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La recensione di ‘The Bad Guy’, la serie da vedere su Prime
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2 anni agoon
The Bad Guy è la nuova serie italiana di Amazon Prime, una dark comedy crime con protagonisti Luigi Lo Lascio e Claudia Pandolfi. TaxiDrivers ha potuto vederla in anteprima.
The Bad Guy ha un grande pregio: riesce in quello che probabilmente è l’obiettivo di ogni serie, trovare modalità nuove e fresche per parlare di tematiche già note, che il pubblico possa accogliere al meglio.
The Bad Guy: La trama della serie
Ambientata ai giorni nostri, The Bad Guy vede protagonista Nino Scotellaro, interpretato da Luigi Lo Cascio (quest’anno già straordinario protagonista ne “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio).
Scotellaro è un pubblico ministero siciliano che lavora alacremente contro la mafia, e ha come obiettivo quello di catturare il boss Mariano Suro (Antonio Catania).
Suro ha ucciso il padre di sua moglie Luvi, un’abile avvocatessa (interpretata da una Claudia Pandolfi sempre più intensa, dopo la buona prova in Siccità di Paolo Virzì). Ed è la moglie a insistere per un trasferimento (con promozione) a Roma, Scotellaro però vuole prima raggiungere il suo obiettivo, la cattura di Suro. Ma in seguito a una clamorosa intercettazione, si ritrova accusato lui stesso di associazione a delinquere e, nonostante gli sforzi della moglie, viene condannato a quindici anni di carcere.
Dopo l’arresto, un secondo terremoto scuote la sua vita, e così si ritrova libero e dato per morto. Naturalmente, la sua sete di giustizia non resterà sopita a lungo…
L’originalità della scrittura e della messa in scena
Gli episodi, dalla durata media di 50 minuti, riescono a mantenere alta l’attenzione dello spettatore proprio grazie all’originalità della narrazione: il tono verte spesso sul dark humor e ha un gusto camp che lo aiuta molto in questa direzione. Dalla caratterizzazione surreale di alcuni personaggi all’acquapark super kitsch della famiglia mafiosa dei Tracina, spesso è proprio la dimensione grottesca del brutto a far sorridere.
Un giovane mafioso dai capelli verdi che si fa chiamare con il suo nome traslato in spagnolo, social-addicted, che parla di ecologia e ha come suoneria del cellulare la hit Fumo Bianco di Chadia Rodriguez contiene in sé talmente tante contraddizioni che non può che colpire sin dalla sua entrata in scena (lo interpreta Vittorio Magazzù).
Ed è chiaramente insolita anche la caratterizzazione della sorella del protagonista, Leonarda, ex tossicodipendente, lesbica e grezza negli atteggiamenti. Certo, c’era il rischio di passare da uno stereotipo all’altro, visto che di donne particolarmente toste ultimamente se ne sono viste molte, ma la scrittura degli sceneggiatori e l’interpretazione di Selene Caramazza riescono comunque a rendere abbastanza riuscito questo personaggio.
Menzione anche per Giulia Maenza nel ruolo di Teresa Suro, moglie di un mafioso, giovane donna dall’aria malinconica e dissociata.
Dalla rinite allergica del protagonista Nino al sarcasmo spesso e volentieri accompagnato dall’alcol della moglie Luvi, ogni personaggio porta con sé caratteristiche umane sfaccettate e trasversali.
Sono squisiti i cameo che si intrecciano alla storia senza risultare troppo sensazionalistici e senza distogliere l’attenzione dal racconto. Ce ne sono diversi, ma sicuramente colpisce quello di Enrico Mentana, alla fine del primo episodio.
C’è poi un dettaglio che fa automaticamente inserire questa serie nel novero delle narrazioni distopiche: nell’Italia del 2022 in cui la storia prende vita, il ponte sullo Stretto di Messina esiste, è stato realizzato ed è pure un espediente narrativo importante.
La seconda metà della serie continua a sorprendere con nuovi personaggi e una trama sempre più ricca
La storia, con lo sviluppo ingarbugliato dei destini dei suoi personaggi, alza il tiro nella seconda metà della serie. Nuovi personaggi vengono introdotti a seguito di quelli che sono presentati fin da subito, per altri invece arriva un’inaspettata dipartita precoce.
Negli ultimi episodi la dissacrante dimensione black humor e surreale della serie si fa un po’ da parte, in favore di una concentrazione maggiore sulla trama, una caccia (all’uomo e a troppe verità nascoste) sempre più serrata e brutale.
Già prima del sesto ed ultimo episodio, peraltro, si ha la sensazione che una sola stagione non possa bastare a risolvere i molteplici intrighi che la trama propone, ed effettivamente il finale con cliffhanger catapulta già l’immaginazione all’inevitabile seconda stagione, che partirà con i suoi protagonisti, su tutti Nino, Luvi e Leonarda, inevitabilmente stravolti agli occhi degli spettatori.
La colonna sonora è un coacervo ben studiato
Una menzione la merita assolutamente la colonna sonora, tanto variegata da far sorridere, in alcuni momenti.
Il primo episodio si apre con Franco Battiato. Una scena chiave poco più avanti incorpora in modo perfetto Se telefonando di Mina, ma basta arrivare al secondo episodio per avere una svolta contemporanea e sfacciatamente pop, con le più recenti hit Goodbye e I’m In Love a dare un ritmo pop-dance al racconto. Per non parlare delle suggestioni trap con Chadia Rodriguez ed Achille Lauro, sicuramente poco prevedibili se ci si sta approcciando a un racconto di mafia ambientato in Sicilia.
Sono scelte bisociative, che aiutano a mantenere alta l’attenzione, e sono sintomo della cura e della reale volontà di ricerca del nuovo che hanno accompagnato la creazione della serie.
TRAILER
Nel cast di The Bad Guy, con Luigi Lo Cascio, anche Claudia Pandolfi, Vincenzo Pirrotta, Selene Caramazza, Giulia Maenza, Antonio Catania, Fabrizio Ferracane.
La serie è creata e scritta da Ludovica Rampoldi, Davide Serino, e Giuseppe G. Stasi, diretta da Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana, e prodotta da Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori per Indigo Film con Amazon Studios.
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