Sono disponibili dal 2020 su Netflix alcuni tra i più importanti film dello Studio Ghibli diretti dal genio di Hayao Miyazaki: dal mitico Il Mio Vicino Totoro al doloroso Porco Rosso, dall’affascinante Principessa Mononoke al bellissimo Il Castello Errante di Howl, fino alla poesia di La Città Incantata.
LA STORIA
Ghibli è il nome che, durante la seconda guerra mondiale, i piloti italiani in Nord Africa diedero ad un vento caldo del deserto proveniente dal Deserto del Sahara, ed è anche il nome che veniva usato per indicare i loro aeroplani da ricognizione.

Nel 1974, Hayao Miyazaki e Isao Takahata lavoravano insieme alla Toei Animation, uno studio di produzione che inizialmente si occupava di film di animazione per il cinema passando però successivamente solo a cartoni animati per la tv (Heidi viene da là, diretta dal secondo e animata dal primo). Il successo e soprattutto lo svelamento delle potenzialità narrative spinsero però i due a fare qualcosa di più, nel tentativo di continuare a produrre animazione ma di altissima qualità, e contemporaneamente esplorare le profondità della mente attraverso l’infinita gamma di emozioni dell’esistenza.

Nel 1979 allora Miyazaki realizza per la Tokyo Movie Shinsha il suo primo film Lupin III – Il Castello di Cagliostro, mentre il secondo, Nausicaa Nella Valle Del Vento ha una lavorazione che risale al 1983. Il successo delle opere, insieme al fallimento della Topcraft (che si era occupata dell’animazione delle pellicole) portarono il regista, insieme a Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma a fondare una casa di produzione propria, lo Studio Ghibli (si racconta che fu proprio Miyazaki a dire “facciamo soffiare un vento nuovo e caldo sull’animazione nel cinema!”).

Il Mio Vicino Totoro uscì nel 1988 acclamato da pubblico e critica. Il resto è storia. E poesia.
I SIGNIFICATI
Il piccolo Totoro è diventato simbolo di bellezza visiva intrisa di filosofia: ed è perfetto per stare accanto al logo dello Studio Ghibli, illustrandone la portata innovativa e il mondo artistico.
C’è una cosa infatti che contraddistingue questo studio di animazione tra tutti gli altri, ovvero il coraggio e l’intelligenza di affrontare temi seri e profondi con spietatezza, lucidità ed estrema coscienza, mentre il vestito dato all’opera è quello di una poesia leggera e profumata, con una scrittura magistrale dei caratteri e delle storie.

Oltretutto, non è certo comune né cosa da poco che un film d’animazione, tradizionalmente (nel migliore dei casi) stratificato per essere letto e capito da un target più ampio possibile, si occupi della guerra: Miyazaki ha invece incentrato la sua produzione su questo tema in maniera precisa e sottile, una critica contro la guerra che non va però intesa nel senso più ampio e generale, ma diramandosi e distillandosi fino alle conseguenze meno vistose e più capillari.

L’UOMO CONTRO LA NATURA
Comunemente, nei film dello Studio Ghibli la natura ha sempre un aspetto dismesso, la sua fioritura è sempre rovinata o irrimediabilmente macchiata dal comportamento dell’uomo: ma nonostante (o forse proprio per) questo, ha sempre una componente maestosa, mostrando in modo ambivalente e potente la sua forma più mistica, invalicabile. Una doppiezza incarnata da alcuni dei protagonisti dei film: spettri, animali fantastici, figure mistiche, personaggi del ricchissimo folklore asiatico.

Se quindi da una parte troviamo queste figure di riferimento, che sono la Natura incarnata in esseri incorruttibili e combattivi, dall’altra parte della barricata ci sono gli uomini dilaniati dai loro conflitti interni. C’è quindi un fil rouge che stringe insieme i protagonisti dei film dello Studio Ghibli, un preponderante senso di giustizia che viene da lontano, e precisamente dai racconti mitici della filosofia religiosa nipponica, intrisi sempre dal concetto di metamorfosi, trasformazione. Una metamorfosi che si fa percorso, mutamento, un cammino che porta ad un cambiamento interiore prima che esteriore: perché solo chi prende coscienza di sé e della decadenza del mondo che ci sta intorno si può pensare e quindi sperare di poter cambiare il mondo.
I FILM
C’è una ben precisa vertigine vicina al baratro dell’incredulità: una sensazione spaventosa ma bellissima di impotenza davanti a qualcosa di così bello da produrre afasia nello spettatore. È per questo che Hayao Miyazaki può essere paragonato ad uno stregone: un portatore di luce in un mondo di tenebra, che con il suo pennello sa far risplendere il mistero e farlo sembrare quasi comprensibile, accessibile, visibile.

A guardare oggi il suo secondo lungometraggio, Il Mio Vicino Totoro, appare chiarissimo come fosse fin da subito potente e chiarissima la sua poetica: che nel corso di trentacinque anni non ha subito inversioni di rotta né brusche interruzioni o cambiamenti, ma solo aggiustamenti di orizzonte, cambi di focale, nuove ottiche. Totoro è una metafora fin troppo chiara (anzi, luminosa) che risente le suggestioni e gli echi della serenità contemplativa di Ozu: la vita e la morte, la perdita e il vuoto, il pieno e lo sgomento, fantasmi e uomini in un mondo che gira sempre intorno al suo asse di nascita e resurrezione.
DI PRINCIPESSE E INCANTI
Tra la Principessa Mononoke del 1997 e Nausicaa Nelle Valle Del Vento del 1984 sembra quindi esserci un senso circolare, che rende uno il completamento dell’altro, mentre si recuperano temi (il conflitto uomo-natura) e sequenze; probabilmente, con un’urgenza espressiva in più nella sua lucidità politica (la fame di progresso, la potenza ancestrale della natura, la distruzione dell’eco-sistema, la volontà tutta umana di sradicare la tradizione shintoista).

Ci sono poi anche pure oasi di piacere estetico, come La Città Incantata del 2001.
Anche qui, come in Nausicaa, Mononoke, Totoro, c’è una protagonista errante che arriva in un mondo nuovo: anche qui, dopo una perdita, c’è la rinascita attraverso il riappropriarsi di un mondo interiore e il far pace con le proprie emozioni, aderendo in maniera quasi perfetta all’essenza stessa di questa realtà altra.
Probabilmente, tutti non film ma tasselli di un mosaico ancora in costruzione (nel 2023 dovrebbe uscire il prossimo film con Miyazaki nuovamente alla regia, How Do You Live?) dove l’incastro tra uomini e natura lotta per diventare perfetto e armonico, traendo forza dall’immaginazione come motore di creazione, di realtà.
Su Netflix sono disponibili tutti i più bei film di animazione dello studio Ghibli diretti da Hayao Miyazaki e Erwig e La Strega.