Al 40° Torino Film Festival, la sezione competitiva Crazies dedicata all’horror presenta Pensive, un horror ambientato durante una festa nel bosco, in cui un folle omicida massacra un gruppo di teenager appena diplomati che stavano celebrando il traguardo raggiunto.
Si tratta del film d’esordio del giovane e barbuto regista lituano Jonas Trukanas, che ripropone gli stilemi di un sottogenere fortunatissimo e prolifico a partire dagli anni ’80 con situazioni seriali alla Halloween, Venerdi 13 ed altri fortunati giochi al massacro.
Situazioni sempre tutte uguali, che qui tornano a celebrarsi attraverso una insolita produzione lituana.
I ragazzi stolti e superficiali fanno scatenare la furia suicida del mostro
Un ragazzo appena diplomato decide solo all’ultimo minuto di prender parte alla festa, da lui stesso ideata, che celebra la fine del percorso scolastico suo e della sua intera classe. Il gruppo ha scelto di isolarsi per qualche giorno presso un cottage situato in una foresta quasi inaccessibile.
La goliardia spinge alcuni tra gli studenti a commettere atti di vandalismo ai danni di alcune tradizionali statue in legno che circondano la zona: si tratta di manufatti volutamente rozzi che rappresentano una umanità pensosa (da cui “pensive” del titolo) e addolorata, che riflette sulle storture dell’esistenza.
Quegli atti gratuiti fanno sì che, dalla boscaglia, si materializzi un uomo mascherato, animato di rancore, che inizia a fare strage degli studenti ebbri e poco propensi a prendere subito sul serio il fatto di stare di fronte ad un maniaco omicida che ha intenzione di sterminare tutti.
O meglio, tutti tranne il nostro insicuro e un po’ ritroso protagonista.
Pensive – la recensione
Lo slasher è un fortunato sottogenere dell’horror. Molti attribuiscono il merito della nascita al nostro maestro italiano di genere, Mario Bava, col suo innovativo Reazione a catena del 1971, che è stato poi ripreso con fortunata da capostipiti del cinema dell’orrore come Halloween, Venerdi 13 ed altri cloni infiniti,
La formula è, e deve restare, sempre rigorosamente la stessa: un antagonista di cui si conosce poco o nulla, inizia ad ammazzare con armi da taglio e gran giochi di sangue una sterminata platea di ragazzi ingenui che, incuranti del pericolo di fronte a loro, si fanno massacrare con un atteggiamento che pare quasi ispirarsi ad una devozione sacrificale verso il maniaco omicida.
Pensive, dal canto suo, non introduce nulla di veramente nuovo, se non la presenza di queste inquietanti statue di legno dalle posture pensose e dolorose, che, come ha spiegato il regista presente in sala, fanno davvero parte della tradizione locale lituana, e si trovano spesso a tratteggiare luoghi e paesaggi spesso non troppo frequentati.
Per il resto, il film non si esime dalla rappresentazione di tutti i ripetitivi cliché del sottogenere. Tuttavia, per il fatto di essere un prodotto a basso costo lituano, riesce in qualche modo a distinguersi nel contesto di una ripetitività piuttosto estenuante e quasi del tutto senza senso.