Martin Scorsese compie 80 anni e, invece di spengere le candeline, continua a essere dietro la macchina da presa per deliziarci con altri capolavori. Perché nel corso della sua lunga carriera ne ha realizzati di capolavori. Film che hanno fatto, in qualche modo, la storia del cinema. Con sodalizi importanti, sia dietro che davanti la macchina da presa, Scorsese ha dimostrato più volte il suo amore per la settima arte. Qui proviamo a segnalare alcuni dei suoi principali film, quelli da (ri)vedere.
Gli 80 anni di Martin Scorsese: la vita in breve
Nato in un quartiere del Queens (New York), il 17 novembre del 1942, Scorsese ha origini italiane. I nonni del regista, sia paterni sia materni, erano immigrati italiani giunti negli Stati Uniti agli inizi del XX secolo. Dopo i primi anni di vita trascorsi nel Queens, la famiglia Scorsese si vede costretta a tornare a Manhattan, precisamente nella cosiddetta Little Italy, dove il regista non riesce a inserirsi nelle gang della zona.
Parallelamente, però, sviluppa una passione per il cinema, in particolare quello neorealista e western, e una forte credenza religiosa. Non possedendo una cinepresa, il giovane Scorsese realizza storyboard di film immaginari fin dalla pre-adolescenza, mostrando i disegni solamente al suo migliore amico. Nel 1960 si iscrive al corso di cinematografia della New York University, dove dirige i suoi primi cortometraggi.
Nel 1973 Martin Scorsese gira Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno, nel quale riversa molte delle esperienze vissute da adolescente, attingendo a persone da lui conosciute per caratterizzare i protagonisti del film, prigionieri della Little Italy e incapaci di fuggire da quello che diventa sempre più un inferno in terra, sempre in bilico fra salvezza e peccato.
Nel film sono presenti quasi tutti i tratti stilistici connotativi del cinema di Scorsese: i protagonisti sono persone comuni e veri e propri antieroi emarginati; la fotografia è cupa e claustrofobica; la regia sperimentale e la musica popolare; inoltre, spesso in gioco sul grande schermo ci sono degli opposti, come la religione e la vita dei gangster. Tra le altre cose il film segnò l’inizio della prolifica collaborazione di Scorsese con RobertDeNiro. L’attore, infatti, sarà protagonista di alcuni dei suoi film più importanti, da Casinò a The Irishman.
I film preferiti del regista
In occasione di un sondaggio del 2012 della rivista Sight & Sound, che si ripete ogni 10 anni per decretare il miglior film di tutti i tempi, è stato chiesto anche a Martin Scorsese di scegliere i suoi 10 film. Ma lui ne ha scelti in realtà 12:
2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick
8½ di Federico Fellini
Cenere e diamanti di Andrzej Wajda
Quarto potere di Orson Welles
Il Gattopardo di Luchino Visconti
Paisà di Roberto Rossellini
Scarpette rosse di Michael Powell e Emeric Pressburger
Il fiume di Jean Renoir
Salvatore Giuliano di Francesco Rosi
Sentieri selvaggi di John Ford
I racconti della luna pallida d’agosto di Kenji Mizoguchi
La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock
80 anni di Martin Scorsese: tre film da cui partire
Nonostante l’invito sia recuperare l’intera filmografia di Martin Scorsese, proviamo a partire dall’inizio con tre film per avvicinarsi al grande maestro.
Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno
Dopo la sperimentazione di Chi sta bussando alla mia porta? e di America 1929 – Sterminateli senza pietà, esce il film che molti considerano la vera opera prima di Martin Scorsese. Di certo quella che da subito pare seminale: per l’aderenza al racconto “dall’interno” della New York anni ’70 e per la capacità di definire immediatamente uno stile. Anche grazie alla scelta dei volti, che, come detto, ritroviamo in gran parte della sua filmografia: Robert De Niro e Harvey Keitel si prendono la scena, e il cinema (non solo) americano cambia per sempre.
Alice non abita più qui
Il titolo del film, che passa in rassegna tutti i generi antichi di Hollywood, è ispirato da una canzone degli anni trenta. Presentato in concorso al Festival di Cannes, si porta a casa l’Oscar come migliore attrice protagonista che va a EllenBurstyn, per l’interpretazione di Alice. La storia è quella di Alice, cresciuta in California. Da sposata vive con il marito Donald e il figlio Tommy di 11 anni a Socorro nel Nuovo Messico. Il marito è un brav’uomo ma è spesso cupo e per niente disposto al dialogo, per cui Alice si sente trascurata. Quando lui muore in un incidente stradale, Alice non ha un lavoro e nessun risparmio e deve ingegnarsi per tirare avanti e mantenere un figlio.
Taxi Driver
Uno dei grandi capolavori di Scorsese, ambientato dopo la guerra del Vietnam a New York, è scritto da Paul Schrader e interpretato da RobertDe Niro. Particolarmente notevole non solo l’interpretazione di Robert De Niro, ma anche quella della giovanissima Jodie Foster che, per il suo ruolo, vinse due BAFTA.
