Torino Film Festival

Nocebo. Una esperienza sciamanica al TFF

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Nocebo del regista Lorcan Finnegan annovera nel suo importante cast Eva Green, Mark Strong ed una spiazzante Chai Fonacier.

È raro che un film ritragga così audacemente l’esperienza sciamanica come fa Nocebo, dove il rituale e il sacrificio aprono relazioni con forze enigmatiche e potenti in regni invisibili. Ma questo è l’aspetto migliore di un film in cui, con un pizzico di saggezza, è il parassita finale a vincere.

Christine (Eva Green) è una stilista, di successo, di moda per bambini ed è sposata con il marito Felix (Mark Strong), un consulente marketing altrettanto realizzato.

La loro bambina Bobs (Billie Gadsdon) frequenta  una prestigiosa scuola privata e tutti e tre vivono in un’immensa casa da rivista: protagonisti di questo lungometraggio solo all’apparenza prevedibile.

La vita della classica famiglia dell’upper class londinese viene spezzata con l’arrivo di un’inquietante visione (a cui ne seguiranno molte altre): “Un cane cieco purulento e dilaniato dalle zecche” che mette a repentaglio la sanità mentale di Christine in uno dei suoi giorni di inevitabile successo.

A questo turbamento seguiranno tremori, spasmi, perdita di memoria che porteranno ad una rapida trasfigurazione del volto della protagonista, ormai priva di lucidità e consumata da una forte crisi di nervi e di farmaci. In questa inesorabile vertigine di decadimento e fragilità, a portare un’apparente sollievo fisico e psicologico, arriverà “l’aiuto” dalla enigmatica governante Diana originaria delle Filippine. Diana offrirà più che un semplice servigio, dapprima insinuandosi con gentilezza nella casa e nel tessuto famigliare per poi occupare il vero epilogo della pellicola, scardinando la traballante narrazione iniziale e catapultando lo spettatore di fronte alla cruda realtà e alle vere motivazioni che porteranno a questo annientamento.

Nei momenti finali del film, Bobs diventa l’erede del grande “potere di guarire o distruggere” (o meglio, dell’ongo) che Diana porta con sé. Diana condanna Christine come una zecca assetata di sangue che le ha portato via tutto, ma come fanno gli ongo a sopravvivere per tramandare la loro cultura ancestrale? In Nocebo, sono parassiti fino in fondo.

Dopotutto, per essere qualcuno, c’è bisogno di sangue.

Nocebo è presentato fuori concorso al 40° Torino Film Festival: qui il programma e qui il sito della manifestazione

 

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