Un film che racconta un amore sano in un mondo malato. Il film di Marco Della Fonte I sogni abitano gli alberi è presentato in concorso al Festival di Torino.
I sogni abitano gli alberi, la storia
Il film s’ispira a dei fatti realmente accaduti. Nel 1978 l’Italia è il primo paese al mondo ad abolire i manicomi grazie alla legge Basaglia, e la prima a giovarne è una ragazza di nome Anja, che torna a casa grazie al supporto del fratello Ettore e di sua moglie Lisa. Eppure la coppia sin da subito non sa come comportarsi visti i suoi problemi di salute più volte emersi quando era ricoverata. Ma nonostante le rassicurazioni dello psichiatra, i due si trovano in un bivio: lasciarla sotto il rigido controllo della famiglia, oppure concederle la libertà di vivere finalmente la sua vita con Libero.
I sogni abitano gli alberi, la recensione
In un film è davvero facile immedesimarsi nelle persone che si incontrano sullo schermo. Le loro azioni, così come le loro espressioni, si instaurano nella testa dello spettatore a tal punto da intravedere tutto il loro percorso narrativo e psicologico. C’è chi si metterà nei panni di Anja, chi di Libero. E chi invece vuole mettersi alla prova tenendo conto delle scelte di Ettore e Lisa, due persone che devono fare i conti con molti aspetti della loro vita inaspriti con l’arrivo della ragazza. Racconti come I sogni abitano gli alberi sono da sempre il miglior spunto per trattare sia temi personali che discorsi molto più ampi che persino oggi, a più di trent’anni dalla legge Basaglia, sono difficili da affrontare. E pensare che lì siamo verso la fine anni ’70, quando non si avevano ancora gli strumenti utili per comprendere il fenomeno. L’unica soluzione in quel momento adottata sta stata di richiudere le persone allontanandole dalla società. Un modo per privarle della loro personalità e della ragione, dal momento che nessuno ha più voluto sentire le loro grida di disperazione.
Essere libero
Più volte tutto questo emerge nel corso di questo film, che ha capacità di raccontare un amore che sboccia in maniere del tutto naturale e istintiva in un mondo malato che non riconosce i suoi errori. È come se, per fare un esempio, Anja avesse scelto di entrare in un manicomio e non di aver subito dei traumi passati che sono stati poi accentuati dalla sua reclusione forzata. E lo stesso si può dire di Libero, un nome che sembra voler esprimere la sua indipendenza, ma che non sopporta nemmeno che la gente lo tocchi. Come se tutto ciò che si trova all’esterno, con l’eccezione della sua casa e di sua madre, sia per lui incomprensibile, creandogli dolore.
Identità
L’unica anomalia per Libero è l’arrivo di Anja. Una persona con cui instaura subito un legame speciale proprio perché riescono a condividere lo stesso linguaggio. Il disturbo mentale non centra assolutamente nel corso della storia, perché in tutto il racconto si vede in loro una leggerezza tipica della adolescenza, quando non si pensa altro che vivere nel modo più autentico possibile, senza filtri o imposizioni dagli altri.
Il film è proprio questo: prendersi la libertà di sentirsi se stessi, e di convincersi che quella è la strada giusta. Nonostante il mondo là fuori veda tutto con colori snaturati come emerge nella fotografia del film, solo loro hanno il coraggio di aggiungere sfumature e contrasti con un incoscienza che, come afferma la madre di Libero è ciò che li rende umani. È proprio grazie anche alla bravura del regista nella scelta di primi piani e nell’uso di varie inquadrature in campo lungo che I sogni abitano gli alberi riesce a immaginarsi questa storia solo in posto dominato dalla natura. L’unico dove poter esprimere la propria identità.
Cast
- Kiera Morgan
- Pietro Ragusa
- Rinat Khismatouline
- Evita Ciri
- Giusi Merli
- Fausto Sciarappa
Anno: 2022
Durata: 112 min
Genere: drammatico
Nazionalita: Gran Bretagna
Regia: Marco Della Fonte