La vita è fatta di scelte, ma cosa succede se a dover prendere una decisione di fondamentale importanza è un bambino all’ultimo anno della scuola elementare? In questa coproduzione italo-franco-greca presentata al MedFilm Festival, Giulia Amati racconta il difficile passaggio all’età adulta di un cucciolo d’uomo chiamato a scegliere di spiccare il volo o restare aggrappato al proprio scoglio.
Kristos è il più giovane pastore della sua isola. Trascorre le giornate in compagnia delle capre che porta al pascolo, dei cani con cui ama giocare e di persone adulte. Giacchè è l’unico bambino del luogo, vive una solitudine involontaria e inconsapevole. Non sa cosa significhi confrontarsi o condividere momenti di svago con i propri coetanei. Finchè arriva il giorno di decidere se lasciare il mondo conosciuto per poter proseguire gli studi oppure rimanere per sempre sulla sua isola greca piena di bandiere patriottiche, ma senza futuro.
E’ una storia che contiene qualcosa di universale perché ad ognuno di noi la vita chiede di affrontare l’ignoto, prima o poi. Kristos, l’ultimo bambino fa pensare ad un altro isolano, l’illustre siciliano Giovanni Verga: l’ideale dell’ostrica teorizzato nei suoi scritti si basa sulla convinzione che restare attaccati alle proprie origini e valori sia l’unico modo per non lasciarsi travolgere dalle avversità del destino. La regista lentamente racconta le abitudini e i mestieri, la religione e le tradizioni che definiscono l’identità degli abitanti dell’isola.
Il film si apre con una capra spinta dalla propria natura a rientrare nell’ovile. Più avanti un’altra efficace scena mostra che le capre sono costrette a lasciare l’isola solo quando vengono destinate al macello. Ciò che Kristos vede con i suoi occhi non lo aiuta. Ma la lungimirante ed appassionata insegnante delle elementari invece può fare ancora molto per lui. Così che la macchia mediterranea torni ad essere verde speranza.