Dal 18 novembre è possibile recuperare, su MUBI, Swiss Army Man, un film originalissimo e bizzarro apparso in Italia per la prima volta nel 2016 nella sezione collaterale della Festa del Cinema di Roma, ovvero Alice nella Città. Allora ha riscontrando molti entusiasmi, anche grazie al cast che annovera Daniel Radcliffe nei panni del morto, e Paul Dano, in quelli dell’aspirante suicida.
Le bizzarre avventure di un “Coltellino svizzero umano”
Un coltellino svizzero umano: ecco come appare la figura inerte ma “reagente” di Manny di fronte allo sguardo obnubilato, dell’aspirante suicida Hank. Quest’ultimo, immerso in un’isola selvaggia, scorge il cadavere di un ragazzo suo coetaneo proprio un attimo prima di farla finita, già appeso con una corda al collo.
Hank è un naufrago, o così si presenta allo spettatore. Soffre soprattutto di solitudine, visto che i messaggi che inoltra via mare su ingegnose ed eccentriche piccole zattere non trovano mai risposte.
Il sopraggiungere inaspettato del cadavere, tuttavia, induce il giovane suicida a desistere: anche perché il corpo inerte del suo nuovo compare, pur morto, ha tutto un suo bizzarro codice comportamentale e una “energia” interna in grado di agevolare la sopravvivenza del naufrago.
Quella della coppia sarà un’avventura decisamente stravagante e sopra le righe, in grado di fare del bene ad entrambi.
Swiss Army Man – la recensione
I futuri registi dell’acclamato (più negli Usa che in Europa) Everything Everywhere all at once (2022), Dan Kwan e Daniel Scheinert, danno vita ad una tra le commedie più bizzarre e strambe dei primi anni ’10. L”aggettivo grottesco è ancora poca cosa per definire i folli termini che segnano il corso di una storia d’amicizia decisamente sui generis.
Il film è una sorta di parabola sulla solitudine, che devasta la mente instabile di un giovane insicuro, catapultandolo in un mondo dove l’esuberanza della natura si interseca con l’ingegno e la capacità di adattamento, che solo una mente un po’ alterata può far sua. Esaltando la propria innata manualità per dar vita ad opere artigianali fatte di materiali di recupero, creando situazioni esilaranti e “meccaniche” che ricordano certe geniali scenografie del cinema di Michael Gondry.
É notevole pure il fatto che due attori lanciati come Paul Dano (peraltro in gioventù assai abbonato al ruolo di folle) e Daniel Radcliffe (un cadavere davvero sbalorditivo, che offre al famoso attore la possibilità di distinguersi nella sua migliore prova di tutta la carriera) si siano prodigati anima e corpo accettando due ruoli così estremi.
Nel cast, limitato come numero di interpreti per motivi relativi alla vicenda, riconosciamo pure Mary Elizabeth Winstead, impegnata in un breve ma cruciale ruolo iconico.
Guardando il film, non si pensi tanto a Weekend col morto. Piuttosto a un bizzarro e sporco thriller sulla psiche umana e sulle psicosi che portano i malcapitati a vedere la realtà adattata a ciò che passa nella mente malata di un solitario, tenero psicopatico suicida, incapace di collocarsi tra la folla, trovandosi un tassello in cui vivere adeguato e preciso nel mondo civile.