Vincitore della Palma d’oro a Cannes, Taxi Driver fu candidato a quattro Premi Oscar.
Nella New York del 1975 Travis Bickle è un ventiseienne disadattato e alienato, ex Marine in Vietnam congedato da due anni, che adesso lavora come tassista di notte. Il racconto esistenzialista della violenza mitomane e struggente di Travis Bickle è una bomba che non tutti sono pronti a ricevere e che, anche per questo, scuote le coscienze delle platee.
È fra le opere più importanti nate dalla collaborazione tra Scorsese e DeNiro. Ispirato dall’autobiografia del pugile JakeLaMotta, il film fu quasi interamente girato in bianco e nero.
L’interpretazione di De Niro è unanimemente considerata una delle più intense della storia del cinema (non a caso riuscì a portarsi a casa il premio Oscar). Il ruolo del fratello-manager di Jake, Joey, è di JoePesci; per questa interpretazione, Pesci fu candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista.
Un biopic fin troppo classico si trasforma nell’occasione per rivoluzionare il cinema sportivo, di cui Scorsese mantiene (anzi, esalta) l’epica ma non la retorica.
Candidato a sei Oscar, si aggiudicò l’Oscar al miglior attore non protagonista, andato a JoePesci, per l’interpretazione del mafioso TommyDeVito.
Viene considerato, insieme a Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno e Casinò, la seconda parte di una trilogia del regista realizzata sulla mafia.
Quando si pensa a un film di Martin Scorsese, anche ora, in occasione dei suoi 80 anni, sono queste le prime immagini che vengono in mente, cristallizzate per sempre nella memoria di intere generazioni di spettatori. Perché hanno definito, insieme a un preciso tipo di umanità, un cinema che è uguale solo a se stesso, classicamente erede della Vecchia Hollywood ma insieme modernissimo, innovativo, capace di diventare caposaldo a sua volta.
Il film segue DeNiro, un giocatore d’azzardo ebreo-americano esperto, incaricato dalla mafia di Chicago di supervisionare le operazioni quotidiane al Tangiers Casino di Las Vegas. I personaggi secondari includono JoePesci, e SharonStone, una truffatrice di strada che il protagonista sposa e con cui ha una figlia. Il film descrive in dettaglio la gestione del casinò da parte di DeNiro, le difficoltà che affronta nel suo lavoro, il coinvolgimento della mafia e il graduale crollo delle sue relazioni, con Las Vegas che cambia sullo sfondo.
80 anni di Martin Scorsese: dagli anni 2000
Citarli tutti sarebbe impossibile. Menzioniamo, quindi, The Aviator e Hugo Cabret, per soffermarci su quattro titoli, tra i più recenti realizzati dal regista.
Il film parla dell’infiltrazione di una talpa all’interno della Polizia di Stato del Massachusetts da parte di un boss irlandese sotto inchiesta. Protagonisti Leonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nickolson.
Una (ironia della) sorte che pare quasi uno sberleffo: con questo film Scorsese vince il suo primo Oscar come miglior regista dopo cinque nomination andate a vuoto.
Due agenti federali EdwardDaniels (Leonardo DiCaprio), detto Teddy, e la sua spalla Chuck Aule (Mark Ruffalo) vengono mandati all’Ashecliff Hospital, su Shutter Island, specializzato nella cura di criminali malati di mente. I due agenti devono indagare sulla scomparsa di Rachel Solando, una paziente rinchiusa in una stanza blindata e svanita nel nulla. Il dottor JohnCawley, primario dell’ospedale, spiega che Rachel è stata ricoverata dopo aver affogato e ucciso i suoi tre figli ma, nonostante ciò, lei crede ancora di trovarsi a casa, che i suoi figli siano ancora vivi, e che il personale e i pazienti dell’istituto altro non siano che postini, lattai, fattorini e giardinieri.
Il film narra l’ascesa e la caduta di JordanBelfort, spregiudicato broker newyorkese interpretato da Leonardo DiCaprio alla sua quinta collaborazione con Scorsese. Fulcro della pellicola è la sua vita fatta di eccessi che lo porteranno poi a una rovinosa caduta.
C’è chi lo ama e chi lo odia: per fortuna, i secondi sono pochissimi. Dopo un affresco per (quasi) ogni epoca, ecco gli anni ’80 dello yuppismo sfrenato, incarnati dal Jordan Belfort di un DiCaprio mai così ruggente. Il barocchismo è scatenato, ma in linea con l’epoca e l’epos che vuole narrare. E qui il talent scoutMartin Scorsese con questo film ha lanciato anche la stella MargotRobbie.
L’opera di una vita? Può darsi. Di certo con questo Scorsese tira le fila del suo stesso cinema. L’effetto molto speciale che ringiovanisce Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci & Co. è la recherche non solo tecnologica di tornare dentro il proprio passato, se non proprio di fermare il tempo. Celebrato e insieme sottovalutato, è il film-testamento che testamento non è: a 80 anni Martin Scorsese è ancora un ragazzaccio con molte cose da raccontare.