Magical Girl rientra tra i film che il 40°Torino Film Festival ha scelto per la personale dedicata al talentuoso fumettista e regista spagnolo Carlos Vermut, assai apprezzato in patria e pure in Francia, che tuttavia risulta pressoché sconosciuto in Italia, e come tale tutto da scoprire.
Attenzione alla rossa psicopatica dalla multipla personalità
Una donna instabile, ma molto attraente, sposata col medico che l’ha curata per anni, si trova al centro di una intricata macchinazione: il ricatto da parte di un individuo incontrato per caso, che le fa accettare di entrare in un circolo vizioso, difficile da abbandonare.
Al centro della tortuosa vicenda, il ritorno di fiamma di un uomo che deve uscire di galera, ma non vuole per paura di incontrare la donna, da sempre causa della sua rovina.
Finirà nel sangue, con una violenza assassina che non ci si aspetta dopo le lunghe attese meditative a cui la vicenda ci ha abituato per quasi tre quarti della storia.
Magical Girl – la recensione
La nina de fuego è il titolo tutto francese, nonostante suoni spagnoleggiante, che il terso film di Carlos Vermut adottò per la sua uscita in sala nel mercato francese.
Quello internazionale, oltreché originale, suona invero decisamente più generalista col suo accattivante Magical girl.
Si tratta di una produzione spagnola che ha entusiasmato, ai tempi dell’uscita al cinema, addirittura Pedro Almodovar, e che ha regalato meritatamente un premio Goya (Il David o il Cesar o ancora l’Oscar spagnolo) alla sua potente e risoluta protagonista Barbara Lennie.
Una femme fatale per eccellenza, bella, fulva e pericolosa come si conviene a ogni dark lady che si rispetti, già dagli albori del cinema.
Un personaggio, quello interpretato dalla bellissima Lennie, che ne richiama alla memoria altri divenuti leggenda, resi magistralmente da dive anni ’40 o ’50, ma anche quello splendido a fine Ottanta dalla conturbante Theresa Russel ne La vedova nera, sotto la regia del grande Bob Rafelson.
Il film di Vermut, girato con estro e una messa in scena davvero intrigante, si fa forza di ottime atmosfere per una storia complicata ma galvanizzante, che punta tutto sul non detto e gioca con lo spettatore come il gatto con il topo. Sadicamente, calcando la mano sulle situazioni torbide e sul personaggio della donna misteriosa, autodistruttiva e micidiale, che ha reso il genere noir quasi sempre una garanzia di passione e suspense, incentrato stavolta sul personaggio di una vedova nera che mangia gli uomini con i quali si accoppia.