando si toglie il casco della tuta di protezione che indossa, sorride, con una felicità che il suo corpo tradiva già in precedenza, mentre alle sue spalle la lava disegna minacciose e incredibili figure nell’aria. Vita e morte, creazione e distruzione non potrebbero essere più a contatto di così, compenetrandosi in una sola immagine che toglie il fiato.
Con The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft, presentato al Festival Unarchive Found Footage Fest, giá in programma fuori concorso al Torino Film Festival, Werner Herzog non ha voluto realizzare una biografia, ma un omaggio, un’ode, una preghiera rivolta ai due vulcanologi alsaziani, intrecciando la propria parola con la loro (le immagini girate dalla coppia) e perpetuando il loro prezioso lascito. Sono pochi i registi che come lui riescono a raggiungere l’essenza di ciò che riprendono, risvegliando nello spettatore sentimenti e ricordi che non pensava nemmeno di avere, quasi ancestrali e sopiti nell’intimità più profonda. Ci riesce persino quando il materiale è stato girato da altri, e in questo caso attraverso il montaggio e la narrazione giunge a toccare l’anima di Katia e Maurice Krafft, nascosta tra i loro video. Le immagini non sono semplicemente mostrate da Herzog, passivamente, ma vengono da lui abbracciate, ripensate, immaginate una seconda volta e sospinte, arrivando a noi tramite il suo occhio e la sua mente.
La discesa all’Inferno per la conquista dell’immagine
Il documentario inizia e termina con le riprese del Monte Unzen, in Giappone, subito prima dell’eruzione che nel 1991 portò alla morte dei coniugi francesi e di altre 41 persone. Sono i momenti più strazianti, perché sappiamo cosa accadde di lì a poco, sappiamo che sono le loro ultime immagini. Una cornice che raffigura l’attimo che precede la morte, il confine più estremo, in cui si configura l’intera esistenza. È da lì che si origina fantasmatico il flashback sulla vita e le esplorazioni dei Krafft, attingendo al loro archivio. Dall’Indonesia all’Italia, dal Messico al Giappone, dalle Hawaii all’Islanda, i due vulcanologi hanno sempre rincorso le eruzioni vulcaniche per filmarle, per tentare di catturare e impressionare la bellezza, il terrore e il mistero che portano alla luce dalle profondità della terra.
Il loro è stato un continuo viaggiare lungo un precipizio, costeggiando l’abisso. Come sottolinea Herzog nel suo commento, sono scesi all’Inferno e hanno lottato per conquistare l’immagine, riportando in superficie una realtà lontana da ogni nostra comprensione, inafferrabile e abbacinante, che si tramuta nell’arte più pura. I paesaggi e gli eventi che hanno ripreso sembrano provenire direttamente dal sogno o da un altro mondo, accompagnati spesso da un silenzio che diviene una voce di morte. Quel silenzio che segue i flussi piroclastici, al cui interno la temperatura più raggiungere i mille gradi, e che avvolge un villaggio dopo un’eruzione.
The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft si avvicina a una composizione musicale colma di lirismo, un’epigrafe che Herzog dedica a due anime a lui affini, catturato anche dal loro sguardo cinematografico. Il documentario testimonia l’evoluzione delle immagini riprese dai Krafft, che in un primo momento erano amatoriali, incerte, così come il loro comportamento davanti alla telecamera, per diventare poi sempre più consapevoli e lodevoli. È la nascita di due registi, che nel tempo persero un po’ dell’interesse scientifico a vantaggio di una maggior attenzione umanistica, volta a raccontare le conseguenze delle eruzioni e il lato più intimo dei paesaggi e delle persone. Nel loro archivio si nascondono tanti film mai montati, come gemme ancora imprigionate nella roccia, che Herzog nel commento si impegna a delineare, rintracciandone i più disparati generi.
Ci sono filmati che ricordano uno spaghetti western trasportato all’Inferno, altri che hanno quasi una valenza distopica e momenti che riecheggiano il Buñuel di Las Hurdes, dove l’orrore e la morte non vengono tenuti nascosti. Ma soprattutto ci sono le immagini delle eruzioni, ammalianti, catartiche nonostante la distruzione che racchiudono. Pure forme astratte e oniriche provenienti dalla profondità della terra e dell’esistenza, dotate di una luce che porta inscritta dentro di sè un’impenetrabile oscurità, raccordandosi all’essenza stessa del cinema e della vita. Soltanto costeggiando l’abisso sino ad arrivare a specchiarvisi si può raggiungere l’apice della meraviglia.
Il trailer
The Fire Within: A Requiem for Katia and Maurice Krafft
Anno: 2022
Durata: 81'
Distribuzione: Arthouse
Genere: Documentario
Nazionalita: Regno Unito, USA, Francia, Svizzera
Regia: Werner Herzog
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