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Torino Film Festival

‘Petite Fleur’ – quando la routine omicida diventa il più grande segreto per la felicità

La verve registica dell'ormai noto e apprezzato regista argentino Santiago Mitre, unito al genio debordante e quasi mefistofelico del grande produttore, regista e sceneggiatore Mariano Llinas, fanno efficace fronte comune per dar vita ad una commedia sanguigna e arguta.

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Petite fleur

Al 40° Torino Film Festival arriva Fuori Concorso Petite Fleur (o Pequena Flor, internazionalmente conosciuto anche col più convenzionale ed accattivante 15 ways to kill your neighbour), la più recente fatica cinematografica dell’apprezzato regista argentino Santiago Mitre, di cui si è visto recentemente in sala, e poco prima in Concorso a Venezia, l’intenso e impegnato politicamente Argentina, 1985, incentrato sul processo ai responsabili della sanguinosa dittatura militare di Videla.

Stavolta cambiamo continente, ritrovandoci in Francia, e cambiamo anche radicalmente genere, rivelandosi Petite Fleur una esplosiva e sanguinolenta commedia ironica che riflette sulle abitudini e la sedentarietà nell’esistenza cittadina dell’uomo comune.

Da un soggetto che si può definire “esplosivo” a cura del grande cineasta argentino Mariano Llinas, alla cui stesura ha collaborato anche lo stesso Mitre, il film si avvale di tre interpreti strepitosi: la straordinariamente espressiva Vimala Pons, Daniel Hendler, e soprattutto un debordante Melvil Poupaud nella parte del…. morto, ma non troppo. E il pingue, e non meno esilarante, Sergi Lopez, che si impegna a dar vita ad uno psicologo dalle tecniche alternative assai gustose. In un altro ruolo di contorno, nei panni di una anziana vicina di casa della coppia, riconosciamo poi la celebre attrice Francoise Lebrun.

Petite Fleure: una storia di vita e di morte… poco importa in quale ordine

Un talentuoso disegnatore di origine argentina, di nome José, si trasferisce in una cittadina del nosrd della Francia, assunto da una nota casa di pneumatici per disegnare il nuovo logo aziendale.

Poco dopo viene clamorosamente licenziato, e la tenace consorte, anche lei di origine argentina, ma perfettamente bilingue, negozia per lui una buonuscita dignitosa, che renderà l’uomo disoccupato un “mammo” per alcuni mesi, avendo la donna recentemente partorito, e poi trovato un dignitoso impiego.

Le giornate per José trascorrono nella routine, tra faccende di casa, cura della neonata e del giardino. Proprio in occasione della cura dell’orto, José ha modo di conoscere l’eccentrico e benestante vicino di casa: un uomo affascinante quanto stravagante, appassionato folle di musica jazz, nonché collezionista incallito.

Quando l’uomo fa ascoltare a José il pezzo Petite Fleur, improvvisamente un istinto omicida coglie l’uomo che uccide a bruciapelo il suo vicino. Angosciato da una parte, ma mai così pieno di vita ed energie positive, José si prodiga ad occultare le prove del delitto.

Accorgendosi, qualche giorno dopo, che le conseguenze del suo atto non solo non hanno avuto nessun seguito a livello giudiziario o di indagini, ma anzi il suo vicino risulta tutt’altro che morto, e vuole riallacciare rapporti di cordiale vicinato, ostentando la sua voglia di fargli ascoltare altro jazz.

Il rito dell’omicidio diventa pertanto una attrazione inevitabile, in grado di ridare linfa anche ad una vita matrimoniale destinata ad afflosciarsi nella più ripetitiva quotidianità.

Petite fleur – la recensione

Dal genio creativo forse smodato, ma di grande impatto scenico, di Mariano Llinas, l’autore del fluviale e multi-genero La flor, ecco che il bravo regista connazionale Santiago Mitre dirige una commedia esplosiva tutta verve ed ironia, co-prodotta e ambientata in Francia, incentrata sulla necessità salvifica del concetto di “routine”.

“La routine è il più grande segreto per raggiungere la felicità.”

É certo vero che l’abitudine uccide lo stimolo a vivere in modo pieno e soddisfacente ogni attimo della propria vita, lavorativa e familiare, ma è altrettanto vero che, qualora si riuscisse a stimolare e render abitudinari certe azioni o comportamenti fuori dell’ordinario, oltre che stravaganti e addirittura a sfondo delittuoso, come nel caso del film in oggetto, la vita riuscirebbe a organizzarsi in qualcosa di più appassionante, con soddisfazioni ed intese perfette.

Il film di Mitre si fa forza di dialoghi scoppiettanti, di un cast a dir poco strepitoso, in cui Vimela Pons e Melvil Poupaud, in particolare, interpretano due personaggi pieni di verve e decisamente esilaranti.

“La gente vuole rinascere senza morire”

La stravaganza vincente portata avanti con maliziosa convinzione dalla vicenda, è che da un gesto a tutti gli effetti brutale e insensato come l’omicidio a bruciapelo, motivato da futili ragioni, si riescono poi ad ottenere effetti straordinari, in grado di ripercuotersi sul benessere esistenziale di tutti.

Anche del morto… il che è davvero tutto dire. E una bella grande ipotesi folle verso cui tendere, come spettatori incuriositi e divertiti dal ritmo spumeggiante, irriverente, di questa sadica commedia tutta omicidi e buone intenzioni.

Petite fleur

  • Anno: 2022
  • Durata: 98
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia/Argentina/Spagna/Belgio
  • Regia: Santiago Mitre

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